Slide efficaci per formatori

Con l’avvento dello smart working massivo, la didattica a distanza, le riunioni da remoto, si sono moltiplicate il numero di slide in circolazione. In questo post mi concentrerò sulle slide per formatori, pensate per chi deve tenere workshop e corsi online o in presenza. 

Una presentazione ben fatta, per me, è quella composta da una serie di slide che siano fruibili per chi le guarda e non facciano impazzire chi le deve fare. Provo di seguito a sintetizzare i passaggi chiave, rimandando a questo post che affronta le difficoltà del presentare online.

Progettazione

Struttura

Ogni tipologia di presentazione ha una struttura ben precisa, qui trovi un approfondimento sul tema. Per le slide dedicate alla formazione la struttura step by step è la più semplice da seguire, in quanto ha uno svolgimento lineare; in più permette di prendere un argomento ampio e suddividerlo in micro argomenti. Enrico Marchetto spiega questo processo in modo puntuale, con il tono che lo contraddistingue:

“Non superare mai l’ora di didattica continuativa e struttura l’ora in modo molto rigido:

  • 10 minuti di Warm Up (riscaldamento)
  • 40 minuti di Workout (didattica)
  • 10 minuti di Rest (pausa).

Esattamente come se fosse un allenamento di Crossfit. Da quando uso questo metodo, l’attenzione è aumentata in modo assurdo. Quindi se hai 4 ore di didattica, fai un ciclo di 4 warm up, 4 workout e 4 rest.”

Aggiungo a questa riflessione alcuni temi:

  • se il tuo pubblico è più giovane (mi riferisco a scuole superiori o addirittura elementari) pensa la lezione su 45/30 minuti, per mantenere viva l’attenzione;
  • la fase di riscaldamento e di pausa finale sono momenti in cui è importante coinvolgere il pubblico con domande aperte o sondaggi;
  • comunica la struttura della lezione prima di iniziarla, magari attraverso una sorta di agenda in cui specificherai quali saranno gli argomenti, i momenti di confronto, le pause.

Slide

A cosa servono le slide? Sono un supporto visivo, una mera scenografia del tuo discorso, non son un libro di testo, non sono il tuo discorso. Sono un supporto, l’ho già detto? Ripetiamolo insieme allora.

Quando fai una lezione puoi scegliere lo stile che più ti si addice trovando un equilibrio tra l’argomento che tratti e il pubblico a cui vai a parlare. Ti faccio un esempio concreto: se devi parlare del sito neolitico di Skara Brae a una classe di bambini di 8 anni o a una conferenza Unesco presenterai materiale diverso.

Usa questo momento di formazione per far vedere come lavori, la regola show don’t tell continua a essere vincente, e nel caso in cui l’argomento che tratti non te lo permetta non far diventare le slide una sorta di libro di testo impaginato in orizzontale.

Il modo più facile per ridurre il testo nelle slide è quello di scriverlo nelle note del relatore e, in un momento successivo alla lezione esportarlo in formato A4, creando delle vere e proprie dispense da poter inviare ai partecipanti. Questo documento si chiama hand out e, nei corsi di formazione risolve l’annosa questione del ‘ma quindi mi stai dicendo che devo fare due presentazioni, una da proiettare e una da inviare?’ 

Forma & contenuto

Quando progetto delle slide devo chiedermi sempre ‘Questo elemento è portatore di significato?’ ovvero aiuta il mio pubblico a:

  • capire il concetto che voglio esprimere;
  • interpretare più velocemente il contenuto;
  • emozionarsi e fargli vivere un’esperienza immersiva.

Se la risposta è sì lo tengo, se la risposta è no lo elimino: sembra una tecnica brutale ma gli elementi meramente decorativi, nelle slide, non aiutano la comprensione, al contrario la distolgono creando un rumore di fondo che fa perdere di efficacia la comunicazione. 

Prova a metterti nei panni di coloro che, per i motivi più svariati, seguono la formazione attraverso uno smartphone e immagina usi di font script, ombre, caleidoscopi di colori: un incubo vero e proprio.

