Ho maturato l’idea di questo post a più riprese, ascoltando nel tempo e in occasioni diverse i racconti di altri freelance e liberi professionisti come me e accorgendomi di come alcuni vissuti siano comuni a tanti, in alcuni casi diciamo pure a tutti. Perché chi lavora in proprio e ha una attività sua da gestire, a prescindere da quale essa sia, si ritrova a fronteggiare difficoltà e situazioni molto simili. Ad esempio, il rischio dell’assenza di entrate in alcuni periodi, che ovviamente è molto più alto rispetto a quello percepito da un lavoratore dipendente regolarmente pagato: la strutturazione del tempo e l’organizzazione delle cose da fare, da costruire e gestire in assoluta autonomia e spesso senza l’aiuto di nessuno; lo stretto e indiscusso legame tra produttività e guadagno, a causa del quale a volte ci si ritrova a lavorare in tempi e condizioni improponibili.
Una delle parole che ho sentito pronunciare più spesso è ansia – e sospetto che (anche) tu sappia di cosa parlo. Ansia per il troppo lavoro e mille cose da fare (sei a un passo dall’esaurimento o ci sguazzi già?); per i guadagni incostanti (e se poi non sono abbastanza, come fai?); da prestazione (e se poi fallisci?); per le decisioni da prendere e le scelte da fare (che se poi si rivelano sbagliate, ti fanno perdere tempo prezioso); perché devi conciliare il lavoro con tutto il resto – famiglia, figli, amici, tempo libero (tempo libero?!).
In realtà, l’ansia è una condizione assai meno terribile di quanto la maggior parte della gente creda. È una spinta ad agire, che ci aiuta a proteggerci da situazioni spiacevoli e a realizzare i nostri desideri. Eppure, in molti casi può trasformarsi in un vero e proprio ostacolo, difficile da superare: quando diventa eccessiva, costante, prepotente, tutt’altro che protettiva, e piuttosto che aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi, diventa la principale causa per cui non riusciamo a farlo – oppure sì, lo facciamo, ma con tanta fatica.
Oggi scrivo questo post con l’intento di darti qualche suggerimento utile per gestire le tue ansie da freelance, e voglio farlo soffermandomi proprio sui tre vissuti ansiogeni che ascolto più spesso.
Ansia per le tante (troppe?) cose da fare
Se il motivo principale per cui ti senti in ansia è che sei schiacciata dalle cose da fare, probabilmente lavori troppo, o fai i salti mortali per conciliare il lavoro con tutto il resto (leggi: vita privata).
In entrambi i casi, stai chiedendo troppo a te stessa. L’ansia che provi ti suggerisce che hai paura di qualcosa che, qualora si verificasse, sarebbe terribile per te. Azzardo: paura di deludere gli altri? O te stessa e le aspettative che hai costruito su di te? Paura di non riuscire a controllare tutto (e tutti)? Di qualsiasi paura si tratti, per tenerla a bada ti carichi di più pesi di quelli che tu (come chiunque altro) puoi realisticamente sostenere.
Pertanto, se vuoi approcciare alle cose da fare più alleggerita e serena, la prima cosa che puoi fare è (ri)metterti in contatto con te stessa. Per ascoltarti e scoprire cosa temi. Per accoglierti ed essere più gentile con te. Per concederti di chiedere aiuto e fare le cose in compagnia, piuttosto che sola a tutti i costi. E anche per ristabilire le tue priorità – perché se è vero che ti stai chiedendo troppo, è molto probabile che tra le mille cose da fare tu abbia perso ciò che conta più di tutto, cioè te stessa.
Ansia da perfezione – ehm, volevo dire prestazione!
Sapere che la tua prestazione (il testo che scrivi, il prodotto che metti in vendita, il servizio che progetti per risolvere il problema del tuo potenziale cliente) sarà visibile a molti e da questi anche valutabile, può mandarti in tilt. Mentre lavori, metti in dubbio anche ciò di cui fino a un momento prima ti sentivi sicura, ti soffermi così tanto sui dettagli da perdere di vista l’insieme e gli aspetti più importanti, ti lasci sopraffare da pensieri catastrofici che ti preannunciano quanto negativamente sarà giudicato il tuo lavoro. Delle volte, l’ansia che provi è talmente pressante che ti blocchi e non riesci a portare a termine quanto iniziato – o a iniziarlo affatto.
La tua ansia è un’occasione per riflettere sull’ideale di perfezione a cui, in modo più o meno consapevole, aspiri. E a causa del quale rischi di sentirti perennemente insoddisfatta. Temi che se il tuo lavoro non sarà perfetto, non lo sarai neanche tu – che in altre parole significa che ti sentirai inadeguata, incapace, fallita.
Regalati l’opportunità di cambiare prospettiva, facendo il possibile e abbandonando l’impossibile. Ma solo dopo aver preso seriamente in considerazione il fatto che tu vali a prescindere da quel che fai, perfetto o sbagliato che sia.
Ansia del portafoglio vuoto
Se i tuoi guadagni sono incostanti, è naturale che l’ansia di non arrivare alla fine del mese sia sempre in agguato. E meno male! Perché se non avvertissi neanche un po’ d’ansia, rischieresti di ritrovarti con un problema ben più grande delle entrate scarse: non muovere un dito per attivarti e trovare una soluzione.
Se però l’ansia dei soldi lascia poco o nessuno spazio ad altro nella tua mente, corri il rischio di entrare in un circolo vizioso di preoccupazioni e pensieri negativi che non ti permette di scorgere alternative creative ed efficaci, alimentando sempre più l’ansia che lo ha messo in moto – e di sicuro, non contribuendo a riempire il portafoglio! In fondo, se continuerai a dirti che non riuscirai mai a guadagnare abbastanza, che ai freelance è toccata questa amara sorte, che oddio! non c’è nulla che puoi fare, difficilmente riuscirai a individuare strategie per sentirti economicamente soddisfatta.
Ci sono almeno due passi che puoi iniziare subito a sperimentare. Per prima cosa, respira, blocca e allontana i pensieri negativi, concentrati sul presente e sulle possibilità. E poi, prenditi del tempo per riflettere sul valore che ti dai e chiederti: quanti soldi ho il diritto di guadagnare? Potresti scoprire di avere più responsabilità e potere di quanto pensi sui tuoi guadagni.
Passo il testimone a te: puoi dare spazio alle tue riflessioni, sperimentare i miei suggerimenti, anche raccontare la tua esperienza nei commenti se ti va. In ogni caso, cara freelance ansiosa, ricorda: non sei la sola!
Grazie, Liria! 🙂