La sicurezza sul lavoro spiegata ai freelance

Certamente hai già sentito parlare del Testo Unico sulla Sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/2008, ancora spesso chiamato impropriamente “la 626”). Se nella tua vita precedente hai lavorato come dipendente, magari il tuo datore di lavoro ti ha fatto fare qualche corso.

Prima di dire ehi, tanto lavoro a casa mia con un computer, cosa mi interessa? e abbandonare la pagina aspetta: la sicurezza sul lavoro riguarda anche te che sei freelance (artigiana o computer/smartphone dipendente poco importa). Prima di tutto perché la sicurezza sul lavoro non riguarda solo gli infortuni, ma anche il benessere psicofisico del lavoratore, quindi anche il tuo. Spesso quello del freelance, preso da mille impegni e da clienti che ti vogliono pagare in visibilità, è messo a dura prova. E poi perché il tuo lavoro dipende da te: se ti fai male o ti ammali chi è che manda avanti il tuo lavoro?

Se cerchi in rete qualche notizia sulla sicurezza per i freelance scoprirai il vuoto cosmico. La legge considera i lavoratori autonomi, ma solo coloro che fanno attività manuali, come artigiani e operai edili che lavorano in proprio. Qualcosa è stato detto per colf e badanti, ma per noi poveri freelance con professioni spesso cosiddette nuove nemmeno una parola.

Quali sono allora i rischi per i freelance?

Cerchiamo allora di capire quali sono i rischi principali per il tuo lavoro, che tu sia artigiana o che tu viva in simbiosi con il PC e la classica mug di the sulla scrivania. Non dimentichiamo che anche le persone molto intelligenti e attente possono farsi male, e che anche casa nostra può nascondere tranelli (avete presente la pallina di gomma di vostra figlia proprio dietro il vostro piede no?). Anzi, spesso gli infortuni sul lavoro avvengono proprio quando conosciamo molto bene il luogo di lavoro e l’attività che svolgiamo, perché tendiamo a sottovalutare i rischi e quindi a fare meno attenzione.

