Progetta un discorso per farti ascoltare

Per parlare bene in pubblico non basta solo essere bravi sul palco e avere una buona parlantina. Per parlare in pubblico e per riuscire a comunicare con la platea lasciando il segno è importantissimo avere qualcosa di rilevante da dire e saperlo raccontare alla grande, costruendo una relazione con le persone.

Parlare in pubblico è considerato uno dei disagi più diffusi. Alcuni sondaggi dicono che è la seconda paura dopo la morte. Salire su un palco è come mettersi a nudo e capisco che possa essere spiazzante. La cattiva notizia è che non ci sono margini di errore; quella buona è che è una capacità che tutti hanno e può essere sviluppata in un solo modo: prepararsi, prepararsi, prepararsi.

Non smetterò mai di ripetere che il public speaking non deve mai essere fine a se stesso. Esso deve essere uno strumento che permette di creare una relazione tra noi e il nostro pubblico regalando qualcosa di significativo mentre raccontiamo la nostra idea: accendere nelle persone che stanno di fronte a noi il fuoco della curiosità, del voler fare, del mettersi in azione.

Un fuoco che si accende da mente a mente.

Come dice Chris Anderson, Light a fire in your audience. Per riuscire a far scattare la scintilla al tuo pubblico devi fare in modo che la tua idea sia accessibile, chiara, interessante, convincente e, soprattutto, memorabile. Prima ancora della preparazione della messa in scena (che è importantissima) dobbiamo soffermarci sui contenuti. È la conditio sine qua non: bisogna avere un’idea intorno alla quale costruire e preparare il discorso e regalare al pubblico qualcosa di nuovo e magari (perché no?) inaspettato.

Se manca un progetto d’insieme (un’idea forte, appunto) con una struttura chiara, lo speech è solo puro intrattenimento.
Il punto centrale è avere qualcosa di rilevante da dire per le persone sedute di fronte a te, sia che tu abbia di fronte una platea di mille persone, i tuoi clienti o i tuoi studenti.

Your only real job in giving a talk is to have something valuable to say, and to say it authentically in your own unique way.

Chris Anderson

Ma quali sono i passi, gli step, per fare in modo che il tuo discorso lasci il segno?

  • Prima di ogni altra cosa, è importante sapere cosa vogliamo dire.
  • Subito dopo, è importante capire come dirla.
  • E poi come metterla in scena (l’azione, la performance: insomma, on air!).

Oggi vorrei portarti con me nel viaggio verso la creazione di un discorso che lasci il segno, raccontandoti come costruire un discorso che valga la pena ascoltare, lasciando il come e la messa in scena per le prossime volte. Promesso.

Dicevo: il punto di partenza è avere qualcosa da dire e poi dirla alla grande.

Qual è la tua idea?

È il punto centrale di tutto. Qual è la tua tesi, il tuo messaggio, la tua idea? Qual è il punto di partenza (o il succo del discorso)? E, soprattutto, cosa vuoi che il tuo pubblico si porti a casa?

Il primo esercizio che ti propongo è questo: prova a scrivere la tua idea in non più di 15 parole. Una frase che sintetizzi tutto, ma proprio tutto, il tuo discorso.

Come fare a trovare la propria idea?

Parti dalle domande giuste:

  • Questa idea mi appassiona?
  • Genera curiosità?
  • Conosco abbastanza l’argomento e ho la credibilità per affrontarlo?
  • La mia idea è interessante per le persone che avrò di fronte?
  • La mia idea può fare la differenza offrendo un diverso punto di vista?
  • È utile?

 

“The only way out is through.”

Un’idea è qualcosa che può cambiare il modo di vedere il mondo. Pensa a quanto potresti regalare riuscendo a evocare un’idea nella testa delle persone che hai di fronte. È come una luce che si accende e si irradia da persona a persona.

La forza di un’idea non si esaurisce in se stessa: un’idea raccontata nel modo sbagliato può essere dimenticata nel giro di qualche secondo. Ma un’idea che si sviluppa in una storia e raccontata nel modo giusto, beh, può davvero cambiare tutto. Può essere ricordata nei secoli dei secoli ed emozionare ogni volta.

