Sai qual è il problema più diffuso, l’ostacolo più frequente, il tentennamento più popolare tra le clienti con cui faccio personal branding?
La definizione del proprio target.
Perché? Perché esiste questa diffusissima convinzione che
Lascia che corregga l’equazione per te
Quindi come puoi capire facilmente, se definisci il target sì, escluderai alcune persone. Se non lo definisci le escluderai TUTTE, perché nessuna si riconoscerà davvero nel tuo brand, e non riconoscendosi non comprerà.
Non ti ho convinta? Non ti convince nemmeno che qualsiasi corso di marketing/branding/seduzione parta proprio dal definire bene il proprio target? Non importa: in questo campo la prova viene dalle tue vendite. Come vanno? A gonfie vele? Ok, puoi fregartene del target (probabilmente lo hai intercettato anche senza volerlo, o vendi qualcosa che hai solo tu e tutti vogliono, come il ghiaccio ai Tropici). Ehm, così così/malaccio/mia cugina vale? Lavora sul target.
Che poi è come dire: chi ha secondo te il problema che tu con il tuo business risolvi? Quello è il tuo target. Ed è già un’indicazione utile. Ma tu non ti fermare qui: crea un avatar-cliente ideale con tutte le info del caso (nome, età, gusti personali, cosa legge, ha figli, a cosa è allergica ecc) e parla con lei e con lei sola.
Devi vincere l’atavica paura del target. Non è che se mi dici che la tua cliente ideale si chiama Maria, ha 36 anni, un figlio di 3, vive in città, va in giro in bici e mangia bio poi devi escludere Giovanna, single impenitente, motociclista e amante delle burgherie unte e bisunte. Perché definire una cliente ideale serve a te per capire dove stanarla e come proporle al meglio le tue soluzioni ai suoi problemi, ossia per fare un marketing mirato e consapevole. Ma se arriva anche Giovanna va bene, solo che non sarai andata a cercarla tu, sarà venuta lei, magari è amica di Maria che le ha parlato bene di te, e il passaparola è sempre il miglior strumento marketing.
Potrei parlarne per ore ma non lo faccio. In questo campo l’unica cosa che conta è l’esempio pratico: qui trovi una scheda cliente ideale da utilizzare, è quella che uso per le mie clienti di personal branding. E qui c’è un articolo breve ma prezioso interessante sullo stesso tema. Provaci anche tu, supera la paura e corri incontro alla tua cliente ideale. C’è lei nel tuo destino, e tu nel suo. Sipario.
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ciao!
questa cosa del target per me è particolarmente complessa perché in effetti tendo proprio a ricadere nel timore di restringere troppo l’ambito 🙂
ma anche perché è difficile scegliere! Nel senso… ci sono tante cose che mi ispirano e forse devo un po’ capire/sperimentare quali fanno davvero per me e quali no.
E allo stesso tempo ho un po’ paura di fissarmi su una cliente ideale troppo simile a me!
Per esempio, come counselor mi piacerebbe lavorare:
– con persone timide e introverse per smettere di considerare la timidezza un difetto e allo stesso tempo imparare a viverci bene insieme
– con donne che non si piacciono, per imparare a volersi bene
E sono già due tipi di persone diverse… o forse… illuminazione: devo concentrarmi sulla sovrapposizione dei due insiemi?
Scusate lo sproloquio tipo “flusso di coscienza” ma questa è proprio la domanda che mi pongo in questo periodo…
Grazie!
Giulia, questo “flusso di coscienza” invece è utilissimo perché è proprio così che a poco a poco metti a fuoco la tua cliente-avatar. Che come hai intuito non puoi essere tu, o una fotocopia di te, perché tu probabilmente non saresti una tua cliente: quelle cose le sai già! Ma potrebbe essere simile a ciò che tu eri anni fa, per esempio: in questo l’empatia ti aiuta, puoi “metterti nei panni” di chi ha certi problemi, perché ci sei passata anche tu. Pensa a quali problemi sei brava a risolvere (in questo ti aiutano anche i feedback che hai ricevuto): chi ha questo tipo di problemi? Chi si può avvantaggiare di più da quello che fai e da come lo fai? Questo ti aiuta a individuare la tua cliente. Buone riflessioni, e facci sapere!
