Le 5 regole del corso perfetto: l’offerta

Con quest’articolo inauguriamo una serie di post in cui ti spieghiamo come organizzare un corso di formazione. Qui parliamo della prima regola d’oro: come selezionare e organizzare la propria offerta.

Organizzare un corso non è un gioco da ragazzi

Molte persone pensano che fare un corso sia un gioco da ragazzi, che tanto l’importante è quello che si spiega e via, no?

Nì! Certo, i contenuti sono cruciali, sono l’arrosto del tuo pranzo della domenica, ma anche il pane, la tovaglia, le patate, il vino sono importanti e fanno dell’arrosto il piatto che aspetti per 6 giorni con impazienza (nota bene: sostituire l’arrosto con qualunque altra pietanza ti faccia venire una fame pazzesca!).

So di cosa parlo. Da 3 anni organizzo corsi di scrittura creativa e aggiornamento (circa 30 l’anno) con la mia casa editrice Zandegù, ma ne ho organizzati anche in passato e, tra una cosa l’altra, sono ormai 6 anni che bazzico nel mondo della formazione.

Con questa serie di 5 post vorrei raccontarti i 5 punti indispensabili per creare un buon corso. Il mio non sarà sicuramente un discorso esaustivo, ma se già curerai questi 5 elementi, sono sicura che il tuo corso sarà 10 milioni di leghe sopra gli altri!

Stabilisci la tua offerta

La prima cosa da tenere bene in mente quando si decide di proporre un corso è la propria offerta.

Ormai è la sagra del corso, come forse avrai notato: ci sono enti accreditati pubblici e privati, scuole, università popolari, coworking, negozi e milioni di liberi professionisti che fanno corsi. Tutta concorrenza che va tenuta in considerazione (senza esagerare! Non entrare nel tunnel dello stalking dei tuoi competitor, ok? Della serie: verificare che non facciano lo stesso corso di cucina crudista che voglio proporre sotto casa è ok; passare mesi su Facebook a spiare ogni mossa di quella chef vegana là, invece no) e dalla quale bisogna comunque differenziarsi.

I tuoi corsi saranno simili a milioni di altri: magari farai un corso per insegnare a gestire i social media. Può darsi che nella tua città ce ne siano altri sullo stesso tema. Quello che fa la differenza, come dice sempre Gioia Gottini, è la tua personalità, l’unicità che metterai nella tua lezione.

Prima di tutto chiarisciti COSA vuoi insegnare

Su cosa senti di avere qualcosa da dire e che puoi essere titolata, credibile e professionale nell’insegnarlo.

Capisci se vuoi realizzare un corso per principianti o un corso avanzato. Un corso molto breve (magari di poche ore), o un workshop di una giornata, o ancora se proponi un argomento così ampio (magari, chessò, la scrittura per il lavoro) che reputi sia meglio un percorso su più lezioni, magari la sera.

Sulla tipologia di corso ragiona bene: magari sai che il tuo target sono solo mamme? Al weekend sarà difficile che possano intervenire (dovrebbero prendere la babysitter, organizzarsi col marito, ecc). Oppure ti rivolgi a commercianti che il lunedì riposano? Quindi potresti pensare di sfruttare proprio quel giorno, così che i tuoi potenziali clienti non debbano prendere ferie/permessi per partecipare.

Parti da un solo corso

Il mio consiglio per iniziare è quello di scegliere 1 solo corso da mettere in piedi, non 20 mi raccomando.

So che la tentazione di creare un master tipo Harvard in più livelli, con laboratori, seminari e salti nel cerchio di fuoco è fortissima, ma fidati: parti con 1 corso soltanto. Sarai sempre in tempo ad allargare l’offerta, una volta che avrai gambe stabili per reggere la baracca.

Una volta scelto il corso che vuoi proporre, testalo con degli amici fidati (puoi farlo anche a casa, non serve un’aula magna), prima di erogarlo al pubblico.

Saranno proprio loro a darti dei feedback preziosissimi: quella parte è noiosa, lì non si capisce, meglio se fornisci tu il materiale, potevi fare una pausa a metà mattina, la sede è bella ma non si trova parcheggio, cose così.

Dopo qualche tempo avrai chiaro cosa vuoi proporre, cosa senti di poter insegnare. Il corso-test è andato bene, hai fatto tesoro dei consigli ricevuti e quindi hai anche fatto le modifiche per aggiustare il tiro.

E ora? Si va in pubblico!

Come farlo? Prima di tutto trovando un posto dove fare il corso, ma di questo ti parlo nel prossimo post.

Leggi tutta la serie!

  1. Come organizzare un corso di formazione
  2. Scegliere la location
  3. Scrivere la sales page
  4. Promuovere un corso di formazione sui social
  5. Dopo il corso: il customer care

Marianna Martino

Classe ’83, agitata, battutara, dipendente dalla michetta, sono oppure sono stata editore, editor, correttore bozze, copywriter e webcontent. Ho lavorato qua e là, collaborato a molti progetti, viaggiato assai e scritto una guida su Torino. Guardo i film in lingua originale, ascolto i Sigur Ros e non mi nego mai un bicchiere di buon vino.

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5 thoughts on “Le 5 regole del corso perfetto: l’offerta”

  1. Ciao Marianna , grazie per le tue preziose dritte. In questo periodo di magra socio-economica sto pensando di trasformare le mie passioni in un vero e proprio lavoro , pertanto sto cercando di reperire più informazioni possibili. Volevo chiederti tu con che forma organizzi corsi? Associazione culturale, partita Iva da libero professionista? Perché in merito alla forma burocratica non c’è molta chiarezza. Ho addirittura letto che non serve Pi e camera di commercio sotto i 30.000 euro.
    Grazie in anticipo dell’attenzione. Katia

    • Ciao Katia, scusa il ritardo nella risposta! Zandegù è una ditta individuale con Partita IVA e sono parecchio sicura che sia necessario avere partita IVA o il codice fiscale (in caso di associazione) per poter organizzare corsi. Anche tutti i freelance che erogano corsi e che conosco io hanno Partita IVA e fanno regolare fattura. Comunque, se vuoi essere più sicura, ti consiglio di parlare con un commercialista che saprà certamente indirizzarti 🙂 Grazie mille e in bocca al lupo per la tua nuova avventura!

  2. Ciao, io mi domando se da libera professionista come animatrice, intrattenitrice posso organizzare tranquillamente corsi di formazioni per animatrici ?

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