Quello che uscirà è la sceneggiatura del tuo messaggio: quella che io chiamo “struttura profonda”. È ciò che tiene insieme il discorso e sarà la base dove andrai a inserire tutti gli elementi del tuo racconto. È la spina dorsale della storia, proprio come succede nei film, nelle serie TV, nei romanzi.

Una volta che avrai sviluppato la tua idea (la tua tesi, il tuo messaggio), puoi occuparti della progettazione del discorso. Secondo Aristotele, ogni discorso è composto da tre atti: un inizio, un corpo centrale e una conclusione. Può sembrare banale, ma sai a quante presentazioni ho assistito senza né capo né coda e senza argomentazioni a sostegno? Tantissime. Partono bene per poi perdersi e tu torni a casa con il nulla. Un vero peccato, non credi?
Non c’è niente di più bello che ascoltare uno speech che racconta una storia dove ogni elemento prende vita e si collega a un altro fino ad arrivare a una conclusione che emoziona e che regala un nuovo punto di vista per guardare il mondo o per affrontare un problema.

Cosa ne dici? Vuoi provare?

Cercare, trovare, mescolare

Dopo aver scritto la tua tesi in 15 parole prova a buttar fuori le idee. Tutte quante. Il progetto del nostro discorso parte da qui: cercare idee, esempi, dati, testi, ecc. Scrivi tutto su un foglio, oppure scrivi ogni idea sui post-it e poi cerca una sequenza, cambia, mescola, togli, aggiungi.

Progettare, costruire, fare ordine

Una volta trovati tutti gli elementi, possiamo dare una struttura al nostro discorso, trovando un esordio per iniziare, argomenti e fatti per narrare, una fine per concludere. Partendo da quello che hai trovato, puoi iniziare a collegare tra loro gli elementi, a creare una mappa mentale, oppure una scaletta se preferisci, per disegnare e progettare la sequenza del tuo discorso.

L’apertura

«Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…»

L’apertura è il punto di attenzione più alta. È il momento in cui il pubblico deciderà se (continuare ad) ascoltarci o no. È il momento in cui creiamo l’aspettativa e dove costruiamo la nostra credibilità come oratore e come promotore della nostra tesi.
Puoi iniziare con un’affermazione forte, con una storia, con un filmato. Deve essere qualcosa che incolla le persone alla sedia e che le faccia dire “e poi? Come va a finire? Racconta, ti prego!”

Il corpo centrale

Raccontare, argomentare, svoltare

Nella parte centrale del tuo intervento, potrai argomentare la tua tesi e la tua idea con esempi, ricerche, con esercizi dove chiederai al pubblico di provare con mano quello che stai raccontando. Tutto quello che racconterai aiuterà la tua audience a non perdersi, a mantenere l’attenzione alta sulla storia.
La parte centrale del tuo discorso deve avere sempre un buon ritmo.
Il pubblico non deve far fatica. Quindi, per aiutarlo, puoi ribadire un concetto, fare un riassunto, accendere la curiosità, senza dare nulla per scontato.
Racconta in maniera semplice e mai semplicistica.

La conclusione

Lasciare il segno

Concludere bene significa portare il tuo pubblico dalla tua parte. Come l’esordio, la conclusione è l’altro momento di massima attenzione: sfruttalo bene.
Puoi far leva sull’emozione e chiamare il tuo pubblico all’azione. Qui puoi chiedergli di fare qualcosa.
Ecco, io per esempio chiuderei così : “E ora, inizia a cambiare il mondo.”

Tatiana Cazzaro

Da bambina scrivevo sui muri. Oggi scrivo dappertutto. Mi occupo di scrittura, strategie di comunicazione e formazione. Aiuto le persone e le imprese (che sono fatte di persone) a scoprire un modo nuovo di comunicare e raccontarsi, che parte da chi vogliono diventare.

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