Buonasera Gioia. Da quando ho scoperto C+B, tre giorni fa, ho sfruttato ogni minuto libero per leggere avidamente ogni singolo post. Ora che ho finito, sto iniziando a fare i “compiti” e il primo è proprio questo. Ok, scheda compilata…ora ho un paio di dubbi: il primo è che più o meno consciamente ho stilato il mio identikit. Ci ho pensato un po’ su, e non sono ancora decisa se vada bene così o sia un errore. Nel senso che forse voglio una cliente che mi somigli perché potrebbe più facilmente crearsi un feeling e un rapporto di fiducia…o forse non ho semplicemente capito una cippa. Secondo dubbio: lo so, sono una capra, ma cosa significa “che esperienza ha della tua attività?” Come mi ha conosciuta? Quindi blog/sito/social network/etc?
Grazie a te e a tutta la redazione per lo splendido lavoro che state facendo, probabilmente questa non sarà l’ultima questione che vi sottoporrò (magari sotto mentire spoglie, per non rischiare una denuncia per stalking). Fabrizia
ciao Fabrizia, felice di esserti stata utile. Discorso target: sì, un classico è costruire un cliente ideale che poi… siamo noi! In realtà tu non sei la tua cliente ideale, perché non hai bisogno di comprare qualcosa che sai già. La domanda da farti è sempre: partendo dalle mie offerte, chi è la persona che ne ha più bisogno, che ne può trarre un maggiore vantaggio? E poi cercare di descriverla nei dettagli. Sicuramente avrà alcuni punti in comune con te (magari la fascia d’età, alcune cose che legge ecc) ma non tutto. Per la seconda domanda: significa che cosa sa, già, di quello che fai tu? Per esempio, se vendi che ne so, prodotti biologici fatti da te, ha già comprato qualcosa da altri? Come si è trovata? Cosa le è piaciuto e cosa no? Continua pure a stalkerarci, noi siamo contente, soprattutto quando ci fanno domande utili come le tue. A presto!
Sono in crisi! Comincio a compilare la scheda e mi rendo conto che sto descrivendo clienti che già esistono , in particolare una di quelle che mi sta più simpatica (e compra, e mi fa un sacco di pubblicità )…..ma lei non vale o sbaglio?
E per chi come me, cara Gioia che ancora non ha un’attività ma la sogna tanto e per ora, l’unico piccolo passo che ha fatto è quello di aprire un e-commerce che si mescola agli altri in quanto tutto basato sulla creatività, come fa a capire cosa fa l’ipotetico cliente piuttosto che come si veste? è difficilissimo 🙁
Salve Gioia, spunti e suggerimenti utilissimi!
Avrei una domanda: che fare se la “nicchia” su cui sto pensando di avviare la mia attività risponde, per motivi e situazioni differenti, ai bisogni di potenziali clienti molto diversi tra loro? Ha senso eleggere come “cliente ideale” uno solo di questi profili e modellare solo su di esso la mia attività? E come decidere a quale dare priorità?
Giusto per fare un esempio concreto… se creassi un blog sulle penne colorate, il target potrebbe essere un bimbo di otto anni che frequenta le elementari e ha le sue belle paginette da colorare, ma anche una venticinquenne appassionata di grafica e arte che riempie blocchi su blocchi di schizzi e idee variopinte! Come scegliere?
ciao Leydaa, la domanda è buona, tanto che si meriterà un post a parte, ma intanto: c’è una sottile differenza nel tuo esempio tra target e cliente ideale, perché i bambini possono essere un target a cui miri, ma non clienti (né forse lettori del tuo blog): è a chi compra che ti rivolgi e che vuoi convincere della bontà dei tuoi proditti/servizi, quindi probabilmente ai genitori. Per cosa fare quando ti sembra di avere più di un cliente ideale… ci raggiorniamo!