Blog carbon neutral: per fare un blog ci vuole un albero

Carbon neutral label, la tentazione numero uno del blogger che vuole essere eco-friendly.

Si sa, il web è il paradigma dell’immateriale, ma, a meno di stati confusionali gravi, anche il più sprovveduto frequentatore della rete si domanda come tutto ciò sia possibile. Ho una mia teoria personale per la quale la ricerca delle interazioni fra mondo digitale e analogico aumenti in concomitanza con la proiezione di Matrix in tv, ma la sto ancora verificando a Palo Alto e non posso dire di più. Indipendentemente dal motivo per cui accada, prima o poi la coscienza ecologica del blogger si risveglia e bussa. Immagini di sale server immense sovrastate da enormi ciminiere sbuffanti si affollano nella mente: OMG sto uccidendo il pianeta!

Secondo voi dove si può trovare il miglior modo di compensare gli effetti della rete? In rete ovviamente.

Se digitate su google cose del tipo “compensare emissioni nocive”, vi imbatterete in moltissimi siti che calcoleranno l’impatto ambientale delle vostre attività, comprese quelle sul web, e vi diranno la vostra produzione di CO2, la nemica numero uno dell’ambiente. In parallelo vi sarà offerta l’opzione per sanare il vostro debito con l’ambiente ottenendone in cambio un bollino, label appunto, che certifichi al mondo l’impegno profuso. Ciò che va compensato è il quantitativo di CO2 generato dalla produzione di energia elettrica che serve al funzionamento di pc, server e data center. A parte le società più sfacciate che vi chiederanno soldi senza meglio specificare l’investimento pro-ambiente nei quali li impiegheranno, tutte le altre offrono alberi. È noto ai più che la fotosintesi clorofilliana converta l’anidride carbonica in energia per le piante e uno dei prodotti di scarto di tale processo sia, buon per noi, l’ossigeno.

L’intento è meritorio e diciamolo pure i bollini da mettere nel blog deliziosi: si sa noi ragazze abbiamo un côté esthétique pronunciato e l’emulazione del blog trendissimo sempre pronta.
Mi soggiungono però alcune riflessioni agronomiche mescolate all’etica, con una manciata di sospetto. Il consumo medio di energia di un pc genera all’anno dai 90 kg di CO2 per i laptop ai 170 per i desktop, considerando 8 ore di utilizzo; per la quota server e data center moltiplicate per tre, questi sono infatti sempre accesi e pronti all’uso.
Un albero in accrescimento fissa 16 kg di CO2 in un anno: per compensarne 350 kg occorre una pianta sana e frondosa di dieci metri (per intenderci parliamo del terzo piano di un palazzo). Avete fatto i vostri calcoli?
Bene, non  spenderò una parola agronomica di più. Si parla chiaramente di un solo pc, ma voi volete farvi conoscere e fare business, il vostro desiderio è che il pubblico potenziale cliente si affolli sul vostro sito. La rete è appunto una rete, si moltiplica esponenzialmente; che farete, direte: “Potete visitare il mio sito solo se compensate anche voi le vostre emissioni?”. Dai, non scherziamo!

La questione peggiore di tutte dal mio punto di vista, comunque, è il principio che sta dietro la compensazione: pagare per inquinare. Sì, perchè è questo quello che succede, non è che piantando alberi le centrali elettriche smettano di bruciare idrocarburi o spaccare atomi. Puzza un po’ di greenwashing. Certo, restituire qualcosa all’ambiente è meglio di nulla, ma è terribilmente occidentale, passatemi il termine, pure un po’ capitalista. Per fare quel che voglio e pacificarmi la coscienza, pago.

Posto che nessuno di noi vuole tornare al passato, che fare? Io sono per la vecchia scuola: se non costa fatica, non vale. Preferisco fare la mia parte con uno stile di vita più sobrio, riducendo sprechi e acquisti reali, patendo un po’ perché lo sa il cielo quanto mi piacerebbe circondarmi di ogni scemenza esistente; ma pagare perché qualcuno pianti – forse – un albero non lo ritengo sensato.

Ricordate: per ogni green label acquistato, un hipster si macchia irrimediabilmente la t-shirt organic cotton con del Blue Bottle Coffee.

E voi, avete mai pensato al bollino carbon neutral?

Cristina Delbuono

Agronomo, progettista ambientale, neofita del knitting, appassionata di usi alternativi del verde e blogger – vivo in campagna conservando uno spirito spietatamente metropolitano.

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2 thoughts on “Blog carbon neutral: per fare un blog ci vuole un albero”

  1. > per ogni green label acquistato, un hipster si macchia irrimediabilmente la t-shirt organic cotton con del Blue Bottle Coffee.

    qui ho sputato la tisana sulla tastiera per il troppo ridere. grandissima Cristina!

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