Cinque cose che Harry Potter insegna all’imprenditrice creativa.

1. Un grande talento è nulla senza le competenze.

Forse non dobbiamo specializzarci in materie entusiasmanti come Pozioni o Arti Oscure, ma abbiamo tutte bisogno di imparare ad incanalare il nostro potenziale magico in una direzione costruttiva. Agitare la bacchetta a vuoto fa danni più o meno rimediabili, e gli incantesimi non funzionano se non sono pronunciati esattamente. Che siate brillanti come Hermione o imbranate come Neville, o addirittura talenti naturali come Harry, trovate la vostra Hogwarts e dateci dentro con lo studio.

2. La rete è la tua forza più grande.

Che cosa sarebbe Harry, il mago più famoso di tutti i tempi, senza i suoi amici? Ognuno di loro ha competenze ed istinti che a lui mancano e che gli salvano la pelle in più di un’occasione. Non a caso il momento in cui è più vulnerabile è quello in cui si allontana da tutti e si sente (sbagliando) solo e incompreso. Chiedete aiuto, confrontatevi: magari la risposta che a voi manca potrete trovarla in pochi minuti facendo una domanda alla persona giusta!

3. Impara dai tuoi concorrenti diretti.

Harry e Voldemort sono acerrimi nemici, ma sono strettamente legati e hanno molto in comune. Il momento in cui Colui Che Non Deve Essere Nominato è più pericoloso è proprio quando non si sa dove sia e che cosa faccia. Quindi quello che devi scoprire, con occhio critico e una buona dose di umiltà, è che cosa fanno i tuoi concorrenti: qual è il loro punto di forza? E la loro maggiore debolezza? Guarda che cosa puoi imparare da loro e che cosa puoi offrire di diverso e di alternativo. Per essere originali a volte basta poco, ma bisogna sapere con chi ci si confronta.

4. Ritagliati degli spazi al di là del lavoro.

Anche nel mezzo di una lotta mondiale fra maghi con morti e feriti c’è tempo per una partita di Quidditch e una burrobirra a Hogsmeade. Quindi, chiediti quando è stata l’ultima volta che ti sei presa un po’ di tempo per te: se non te lo ricordi, o se te lo ricordi ed è stato tanto tempo fa, vuol dire che sei a credito! Il mio consiglio è di puntare su qualcosa di molto lontano dalla tua attività: che sia un bagno caldo, una corsetta nel parco, la lettura di una rivista di gossip o cucinare una torta vegan, una puntata di Grey’s Anatomy, sappi che vale tutto! A volte bastano quindici minuti spesi bene per riaccendere il cervello e rimettersi al lavoro più produttive che mai.

5. Credere in quello che si fa è la magia più potente.

L’Avada Kedavra, la più terribile delle Maledizioni Senza Perdono, è capace di dare la morte in un solo istante. Ma devi volerlo davvero, se no non funziona. Allo stesso modo, l’Incanto Patronus, l’incantesimo di difesa più bello e potente, richiede estrema concentrazione e un ricordo felice per poter riuscire. Ora, il mio consiglio è di lasciar perdere le minacce di morte, per stavolta, e concentrarti su un incantesimo di gioia e protezione. Quando ti senti stanca, ferita e svuotata, evoca il tuo Patronus attraverso il tuo ricordo più felice, il tuo successo più grande, il talento di cui sei più orgogliosa, il magico momento in cui hai pensato: posso farcela! Questo è quello che devi avere negli occhi e nella testa per reagire ai momenti difficili con Creatività e Bellezza.

Beatrina Incorporella

Girl in progress, ancora, da sempre. L'unica costante della mia vita sono lettura e scrittura: da dieci anni sono una libraia, da almeno trenta una lettrice. Scrivo per dimenticare (e per ricordare), un po' sul serio e un po' per ridere. Sono bionda per vocazione, torinese di nascita, ironica per autoconservazione.

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17 thoughts on “Cinque cose che Harry Potter insegna all’imprenditrice creativa.”

  1. Commozione!!! ci volevano questi cinque punti oggi, ci volevano proprio! E’ vero che quando uno inizia il suo percorso la vita gli fa succedere cose davanti al naso che non avrebbe trovato nemmeno se le avesse cercate…siete tutte preziose a C+B, grazie!

