LinkedIn: scrivere post che si fanno leggere

“Saprei anche cosa scrivere, quello che non capisco è come scrivere per fare in modo che i miei post su LinkedIn vengano letti.”
Scommetto che l’hai detto tante volte e che il risultato è che non scrivi. 

Benvenuta nell’articolo che ti aiuterà a passare dal cosa al come scrivere post per LinkedIn (e poi non avrai più scuse). No, no ti darò una ricetta. Qui troverai indicazioni pratiche sulle quali potrai sperimentare per trovare, via via: il tuo modo, il tuo tono di voce, la tua impronta, riconoscibile e gradita al tuo pubblico.

Cosa vedremo? Come si progetta un contenuto.
Perché la progettazione è ciò che garantisce alla scrittura – che è la fase produttiva, realizzativa – di essere efficace. Scrivere infatti è solo uno step del processo cognitivo e comunicativo che porta a creare contenuti, e non è mai il primo.

ANATOMIA DEI CONTENUTI CHE FUNZIONANO

Premessa necessaria: non è vero che tutte le storie funzionano solo perché hanno un protagonista, un antagonista e un lieto fine; allo stesso modo, un “contenuto scritto bene” non sarà necessariamente un contenuto che si fa leggere.

Un contenuto che si fa leggere è:

  • Interessante: è interessante qualcosa che parla di me, non solo che parla a me. È interessante qualcosa che parla con chi legge, ovvero che chiede anche la sua opinione o contributo. 
  • Utile: risolve un problema o genera un piacere, questi sono i due driver principali. Essere utile significa condividere qualcosa che serve a chi legge.
  • Coinvolgente: le storie coinvolgono si sa, ma anche una scrittura curata coinvolge, e non di meno un tono di voce che suscita emozioni. Il coinvolgimento nasce da un mix di elementi che si incastrano e si compensano affinché l’attenzione di chi ti legge rimanga alta anche se usi tutti i 3000 caratteri a disposizione (che sono tanti, non sentirti in obbligo di finirli sempre tutti).
  • Ispirazionale: non è sempre facile ispirare le persone ma guardare oltre e disegnare un orizzonte desiderabile è un’ottima mossa. I contenuti che ispirano sono contenuti che costruiscono (le lamentele non ispirano e nemmeno le critiche sarcastiche hanno questo potere). Fai vedere qualcosa di desiderabile.
  • Dialogico: pensato e creato per stimolare la conversazione e quindi per instaurare relazioni (questo è molto importante su LinkedIn). C’entra con la CTA – chiamata all’azione – (che vedremo a fine articolo) ma anche con la costruzione di tutto il post. Mettiti in conversazione, non limitarti a asserire o informare.
  • Adeguato al contesto/canale: se stai scrivendo su LinkedIn non sarà una lista infinita di # a renderlo più virale, e nemmeno una foto da urlo. Su LinkedIn funzionano soprattutto le parole e la capacità di argomentare un concetto per renderlo utile e utilizzabile da chi legge. Su LinkedIn il perimetro narrativo è quello professionale, non significa che devi parlare solo del tuo lavoro ma che ti stai rivolgendo a persone che cercano contenuti utili per il loro lavoro.

Volendo sintetizzare la parola che condensa tutte queste qualità è RILEVANZA.
La risposta alla domanda “cosa scrivo su LinkedIn” è: progetta e scrivi contenuti rilevanti.

PENSA COME UNA DESIGNER

Qui trovi delle indicazioni pratiche che non ti trasformeranno in una designer ma che ti aiuteranno a pensare come una designer. Partiamo da un concetto fondamentale che Elena Bobbola e Marie Louise Denti ripetono spesso: tu non sei il tuo pubblico.

Se siamo d’accordo su questo, per pensare come una designer ti invito a fare queste cose.

Mettiti dalla parte di chi ti legge

Non devi solo sapere a chi parli (quello lo diamo per scontato, ovvero diamo per scontato che tu abbia già messo a fuoco gli obiettivi e il pubblico a cui ti rivolgi), devi invece metterti nei suoi panni e scoprirne problemi, desideri, ambizioni, dubbi, bisogni, pruriti, ferite, ossessioni… Per farlo, un consiglio banale quanto funzionale, è: trascorri del tempo a leggere il tuo pubblico (che poi significa che devi ascoltarlo), su LinkedIn ovvio, ma anche negli altri luoghi dove conversa. Sembra banale ma non lo è affatto, è importante.

