Sarà capitato anche a te di lasciare le cose a metà: oggi ti spiego cosa succede nella tua mente se lo fai e come puoi ridurre al minimo questo comportamento, limitandone le conseguenze negative.
Beautiful, i ristoranti e la tua mente
Cosa hanno in comune una puntata di Beautiful, un ristorante gremito con i camerieri che corrono avanti e indietro e un puzzle a cui mancano dei pezzi? Qualcosa di molto interessante riguardo alla nostra mente si cela dietro ciascuna di queste situazioni.
Se hai mai visto Beautiful, o qualsiasi soap opera (non posso fare a meno di ricordare il Trio che ne faceva la parodia), sai bene che nell’ultima parte di ciascuna puntata c’è sempre un piccolo o grande colpo di scena che ti costringe a seguire la puntata successiva per capire come andrà a finire. Salvo poi che la storia non finisce mai, ovviamente, e ogni finale ripropone sempre un nuovo cliffhanger che ti porta a seguire la serie senza soluzione di continuità, sperando che prima o poi arrivi una chiusura.
L’effetto Zeigarnik
Ma cosa in scatta in te, oltre all’umana curiosità di cercare una volta per tutte di capire il grado di parentela che lega i protagonisti? Te lo suggerisce la psicologa russa Bluma Zeigarnik, che ha identificato nella nostra mente l’effetto che porta il suo nome. Un giorno dell’anno 1927 Bluma, al tavolo di un affollato ristorante, osservò come i camerieri riuscissero a ricordare bene tutte le comande aperte e incomplete. Al contrario la loro mente, per concentrarsi maggiormente proprio sugli ordini in corso, faceva in modo di “archiviare” le comande chiuse e non più rilevanti, dimenticandole.
Da questa intuizione Bluma arrivò ad elaborare l’esistenza di una modalità che caratterizza la mente dell’essere umano non solo nel breve, ma anche nel lungo periodo. L’effetto Zeigarnik suggerisce infatti che l’uomo abbia la tendenza a portare a compimento le cose iniziate perché se non lo fa prova un senso di fastidio e incompletezza che ritorna a galla in modo irregolare, ma costante. Solo quando il compito è concluso e il task archiviato l’effetto svanisce.
Quindi, nel puzzle di impegni e attività che costellano la tua giornata, sappi che ogni cosa che lascerai incompleta, non finita, tornerà a infastidirti, come fosse il pezzo di un puzzle quasi concluso che non riesci più a trovare. Maggiore è la quantità di cerchi aperti che ti rimane in testa e maggiore sarà la tua confusione mentale.
Non lasciare le cose a metà
E allora che fare?
1. Poche cose, ma importanti
Innanzitutto evita di aprire troppe pratiche. Non dipende sempre da te, è vero. Ma spesso sei tu stessa a crearti nuovi impegni, in parte forse perché non sai dire di no, oppure perché non sempre riesci a fare chiarezza sulle tue priorità, o infine perché puoi essere vittima della tendenza a procrastinare lasciando da parte gli obiettivi davvero importanti.
2. Script manent
Un’altra pratica utile é scrivere tutto, trovare quindi gli strumenti giusti che supportino la tua mente nel suo lavoro e che riescano a sgravarla almeno un po’.
Io ti consiglio di impostare un metodo dove il calendario e le to-do-list servano da “contenitore” affidabile e sicuro, dove la mente sia sicura di ritrovare tutto ciò che vi ha depositato senza affannarsi a cercare di ricordare ogni cosa. Insomma, tutto ciò che aiuta a liberare la mente può esserti di aiuto.
3. Completa le attività aperte
Il passo successivo ovviamente sarà completare le attività aperte, perché la soddisfazione di vedere le pratiche chiuse (quanto siamo state brave a portarle a compimento?!) e di potersi dedicare solo alle pratiche aperte che decidiamo essere veramente importanti è ciò che ti fa avanzare e ti permette di lavorare in flusso.
In questo senso secondo me l’effetto scoperto da Bluma non deve essere considerato un meccanismo negativo, ma al contrario un principio da conoscere per sfruttarlo a tuo favore. Pensaci, se hai la tendenza a procrastinare l’inizio di un’attività difficile, pesante o noiosa, ma importante, il meccanismo di Zeigarnik ti può aiutare. Ti basterà fare un primo, anche piccolo passo, per sentire lo stimolo a proseguire e puntare a chiudere il cerchio per stare meglio!
Accidenti se è vero!
La procrastinazione è una brutta compagna di lavoro e si fa viva proprio quando dobbiamo dedicarci alle pratiche più difficili…
Io ho iniziato a soffermarmi proprio su quei “task” che tenderei a sorvolare preferendo gli altri e a rendermi conto che sono semplicemente le cose meno piacevoli da portare a termine, sebbene importanti.
Consapevole di questo, sto cercando di auto impormi disciplina e di scorporare i compiti più ardui da mandar giù, in micro passetti semplici e veloci.
A volte funziona!
Brava Alice, continua ad affrontare solo una cosa, un cerchio, per volta e per ogni cerchio metti a fuoco che azione devi compiere per poter avanzare e infine chiuderlo. Pian piano e cerchi chiusi saranno sempre di più e così anche la tua soddisfazione! 🙂 Buon lavoro