  • Ergonomia: in rete vedi foto di uffici megagalattici con poltrona di pelle e scrivania grossa come la tua camera da letto e pensi che vorresti lavorare in un posto così, magari con una vetrata vista mare. In realtà poi la tua scrivania è il tavolo della cucina, uno spazio ricavato a fatica tra l’ultimo disegno dei tuoi figli, le pentole da lavare e il gatto che ha deciso di dormire proprio lì.
    Anche a me è successo di lavorare appollaiata in pochi centimetri quadrati o seduta su una sedia scomodissima della piscina, mentre aspetto che i figli finiscano la lezione di nuoto. Questa però dovrebbe essere un’eccezione. Avere una scrivania di altezza e dimensioni adeguate e, sì, solo per te e una sedia regolabile e adatta a lunghe ore sedute davanti ad uno schermo è importante.
    Assumere posizioni sbagliate porta a dolori muscolari e tensioni, che alla lunga, oltre a farci passare le notti insonni e i pomeriggi dal medico influiscono sul nostro rendimento lavorativo e sul nostro umore. Senza contare che avere uno spazio anche piccolo dedicato al nostro lavoro lo rende subito più importante per il resto della famiglia.
  • Videoterminali: La legge considera il passare molte ore davanti ad uno schermo un rischio per la salute dei lavoratori dipendenti e stabilisce alcune regole. Se anche non siamo dipendenti queste regole valgono anche per noi. È importante staccare gli occhi dallo schermo facendo pause regolari, sia per alzarci e riattivare muscoli e circolazione, sia per evitare di affaticare gli occhi. Non abbiamo nessuno che controlla quante pause facciamo, ma se temiamo di dimenticarcelo basta un semplice timer da cucina, da far suonare regolarmente (chi usa già la tecnica del pomodoro può approfittare delle pause tra un compito e l’altro anche per motivi di sicurezza). La legge prevede una pausa di 15 minuti ogni due ore e la tendenza recente suggerisce una variazione di mansioni per non trascurare la produttività e per evitare il rischio di lavori ripetitivi, che provocano calo dell’attenzione e quindi maggiori probabilità di infortuni. Non vale però staccare gli occhi dal PC per incollarli allo smartphone. Piuttosto prepariamoci una tisana o usciamo sul balcone a prendere un po’ d’aria o, per seguire la legge, dedichiamoci ad altre attività, tipo preparare il pranzo (lo sapete che mangiare correttamente è importante per noi freelance,no?).
  • Inquinamento indoor: qualsiasi luogo chiuso ospita sostanze inquinanti, a volte anche pericolose. Umidità, condizionatori non puliti, colle e vernici dell’arredamento possono provocare allergie nelle persone sensibili e malattie respiratorie. Nei luoghi di lavoro questi rischi devono essere presi in considerazione, ma anche a casa tua puoi diminuire il livello di inquinanti soprattutto cambiando spesso aria e tenendo puliti impianti di condizionamento e riscaldamento. Il ricambio d’aria tra l’altro permette di far entrare nella stanza aria più ricca di ossigeno, che aiuta il nostro cervello a lavorare meglio.
  • Illuminazione e microclima: una corretta illuminazione e una temperatura gradevole ci permettono di lavorare meglio, di non affaticare la vista e di distrarci con meno frequenza. Inoltre lavorare in una stanza ben illuminata migliora il nostro umore e ci tiene lontane dall’invio di mail di fuoco al cliente che non paga (ok il sollecito, ma seguendo alcune regole).
  • Stress: siamo sole davanti al nostro PC per ore, senza nessuno con cui parlare se non un’agenda stracolma di impegni che ci guarda come Jack Nicholson in Shining dall’angolo della scrivania. Abbiamo to-do list che spaventerebbero anche un monaco buddista e i conti da far quadrare. Il rischio di scoppiare è molto molto vicino. Allora ricaviamoci del tempo per noi (lo so, è difficile, ma si può fare). Prendiamo un caffè con un’amica, usciamo a fare una passeggiata, iscriviamoci ad un corso che ci piace, partecipiamo a incontri di freelance. A volte basta anche una chiacchierata su Skype o Whatsapp con l’amica del cuore. Non isoliamoci. Ricordate? Se non stiamo bene non possiamo lavorare bene.

Per le artigiane, a questi rischi si sommano quelli legati al tipo specifico di attività. Taglio, se siete sarte o fate creazioni manuali, ustioni se usate oggetti caldi, rischio chimico se per le vostre creazioni usate prodotti chimici come vernici, solventi e così via. Sono sicura però che una breve ricerca in rete del tipo “sicurezza rischi professionali sarte” vi fornirà molte spiegazioni, negate invece ai freelance del pc.

Ora che sapete a quali rischi andate incontro con il vostro “tranquillo lavoro al PC”, cercate di prendere delle buone abitudini, cercate corsi sulla sicurezza online, ce ne sono di gratuiti o di quelli a prezzi modici. Nella vostra formazione includete anche un po’ di sicurezza, ma soprattutto promuovetela a stile di vita.

Farsi male o ammalarsi è facile, anche a casa nostra. Se stiamo bene e siamo rilassate lavoriamo meglio e siamo più produttive. Non abbiamo forse scelto il magico mondo dei freelance per scappare da quella gabbia dove lavoravamo prima?

Silvia Barra

Appassionata allo stesso modo di provette e miscugli e di lingue straniere, ho trovato il modo per esprimerle entrambe: sono diventata un chimico, traduco testi scientifici e tecnici e scrivo articoli tecnici e di divulgazione scientifica. Ho lavorato nel settore della sicurezza sul lavoro e credo che sia fondamentale promuovere la sicurezza come stile di vita. Adoro leggere, cucinare e stare all’aperto. Sono mamma di due scolari.

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