Come sai, per avere successo nel tuo lavoro devi avere ben chiaro chi è il tuo cliente ideale, e impostare tutta la tua comunicazione e le tue azioni marketing su questo avatar. Non basta avere una idea vaga del tuo target: devi proprio costruire un identikit molto preciso (con nome, età, status e hobby) della persona a cui ti rivolgi. Una cosa che capita spesso, le prime volte in cui crei l’identikit del tuo cliente ideale, è che ti venga fuori una copia di te. È una situazione comune, ma è anche corretta? Ossia: ha senso per te avere come cliente ideale la tua gemella virtuale? No, per i motivi che ti spiego subito:
- rischi di dare troppe cose per scontate: se hai l’impressione di parlare con te stessa, non farai lo sforzo di essere comprensibile, perché per te quello che dici, anche se molto “settoriale”, è perfettamente comprensibile. È “l’effetto bolla” di cui parla Enrica;
- rischi di proporre solo cose che piacciono a te: e così facendo non intercetti dei veri bisogni, quelli delle tue potenziali clienti là fuori. Per dire: anche se a te piace solo il gelato al pistacchio, conviene capire che cosa vuole la tua cliente ideale, e proporle quello;
- rischi di non vendere: perché quello che vendi tu lo sai già fare, quindi non ne hai bisogno. La tua cliente ideale ha un problema che tu sai risolvere: ma se sei tu, quel problema lo hai già risolto a monte;
- rischi di annoiarti: perché alla fine il tuo è un monologo, non un dialogo. Non devi “stanare” le tue clienti, e quindi resti sempre nei confini della tua confort zone. Ma così è difficile crescere, professionalmente e umanamente. Se smetti di guardarti l’ombelico, potresti scoprire che là fuori c’è un mondo (di clienti che aspettavano proprio TE).
Ok, hai capito che l’identikit-fotocopia non è quello giusto, ma come fai a evitarlo? Semplice: parti dalle tue migliori clienti (se le hai già) per evidenziare i tratti comuni (fascia d’età, status, professione, interessi) e sulla base di quelli costruisci il tuo identikit. E se sei agli inizi, e le clienti non ci sono ancora? Fai un po’ la stalker e vai a vedere le clienti/followers di chi fa cose simili a quelle che vuoi proporre, interagisci con loro, studiati i loro profili social e crea il tuo mix.
Attenzione: mix, perché anche usare come cliente ideale una sola persona reale, che conosci, può essere fuorviante. Più la tua cliente ideale è composita, un collage di persone reali, più è facile per chi ti segue identificarsi in almeno alcuni tratti.
Ciao! questo articolo mi ha colpito in particolar modo!
Mi ha colpito perche io seguo esattamente la strategia opposta! io creo principalmente quello che mi piace in base al mio stile preferito (shabby e country), ho una pagina che ho cercato di rendere più settoriale possibile e cerco di identificarmi nella mia cliente il più possibile, il mio target ideale è sempre più simile a me. Nonostante faccia esattamente il contrario delle regole di marketing le mie clienti ordinano e poi riordinano e sono sempre più soddisfatte. E soprattutto fare cose che non mi piace fare mi farebbe annoiare troppo.
Credo che è il fare ciò che si ama che da quella motivazione, felicita e soddisfazione di continuare a creare.
Ciao
Rosa
Ciao Rosa, da tempo sto cercando di capire come ‘crescere’ in questo oceano di creativi. Condivido quello che scrivi perché anch’io creo quello che mi piace e che mi riesce meglio. Spesso invento i miei accessori. Ho una pagina in fb con tanti like ma zero richieste! Ho provato a mettere in vendita i miei lavori all’uncinetto su alcuni Marketplace ma con esito negativo. Dove sbaglio? Patrizia
io invece ho capito che creare solo che piace a me non va bene, perché significa creare per una persona troppo specifica, se si vuole vendere bisogna creare per una fetta di clienti più ampia e meno specifica, una via di mezzo insomma, non sparare nel mucchio, ma nemmeno andare troppo nel dettaglio, come può essere la conoscenza che ovviamente abbiamo di noi stessi e dei nostri gusti
se non vendi nemmeno fuori da internet vuol dire che quello che crei non ha molto mercato e quindi forse è proprio il caso di rivedere le creazioni
i marketplace io credo che non siano più efficaci per distinguersi e vendere, quindi non ti so consigliare, io li ho lasciati perdere, per me sono tempo perso
io per esperienza posso dire che spesso mi trovo a comprare cose che non rispecchiano il mio gusto o che perlomeno pensavo non lo facessero
a volte un oggetto è come un qualcosa di magico che ci permette di immaginare un cambiamento, se per esempio io sono “tipo da borse serie” è facile che mi venga il guizzo di comprarmi una borsa coloratissima e stramba, a volte noi siamo il target ma siamo anche il target che ha bisogno di essere movimentato e sorpreso
pensare per un target diverso da noi aiuta sicuramente ad essere più lucidi e ad andare dritti al punto, mentre ragionare su noi stessi porta a volte tanta confusione e non ultima anche noia
perchè è come cantarsele e suonarsele da soli in pratica
credo che l’ideale sia partire da se stessi forse ma da quello che non ci piace e quello che vorremmo, non semplicemente quello che desideriamo o crediamo di desiderare