  2. Vero. Tutto vero. Ma quando ti sembra che tutte le altre (qui il mondo maschile non è contemplato) abbiano idee geniali e creative e originali con amiche pazzesche ancora più cool di loro, alle quali comunque non si rovina lo smalto rosso sulle unghie e che posseggono oggetti carinissimi ai quali non dimenticano di fare fotografie perfette coi loro I phone da postare sui loro luccicanti blog e tu, che sei carinissima e creativa uguale, ti ritrovi in tuta a chiederti se ti stai illudendo che il tuo hobby possa diventare un lavoro quando un lavoro “vero” (ecco il punto: distinguere il lavoro “vero”. Non va bene così. E’ segno della mia insicurezza, della mia indecisione o entrambe?) non arriva e alcuni giorni ti dimentichi pure di cercarlo perché sogni che ciò che produci ogni giorno in cucina sia già quello il tuo lavoro vero? Eh, che si fa, oltre a tirare un gran sospirone? Anche io vivo a Torino, anche se ultimamente la frequento poco. C+B è una delle belle scoperte dell’ultimo periodo, quello del “Ah, come vorrei che il mio hobby fosse il mio lavoro”. Quello in cui mi pare che tutte le donne (soprattutto le blogger!) riescano pure a guadagnarci e ad avere uno stipendio (ma di che vive una blogger? O una freelance?), mentre io son qui a pensare che, cazzo, tra 15 giorni arriva l’ultima rata di disoccupazione e poi? Quello, in ogni caso, in cui mi prendo del bel tempo per me, i miei pensieri, i miei progetti e la mia voglia di crederci ignorando volutamente tutti questi lamentosi che non fanno altro che ammazzare l’entusiasmo. Non vinceranno loro! O no?

    • A noi lo smalto si rovina eccome!
      Le blogger che vivono davvero soltanto di quello sono rarissime, Annaliz, e molto molto molto brave e preparate. È che spesso tu vedi solo la parte finale del loro lavoro, ovviamente. Anche le freelance, ovvero libere professioniste, ci vivono più o meno bene a seconda di quanto sono più o meno brave, professionali, preparate. Non far vincere i lamentosi, fai bene i conti e lavora sodo! Un abbraccio grandissimo.

      • Hai confemato ciò che sospettavo e che forse neanche una magia di Harry potrà cambiare, ahimé per ora.
        Nel dubbio, seguo la tua pagina FB e magari ci sentiremo presto…o magari ci vedremo, da qualchee parte sotto la Mole.
        Tu, nel dubbio, dai uno sguardo alla mia pagina e al mio shop ; )
        Have a nice day! Un abbraccione

  3. Bravo, bravo Harry Potter.
    Non ti avevo mai visto sotto questa luce;)
    Bellissimo post. Ma non solo. É l’intera squadra che funziona alla grande.
    Anche io sono strafelice di avervi scoperte.
    Sempre in debito con Fatamadrina.
    Grazie Barbara!!!!

  4. sì però io Diagon Alley vorrei che esistesse davvero!
    Chissà, magari desiderandolo forte riesco ad aprire una bottega di bacchette magiche.. quelle per resuscitare il nostro entusiasmo quando sembra perduto 🙂

    • Se esistesse Diagon Alley non sarei più a Torino da un pezzo 🙂
      La mia bacchetta magica sono le mie amiche/colleghe. Sono sicura che se guardi bene anche tu ne trovi una!
      Un grande abbraccio, Maddi!

  5. Ho semplicemente un’adorazione per Harry Potter e nonostante i miei 32 anni continuo a gauardare i film e so a memomria tutti e 7 i libri.

    La storia di HP mi ha sempre dato una sensazione di energia positiva incredibile, forse per l’archetipo del “viaggio dell’eroe” che a mio avviso è il messaggio predominante del romanzo.

    Ma applicarlo in questo modo alla quotidianità è davvero un input nuovo, quindi grazie mille, difficilmente me ne scorderò!

    • Beh, lo spunto per questo articolo mi è venuto proprio verso Natale, riguardando per la centomillesima volta i film della saga…alla facciazza dei miei (quasi) 34 anni!
      E sì, secondo me è davvero un libro simbolico, con molti piani di lettura diversi, a seconda dell’età dei lettori o del periodo che stanno attraversando.
      Evviva la Rowling!
      Baci!

  6. Da potterhead creativa quale sono non posso non amare alla follia quest’articolo e condividerlo praticamente ovunque. Grazie. Vi ho scoperti adesso e già vi amo.
    E ora guarderò in ogni angolo del blog v.v
    Grazie ancora!

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