Segui un processo e innamorati del processo (anche questa la rubo alle Slide Queen)

Crea un metodo, affinalo con l’uso e non abbandonarlo. Il metodo che ti suggerisco io passa per tre domande che ti indico nel prossimo paragrafo

Coltiva il dubbio generativo

Il dubbio generativo, quello di cui parla spesso Vera Gheno ma anche quello di cui ha parlato Silvia Versari all’ultimo Freelancecamp quando ha invitato chi scrive a chiedersi sempre “è esattamente questo che voglio dire e comunicare? è questa la formula migliore? le parole sono adeguate o ne posso trovare altre di più precise?” Sii curiosa, non dare niente per scontato e esci dal tuo punto di vista per capire in quali modi potrebbe essere interpretato il tuo contenuto e verificare se c’è qualcosa che puoi aggiustare.

Scrivi in modo efficace e considera le emozioni

Costruisci il messaggio secondo i principi della scrittura efficace, applicando chiarezza, semplicità, concretezza ed empatia ma considerando sempre anche la componente emotiva (il pathos per intenderci): è vero che siamo su LinkedIn, è vero che è una piattaforma B2B, è vero che si parla di “lavoro”. Ma è altrettanto vero che a muoverci sono le emozioni, e come dice Simona Ruffino, esperta di neuromarketing, “il cervello emotivo risponde molto più rapidamente agli stimoli di quello razionale: per questo è fondamentale ottimizzare la nostra comunicazione affinché lui venga attivato correttamente”.

Sii inclusiva

Questa attenzione potrebbe rientrare nel “mettiti nei panni di chi legge” ma preferisco darle un’attenzione a parte, un po’ per personale sensibilità sul tema, una sensibilità che mi spinge a condividere quantomeno uno stimolo alla riflessione, un po’ perché l’inclusività richiede un impegno in più e a volte nuovo rispetto a un recente passato. Non ci sono ricette, come dice Annamaria Anelli, la scrittura inclusiva “è un cantiere aperto”, ma anche su LinkedIn è un tema sempre più sentito e un modo di porsi che differenzia e che racconta, a sua volta, qualcosa di chi scrive. Trovi consigli di lettura sul tema in fondo all’articolo. 

Sperimenta di continuo e poi correggi il tiro

Non confondere la progettazione di un post con la costruzione di una cattedrale. Segui un processo, scrivi con accuratezza, rileggi e correggi e poi pubblica: è un post innanzitutto, non un’operazione a cuore aperto e solo pubblicando, e pubblicando, con frequenza e costanza potrai sapere se sta sta funzionando o no. Se ogni singolo post ti fa sudare come nemmeno il tuo peggior cliente e ti richiede ore e ore, c’è qualcosa che non va. Adotta un approccio sperimentale, il post perfetto è come l’unicorno, non esiste (cit. Veronica Gentili), quando accetti questo scrivere è più semplice.

LE TRE DOMANDE D’ORO

Ogni volta che scrivo un post, io seguo questo micro-processo, mi faccio cioè 3 domande che mi aiutano a costruire il contenuto e a confezionarlo secondo ciò che voglio generare in chi mi legge.

1.Di cosa voglio parlare?

Qual è l’obiettivo dietro il contenuto che sto per scrivere? Perché scriviamo sempre con uno scopo ultimo e anche se mettiamo al primo posto le relazioni non di dimentichiamo che siamo lì perché vogliamo trasferire in chi ci legge il nostro brand, la nostra professionalità o la causa per la quale stiamo lottando.

2.Perché il mio interlocutore tipo dovrebbe leggermi?

