Qualunque sia il tuo lavoro, che tu sia freelance o dipendente, ho il sospetto che anche tu ti sia ritrovata sfinita dalla stanchezza alla fine di una giornata o di una settimana lavorativa. Insomma, un periodo intenso di lavoro capita a tutti, che sarà mai?
La situazione si complica, però, quando quella stanchezza estenuante si fa viva già dopo poche ore di lavoro – e non sei arrivata neppure a metà della tua giornata lavorativa. Quello che sembrava solo un periodo in cui ti davi la carica a suon di “dai, resisti!”, è diventato la tua routine, il tuo ritmo lavorativo abitudinario e normale: veloce, carico, da toglierti il fiato (e il sorriso).
Il passaggio dalla semplice stanchezza al burnout può essere più immediato di quanto ti aspetti. Vuoi perché tendi a sottovalutare alcuni importanti segnali di allarme, o perché sopravvaluti la tua capacità di resistere e procedere comunque, o perché vieni travolta dal flusso delle cose e in quella confusione l’unica cosa che riesci a fare è continuare a fare ciò che hai sempre fatto: lavorare, lavorare, lavorare.
Se temi di essere a rischio burnout, prendi questo post e usalo per scoprire se è vero: oggi ti racconto come riconoscerlo e cosa puoi fare per evitarlo.
Quando lo stress diventa burnout
Il contesto lavorativo è una delle più diffuse fonti di attivazione di stress. Quando diventa parecchio intenso e si protrae per un tempo sufficientemente e soggettivamente lungo, può determinare la cosiddetta sindrome da burnout. In sostanza, sei stressata quando le richieste dell’ambiente esterno ti sembrano troppe o troppo grandi rispetto agli strumenti che tu possiedi e puoi usare per fronteggiarle: riuscire, o almeno provare, a farlo richiede un grande sforzo da parte tua, con tutte le conseguenze che questo comporta. Il burnout è il fallimento di questo sforzo, come se il tuo sistema fosse andato in corto circuito: e tu, infatti, ti senti esaurita.
Ti accorgi di essere vittima del burnout quando hai la sensazione di perdere o di aver perso il controllo e ti senti continuamente sopraffatta da qualcosa che non dipende da te: le richieste del capo, dei clienti, dei colleghi, gli imprevisti da gestire in fretta, le scadenze che non avevi considerato. Sei costantemente frustrata, demotivata, irritabile e insoddisfatta. Al lavoro ti senti poco o per nulla efficace e ormai da tempo hai la sensazione di non concludere granché a fine giornata. Non riesci a (ri)contattare la tua creatività e le buone idee e sei talmente affaticata da aver perso interesse anche per le cose che prima adoravi, tra queste anche il tuo lavoro (era la tua passione, ricordi?). È come se avessi esaurito, insieme alle tue energie, anche la forza e la voglia di emozionarti.
Il logoramento causato dal burnout è fisico oltre che psicologico. Il tuo corpo dà segnali di cedimento via via più importanti: inizi da tutte le influenze della stagione e ti ritrovi con forti dolori sparsi ovunque. Delle volte, la nausea ti accompagna tutto il giorno, dormi poco e male e in pratica, è come se il tuo corpo, oltre che la mente, non si riposasse mai.
La parola d’ordine è cambiamento
Se sei vittima del burnout o ti sei resa conto che rischi di esserlo presto, allora è il momento di utilizzare questa consapevolezza per cambiare rotta, anche se può far paura.
Inizia da te
Pensavi che la soluzione fosse cambiare lavoro? Uhm, non proprio, ma ci torno tra un momento. Prima devi sapere che ognuna di noi risponde allo stress in modo diverso e alcune persone (ebbene sì, le donne più degli uomini) sono più a rischio burnout di altre. Qualche esempio? Le amanti del perfezionismo, chi crede che il proprio ruolo o la propria presenza a lavoro sia indispensabile, chi preferisce sovraccaricarsi piuttosto che delegare compiti e responsabilità, chi si aspetta molto da sé stessa, chi tende a fare sempre di più e sempre meglio più che fermarsi e godere di quanto già fatto.
Se ritrovi te stessa in ciò che scrivo, se ti riconosci qualcuna delle caratteristiche di cui ho accennato, allora il tuo cambiamento deve partire da qui. Da te, da quegli aspetti di te che fai lavorare a tuo svantaggio in modo del tutto inconsapevole e automatico. Che sia il tuo desiderio di essere sempre perfetta, o la tua voglia di controllare personalmente tutte le cose che ci sono da fare, o la difficoltà di fermarti e respirare, chiediti come stai contribuendo ad appesantirti e appassirti così tanto. E poi decidi se vuoi continuare a farlo.
Passa al lavoro
No, non devi cambiarlo (o non necessariamente!) ma una cosa è certa: occorre cambiare il modo in cui lo vivi e lo gestisci. Chissà, può darsi che sia arrivato il momento di delegare a un collaboratore alcuni aspetti del tuo lavoro, che tu debba iniziare a dire no a qualche cliente, che sia necessario un tempo lontano dal lavoro che ti permetta di assaporare esperienze nutrienti di cui non ricordi neppure l’esistenza.
Di sicuro, se vuoi cambiare le cose, è bene che osservi la tua condizione lavorativa da una prospettiva diversa, lasciandoti guidare da una domanda: a cosa posso rinunciare, anche se è difficile e spiacevole? In pratica, una prospettiva che ti aiuti a ristabilire le tue amate e necessarie priorità, quelle che per te sono davvero importanti e che probabilmente hai dimenticato.
Ora tocca a te: prendi tutto quello che hai scoperto oggi su di te e su cosa puoi fare per smettere di logorarti e salvati dall’esaurimento. Il guadagno è assicurato 😉