Scegli la semplicità per nobilitare il contenuto delle vostre slide. Soprattutto se sai che chi fruirà la tua lezione non sempre ha una connessione performante o possiede un device obsoleto, pensa la tua presentazione come una serie di poster di grande formato: quante volte hai sentito questa affermazione? Immagino 1000!

Una slide dev’essere scansionabile in pochissimi secondi (dai 6’’ ai 9’’), in quello sguardo devo capire quello di cui tratta, come se fossi in macchina e passassi davanti a un cartellone pubblicitario. Analizziamo insieme come sono pensate: 

  • un fondo: un colore, un’immagine, una texture;
  • un titolo portatore di significato scritto gigante.

Ecco, prova a ripensare alle tue slide in questo modo e fai scelte coraggiose, tutto il resto mettilo nelle note del relatore. Una volta progettate, ‘lanciale’ in modalità presentazione, alzati dalla scrivania e allontanati di 5 passi e osserva: riconosci immediatamente il messaggio chiave? Se sì, la slide funziona. Se no, bisogna progettarla di nuovo.

Gerarchia visiva

Se ogni elemento ha una funzione non devo pensare che abbiano tutti la stessa importanza, ci saranno quindi elementi che vanno evidenziati: il più evidente è il più importante.

Come faccio ad evidenziare un elemento rispetto a un altro?

Dimensioni

Scrivi più grande: sembra un suggerimento banale ma più un elemento è grande meglio lo vedo. Si apre, quindi, un argomento caldo: i titoli.

I titoli nelle slide sono in posizione preminente in quanto, seguendo le regole del pattern Z sul tracciamento visivo, l’elemento ottico primario è in alto a destra: esattamente dove stanno i titoli. In più, sono spesso scritti in bold o con un carattere più grande. Nella mia esperienza di slide maker, la maggior parte delle volte, i titoli non sono portatori di significato ma banalmente introducono la slide, e dovrebbero, invece, presentare il concetto chiave espresso con più profondità nella slide.

Caratteri

Usa un font diverso (evitando i font script che, se pur molto belli, riducono la leggibilità del testo): nelle slide funzionalità batte estetica. Quando progetto una presentazione seleziono al massimo due font, uno con cui andrò a impaginare tutto il contenuto testuale, l’altro con cui metterò l’accento su alcuni concetti chiave.

Uno strumento che trovo molto utile e di facile consultazione è Google Fonts. Grazie al campo cerca (in alto a sinistra) digito il nome di un font (ad es. Roboto), una volta che ho selezionato il font mi appare la scheda del font in cui trovo:

  • la famiglia (cioè i vari bold, light, condensed che mi permettono di avere una buona varietà mentre scrivo);
  • i glifi, tra i quali posso valutare se esistono tutte le lettere che mi servono per scrivere;
  • i suggerimenti di font pairing, cioè indicazioni di altri font con cui lo posso abbinare.

Colori

Utilizza un colore diverso per evidenziare il testo oppure per creare un box da posizionare sotto al testo che vuoi mettere in rilievo. Per i colori vale la stessa cosa che per i font, valuta un paio di colori ma non di più, onde evitare l’effetto arlecchino.

Il colore principale sarà presente in modo preponderante nella mia progettazione, mentre il colore secondario servirà per dare qualche accento. Una riflessione interessante la trovi in questo articolo di Nydia Cuevas.

Per migliorare ulteriormente la leggibilità elimina tutti quegli effetti sul testo che lo appesantiscono: ombreggiature, aloni, effetti 3D e trame e stai molto attenta ai contrasti tra il fondo e ciò che vai a scrivere o inserire sopra, non tutti gli esseri umani vedono i colori allo stesso modo.

Queste sono alcune riflessioni sulle slide dedicate alla formazione, se hai dubbi o domande lascia un commento qui sotto, ti rispondo volentieri.

Marie Louise Denti

Ciao! Sono Marie Louise Denti accompagno le imprese a trovare la loro identità visiva: progetto strategie di comunicazione concrete ed essenziali. Visual e slide designer: una vera e propria Slide Queen. Con entusiasmo. E bon fait.

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