E qui di solito metà dei post viene cancellato. Qui è dove devi renderti utile, perché se è vero che tu hai degli obiettivi tuoi, è anche vero che l’attenzione delle persone va conquistata, prima ancora della loro fiducia. Nel concreto: inserisci un take away per chi legge, qualcosa che sia utile a prescindere. Puoi offrire soluzioni concrete, riflessioni utili, emozioni positive, informazioni necessarie, domande che fanno pensare… qualsiasi cosa possa trasformarsi in un dono. Anche quando fai content curation e segnali un contenuto esterno attraverso il link a un articolo, nel copy non limitarti a suggerire la lettura dell’articolo ma regala qualcosa per cui, chi ti legge ma non ha tempo di aprire il link, può comunque pensare di aver guadagnato qualcosa nella lettura.

3.Come voglio che si senta chi legge?

Questa terza domanda ti serve per modulare il tono di voce e per trasformare un contenuto nell’avvio di una conversazione. Lo stesso contenuto può essere trasmesso con sarcasmo, con ironia, con freddezza e distacco, con calore e rassicurazioni… a seconda del tipo di emozioni e del tipo di reazioni che vuoi generare agirai sul tono di voce. Naturalmente non sarebbe male che tu avessi un tuo specifico TOV, questo non ti impedisce però, di modularlo a seconda dell’effetto che vuoi generare con quello specifico post.

E INFINE I TECNICISMI CHE AIUTANO SEMPRE

Cura l’Incipit: hai tre righe per convincere chi passa a fermarsi e cliccare “vedi altro”: l’incipit pesa il 50% di tutto il post. Puoi inserire un titolo o partire diretta purché le prime parole contengano un richiamo chiaro e irresistibile. Svela, domanda, provoca, incuriosisci… Il mio consiglio: non limitarti a scrivere “le 5 regole del post perfetto”, “i 3 segreti per non cadere nella sindrome dell’impostore”, sono richiami che funzionano sempre meno e so che puoi fare di meglio. Sperimenta.

Evita le premesse: è collegato al punto sopra, le premesse sono come la foglia di prezzemolo tra i denti, fanno dire “anche no grazie”. Non aver timore di andare diretta al punto, sei su un social, non sul tuo blog, puoi tagliare le lunghe introduzioni e non perdere di credibilità.

Formatta il testo: no ai muri di parole, soprattutto se scrivi un post lungo. Suddividi il testo in piccoli pacchetti separati tra loro da interlinee vuote, inserisci degli elenchi puntati, usa qualche àncora visiva senza mai abbondare, dai ritmo alle frasi.

Tag e hasthtag con buon senso: non esagerare ma chiediti sempre se sono significativi e se sono rilevanti. Sui tag importante: tagga le persone a cui pensi di poter portare valore coinvolgendole, non taggare persone perché portino traffico al tuo contenuto. È un cambio di prospettiva che potrebbe rivelarsi trasformativo.

CTA con stile: non è necessario chiudere ogni post con un bel “e tu cosa ne pensi?” per avviare una conversazione. Sarà tutto il post a invitare qualcuno a scrivere: il coinvolgimento è questo, è farsi leggere ma è anche suscitare partecipazione. Puoi usare l’argomento in sé, una domanda inserita nel titolo, una provocazione. Puoi sottolineare più volte che ciò che scrivi è la tua opinione, invitando tacitamente chi ne ha una di diversa a esporla.

LETTURE UTILI PER SCRIVERE INCLUSIVO

Puoi iniziare da qui, ché lo ripeto: questo modo di scrivere un post per LinkedIn che si fa leggere non è una scienza esatta ma un approccio che va coltivato giorno dopo giorno.

Roberta Zantedeschi

Recruiter e formatrice. Passo gran parte del mio tempo a leggere CV, a fare colloqui e a cercare il giusto incastro tra le esigenze delle aziende e le aspirazioni di chi cerca un (nuovo) lavoro. Freelance convinta, mamma e compagna come meglio posso, blogger incostante ma presente.

Sito | Facebook | Twitter | Instagram | LinkedIn

1 thought on “LinkedIn: scrivere post che si fanno leggere”

  1. Articolo molto interessante e ricco di spunti.
    Sono arrivato proprio a questo punto riguardo la mia ricerca di migliorarmi nel modo di scrivere contenuti efficaci su LinkedIn.
    Grazie per la condivisione.

    Reply

Leave a Comment