Esprimi e trasmetti chi sei davanti a un pubblico

Una volta compreso che il public speaking è un’azione di marketing, cioè uno degli strumenti che hai a disposizione per promuovere te stessa, il tuo lavoro e le tue idee, è importante capire come usarlo perché funzioni. Quando mi viene chiesto di raccontare cosa significa per me parlare in pubblico mi soffermo su quello che ne sta alla base: “una relazione continua tra noi e il nostro pubblico dove succede qualcosa in un momento presente che nasce e ruota intorno a quella relazione.”

Infatti non è tanto e solo parlare in pubblico, ma comunicare con un pubblico, dove con aiuta a capire che se non ci sforziamo di costruire un legame e una relazione con chi abbiamo di fronte stiamo semplicemente facendo un monologo con noi stessi, anziché dare vita a un dialogo.

Per costruire un dialogo serve fiducia

Creare fiducia è alla base di ogni relazione umana. Siamo più inclini ad ascoltare una persona di cui ci fidiamo, non credi? Che tu sia su un palco per uno speech, dietro una cattedra per il tuo corso di formazione o davanti a potenziali clienti per presentare il tuo lavoro, prima di ogni altra cosa devi instaurare un legame con chi hai di fronte. Sulla carta sembra tutto ok, ma come si fa? Usando un super potere che forse stai ignorando.

Non sei solo il tuo titolo

Sai una cosa? Ogni volta che ascolto qualcuno che parla a un evento o a un corso e si presenta solo con il suo titolo sulla mia faccia compare una smorfia. Lo so, perché mi conosco bene: il linguaggio non verbale non mente mai.

Insomma, un velo di tristezza mi abbraccia. Anche perché di solito mentre la persona dice “Sono Anna Bianchi e mi occupo di scrittura” il tono di voce mi trasmette “sì dai, devo presentarmi ma taglio corto. Dico cosa faccio e poi inizio”.

È un vero peccato. Abbiamo di fronte a noi delle persone che potrebbero diventare clienti, fan o divulgatori seriali di passaparola e noi ci limitiamo a dire il nostro titolo che è uguale a quello di altri N mila colleghi.

Tu non sei solo il tuo titolo, sei il portatore del tuo messaggio. E perché non sfruttare quella occasione per dire chi sei davvero e come cambi il (mio) mondo?

Non può bastare il tuo nome, cognome e il titolo per cambiare il mondo, non credi? Serve andare in profondità per costruire la tua credibilità.

Simon Sinek dice che molti business si limitano alla spiegazione del cosa fanno. Sono pochi quelli che raccontano anche il come lo fanno e, ancora meno, il perché. La sua teoria gira intorno al Golden Circle di cui ha parlato anche Giuliana nel suo articolo dedicato all’identità di un brand.

È corretto dire che lavoro fai e di cosa ti occupi, ma quante persone dicono la stessa cosa? Come puoi differenziarti da tutti gli altri che si occupano di <nome di una attività a caso>?

Il Golden Circle di Simon Sinek suggerisce di partire dal perché, invertendo il processo. Così facendo, abbiamo la possibilità di parlare alla parte più emotiva e valoriale delle persone (il sistema limbico) e non solo a quella razionale. Potremmo entrare in relazione con il loro sistema di valori.

Cosa c’entra il Golden circle di Simon Sinek con il public speaking?

Raccontare quali sono i tuoi valori e come fai quello che fai aiuta chi hai di fronte a capire meglio chi hanno davanti e serve a te per supportare quello che dirai appena dopo.

Chi ben comincia

Il momento dell’apertura di un discorso è quello dove tutta l’attenzione è al massimo. I miei interlocutori sono curiosi, attenti e pronti ad ascoltarmi. Perché buttare via quell’attimo con una presentazione di sé povera e banale centrata sul cosa si fa? E, soprattutto, perché buttare via il momento in cui si sta costruendo la propria credibilità?

L’apertura è il momento in cui il pubblico deciderà se (continuare ad) ascoltarci oppure no. È il momento in cui creiamo un’aspettativa e dove stiamo costruendo la nostra credibilità come oratore e come promotore della nostra tesi.

Dicci chi sei con parole tue

Durante i miei corsi, dedico una parentesi molto ampia su questo argomento. Presentarsi in modo piacevole aiuta l’altro a farsi un’idea di chi ha davanti: gli do elementi per punteggiare quella realtà, in quel momento presente e lo aiuto a capire chi sono, in cosa credo e come la penso.

Questo vale soprattutto quando parli di fronte a un pubblico che non ti conosce, ma fallo anche se ti conosce già. Spendi un minuto per raccontarti e raccontare come vedi il mondo. Fammi sapere come lo vuoi cambiare e come potresti cambiare anche la mia vita.

Questo significa trovare sempre modi nuovi di raccontarti senza mai imparare una formula a memoria. Sapere chi sei, perché fai quello che fai, in quel modo tutto tuo, ti aiuta a declinare la tua presentazione in funzione di quello che racconterai con il tuo discorso (per un intervento in pubblico, per un corso, per la presentazione di un progetto), delle persone che avrai di fronte e dell’obiettivo che ti sei data.

Qualsiasi sia la situazione, scegli cosa dire e dillo con il cuore, non con la testa.

Imparare una formula magica a memoria non aiuta a suscitare emozioni nel tuo pubblico, sapere invece cosa ti fa alzare ogni mattina (e perché) è la miccia che ti serve per accendere la curiosità e collegarti alla mente del tuo pubblico.

E poi inizia a raccontare

Tutte le volte che parlo a un evento o durante uno dei miei corsi, inizio sempre da una provocazione o da una domanda alla quale segue una piccola presentazione di me. Questa non è la regola, è una scelta che faccio ogni volta, dopo aver provato e riprovato. E non dico sempre le stesse cose.

È il messaggio che sta sotto a essere il medesimo: cambia la forma, cambiano un po’ le parole, cambia il modo in cui lo racconto. Ma il mio messaggio, ciò in cui credo e il motivo per cui faccio quello che faccio in quel modo lì, è ciò che tiene insieme e sostiene tutto, e mi dà credibilità.

Puoi partire dalla presentazione di te e poi iniziare il tuo discorso. O viceversa. Questa è una scelta. L’unico modo per capire quello che funziona per te è alzarti in piedi e provare, provare e riprovare fino a quando sarai sicura di aver fatto la scelta giusta. Fai le prove davanti a uno specchio, al tuo cane o al tuo gatto, non stare alla scrivania, ma alzati e fai come se.

Su come preparare il discorso ne ho parlato qui e qui. Magari vuoi fare un ripasso o rivederne alcuni punti.

Io credo che ognuno di noi possa lasciare un segno. E uno dei modi per farlo è alzarsi e iniziare a parlare, con le giuste parole, le tue, che diffondono ciò che pensi, ciò che sai fare e ciò che può aiutare qualcun altro a diventare migliore. Quelle parole che fanno succedere le cose.

 

Tatiana Cazzaro

Da bambina scrivevo sui muri. Oggi scrivo dappertutto. Mi occupo di scrittura, strategie di comunicazione e formazione. Aiuto le persone e le imprese (che sono fatte di persone) a scoprire un modo nuovo di comunicare e raccontarsi, che parte da chi vogliono diventare.

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