5 cose che I Promessi Sposi possono insegnare all’imprenditrice creativa

So che cosa state pensando: passi Harry Potter, ma I Promessi Sposi? Ebbene sì, anche Manzoni. Questo post nasce un po’ per sfida, ma mentre lo scrivevo mi sono resa conto che anche il buon vecchio Sandrone M. ha qualcosa da dirci fra le righe. Siete pronte?

1. Ci sarà sempre qualcuno/qualcosa che ti intralcia

Don Rodrigo, la peste, i Lanzichenecchi: Manzoni butta a piene mani ostacoli sulla strada dei suoi protagonisti. I tuoi ostacoli potrebbero essere cause di forza maggiore, per esempio la burocrazia, una congiuntura economica o un problema logistico, ma anche “solo” dubbi, incertezze e paure. Nessuno ha mai detto o pensato che sarebbe stato facile: quello che più conta è che ne valga la pena. Se davvero hai fiducia nel tuo progetto, non vedere le difficoltà come insormontabili, ma analizzale obiettivamente, una per volta, e riscrivi la fattibilità del tuo sogno. Forse c’è qualcosa da cambiare, da limare, da migliorare. La cosa più importante è avere ben chiaro in mente da dove  parti e dove vuoi arrivare: tutto quello che sta in mezzo è lavoro da fare.

2.  Scegli con cura i tuoi alleati

Se tra le tue file campeggia un Don Abbondio, liberatene subito! Coloro con cui lavori devono credere in te e in quello che desideri fare. Ma attenzione: non è detto che chi ti pone obiezioni e domande scomode stia per forza remando contro, forse vede qualcosa che a te sfugge e che potrebbe essere un problema. Ascolto attivo, partecipazione, professionalità: queste sono le caratteristiche che devi cercare in chi ti circonda nella realizzazione della tua impresa. Anche l’empatia è indispensabile: attenta però a chi parla solo per affetto nei tuoi confronti, perché, in un senso o nell’altro, rischi di ascoltare solo quello che ti fa comodo. E questo vale anche per quella vocetta interiore che si fa sentire nei momenti meno opportuni…

3. Le risoluzioni dettate dalla disperazione non valgono

Che Lucia non sia una campionessa di furbizia si capisce già da pagina uno: del resto, bisogna capirla, povera ragazza. Nonostante io l’abbia sempre trovata irritante, ammetto che c’è un po’ di Lucia in ciascuna di noi, quando siamo preda dei momenti di sconforto e piagnucoliamo in apnea nel barattolo di  Nutella pensando “tanto non ce la farò mai”. Insomma, se il voto di castità di Lucia non vale perché pronunciato sull’onda del terrore, non vale neanche la nostra risoluzione di mollare tutto e cercare un impiego alle Poste. Primo, perchè tanto alle Poste non assumono. Secondo, perché, se quello fosse stato davvero il nostro desiderio più recondito, avremmo lavorato in quel senso già a tempo debito. Forza e coraggio, fanciulle: piangersi addosso più di un giorno intero è vietatissimo. Archiviamo l’episodio e rimbocchiamoci le maniche, abbiamo un sacco di roba da fare!

4. Se davvero vuoi qualcosa, devi agire

Prendete Renzo: tanto un bravo ragazzo, per carità, ma per il resto, brivido terrore e raccapriccio. Eppure persino lui ad un certo punto alza le chiappe dalla panca e si reca in città da quel bel tomo di Azzecca-Garbugli (sempre a proposito di scegliersi i consulenti sbagliati, eh, Renzo?). Insomma, un’impresa, per quanto creativa, non si genererà da sola per partenogenesi dal giorno alla notte. Dovrai muoverti, fisicamente, per andare a parlare in camera di commercio, dal commercialista, nei vari uffici comunali, eventualmente presso enti, compirai pellegrinaggi in banca che neanche a Santiago de Compostela, insomma, è una rottura, ma s’ha da fare. Metti su il tuo rossetto preferito, scarpe comode, qualcosa da leggere per sopportare lo strazio delle sale d’attesa e via, verso nuovi orizzonti inesplorati!

5. Essere te stessa può portare a risultati inaspettati

E qui torniamo a Lucia. Che uno dice, tutta cheta, vergognosa e repressa, capirai mai cosa potrà combinare in mezzo a questa selva di briganti e maneggioni. E invece. Proprio per questa sua mansuetudine, proprio grazie a tutti i suoi rossori e pudicizie, Lucia trova le parole giuste per smuovere l’Innominato, per convincerlo a farsi da parte e abbandonare la strada del crimine. Non credo che Manzoni avesse proprio in mente una virata finale sul Girl Power, ma io sì, e quindi, amiche belle, quello che dovete prendere e portare a casa dai bisbigli singhiozzanti di Lucia è che a volte ci sentiamo inadeguate proprio perché più emotive, perché magari ci scappa la lacrima quando non vorremmo, o perché la mancanza di testosterone ci nega quell’aggressività che troppo spesso viene scambiata per autorevolezza. Invece no: questi sono i nostri punti di forza per creare un ambiente lavorativo più umano, vivibile, cooperativo.

Beatrina Incorporella

Girl in progress, ancora, da sempre. L'unica costante della mia vita sono lettura e scrittura: da dieci anni sono una libraia, da almeno trenta una lettrice. Scrivo per dimenticare (e per ricordare), un po' sul serio e un po' per ridere. Sono bionda per vocazione, torinese di nascita, ironica per autoconservazione.

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7 thoughts on “5 cose che I Promessi Sposi possono insegnare all’imprenditrice creativa”

  1. Ciao Beatrice,
    che cos’hai contro il posto in Posta???
    Io lavoro in Posta e il tuo articolo mi è piaciuto molto, per quella nota femminile che hai messo in fondo, è proprio vero a volte dobbiamo essere un pò come Lucia anche se lo scontro con chi sta sopra, che guarda caso è sempre maschio, è inevitabile.
    Certo il posto in Posta non mi ha fatto fare tutti quei giri e il movimento cui accennavi, diciamo che ho trovato la pappa pronta. ma ultimamente, proprio per il mio essere troppo Lucia qualcosa mi sta stretto, tanto che sto pensando di fare il percorso di job clinic all’Accademia della Felicità.
    Lungi da me la polemica, anzi ti seguo e ti leggo sempre volentieri,e questo mi permette di dire un concetto che da sempre ho cercato di far capire a chi ha lavorato con me, anche per chi lavora in un “posto fisso” se ci mettesse quel pizzico di iniziativa, di creatività, di amore per le cose che si fanno, se capisse che il proprio il posto di lavoro non è così scontato, se si piangesse addosso un pò di meno e non pretendesse di avere sempre e solo diritti forse le cose andrebbero nettamente meglio.
    Ci accomuna anche il segno zodiacale!!!! Bello leggere la scorrevolezza delle tue parole e complimenti per l’energia che emani.
    Grazia

    • Grazia, come giustamente ha scritto Stella era proprio solo un esempio, mi spiace se è suonato come una critica!
      Mille complimenti per il tuo percorso, sono perfettamente d’accordo su quello che dici sul metterci del tuo anche quando il lavoro non lo richiede “per contratto”: se tutti lo facessero, il mondo del lavoro migliorerebbe esponenzialmente.
      Un abbraccio e viva le acquariette!

  2. però una punturina di testosterone me la farei ogni tanto! (fortissima la vignetta… e ora giù tutte a far coroncine aureolastyle da vendere su etsy)

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