Quando Monja Da Riva mi ha chiesto di presentare insieme un talk al Freelancecamp ne sono subito rimasta entusiasta.
Chi ci conosce ormai sa che collaboriamo per diversi progetti (tra cui proprio C+B) e che per molte cose siamo sulla stessa lunghezza d’onda.
È stato facile individuare la tematica giusta: la continua carenza di spazio fisico in cui le donne possano vivere, lavorare, esprimersi.
Fin da bambine ci insegnano che per essere considerate “brave ragazze” dobbiamo stare composte, non alzare la voce, non farci notare troppo.
Nel mondo del lavoro le cose non migliorano e chi di noi riesce a farsi spazio, nella maggior parte dei casi ha dovuto lottare e dovrà lottare per mantenerlo: Monja lo ha raccontato benissimo durante il nostro talk.
L’espansione metrica dello spazio
Secondo Wikipedia l’espansione metrica dello spazio è l’aumento medio della distanza misurata tra due oggetti nell’universo al variare del tempo. A quanto pare, però, questa espansione avviene senza occupare fisicamente altro spazio dato che l’universo è, esso stesso, lo spazio (l’ho letto qui).
Questa cosa mi ha particolarmente affascinata e ho trovato una strettissima analogia con quello che sta succedendo qui sulla Terra, con la violenta digitalizzazione forzata dovuta alla Pandemia da Covid-19.
L’Internet infatti è uno spazio potenzialmente infinito, dove è possibile espandere il proprio spazio senza occuparlo fisicamente. Questo significa che non abbiamo più scuse: possiamo e dobbiamo approfittare di questa grande occasione!
Viviamo in un mondo e in un Paese dove il lavoro di cura è ancora in gran parte affidato alle donne. Questo ha fatto sì che, durante la pandemia, il genere femminile sia stato quello più colpito, anche dal punto di vista culturale e professionale. Ne avevo scritto in un articolo già nei primi mesi del lockdown e oggi possiamo dire che le previsioni sono tristemente confermate.
Ma al Freelancecamp quest’anno il tema portante era better normal quindi concentriamoci sui lati positivi, che ci sono!
Formazione
Il mondo si è improvvisamente svegliato e si è accorto che per un sacco di cose la compresenza non era così fondamentale. Nel momento in cui l’handicap non è stato più solo di una parte della popolazione, tutti si sono accorti che c’erano, effettivamente, anche altri modi per fare le cose.
Online è possibile seguire corsi di qualsiasi genere, trovare informazioni, tutorial, consigli, news. In altri termini, è possibile organizzare la propria formazione senza dover tenere conto di tempi e costi di spostamenti, pranzi fuori, treni ritardatari, parcheggi introvabili: 3 ore di formazione significano un impegno di 3 ore, non più 5 o addirittura 8.
È ovvio che l’esperienza “fisica” in aula avrà sempre un valore aggiunto, ma la possibilità di formarsi online porta con sé una serie di vantaggi da non sottovalutare, primo tra tutti l’accessibilità (di chi non si può muovere, di chi non ha tempo, di chi si imbarazza, …).
Nel 2020 la Regione Emilia-Romagna ha finanziato un progetto di formazione, dedicato alle donne, per l’aumento delle competenze digitali sotto diversi punti di vista. Io ho avuto il piacere di essere docente per alcuni di questi corsi e ho visto una meravigliosa varietà di partecipanti, che in molti casi hanno potuto cogliere questa possibilità proprio grazie al fatto che le lezioni erano tutte online.
L’aula digitale diventa spazio reale senza l’occupazione fisica di spazio, e opportunità di partecipare per chi avrebbe comunque partecipato e per chi non avrebbe potuto farlo.
Confronto
Dicevamo che online è possibile trovare qualsiasi tipo di informazione. Forse troppe informazioni. Diventa molto complesso, a volte, riuscire a distinguere quali fonti siano attendibili.
Ma possiamo confrontarci con chi ci può dare una mano. Possiamo contattare direttamente un’esperta che ci aiuti a capire. Possiamo parlarne con amiche, colleghe, conoscenti e sconosciute, indipendentemente da dove risiedano fisicamente.
Ella Marciello, nella sua intervista, ci ha ricordato che grazie ad Internet abbiamo la possibilità di comunicare in tempo reale con persone in Canada, in Congo, in Australia, possiamo fare rete e la nostra voce si può sentire più forte.
I social network, i servizi di messaggeria, i forum, i blog, ogni possibilità di connessione digitale, ci permette di creare delle comunità all’interno delle quali interagire, condividere, crescere.
Amiche a Tradimento, che è il podcast che realizzo insieme a Monja, è nato proprio come spazio digitale dedicato al genere femminile. Per questo dopo l’uscita di ogni nuova puntata apriamo, sul canale Telegram, una voice room per discutere del tema presentato con chiunque voglia intervenire: un ambiente protetto dove confrontarsi senza il peso dell’immagine e del corpo, perché siamo solo voce.
Tutte noi siamo inserite in più chat di WhatsApp o Telegram; sicuramente della maggior parte faremmo volentieri a meno, ma c’è sempre qualcuna di queste chat che ci salva la giornata, perché abbiamo la possibilità di scambiare due chiacchiere con le amiche, di mandarci foto o meme ridicoli, di sfogarci per una frustrazione.
Il gruppo social, il blog, la stanza digitale, la chat room, diventano spazio reale senza l’occupazione fisica di spazio, e opportunità di partecipare per chi avrebbe comunque partecipato e per chi non avrebbe potuto farlo.
Promozione
Siamo imprenditrici! Lavoriamo e vendiamo prodotti, servizi, sogni, speranze, non importa. Per vendere oggi è necessario instaurare relazioni e comunicarci all’esterno.
Se prima la nostra audience era esclusivamente quella che passava davanti alla vetrina del nostro negozio, oggi abbiamo la possibilità di allargarci (non l’obbligo, ce lo ricorda spesso Barbara Pederzini, ad esempio sul blog o nella sua newsletter); potenzialmente potremmo allargarci al resto del mondo.
Significa che il range delle possibilità, se lo sappiamo cogliere, è notevolmente aumentato; che se siamo brave, possiamo individuare e raggiungere nicchie di pubblico anche fisicamente molto lontane da noi. La cosa importante è sapere sempre cosa stiamo facendo e perché.
La vetrina digitale (sito, e-commerce, fanpage, canale, …) diventa spazio reale senza l’occupazione fisica di spazio, e opportunità di partecipare per chi avrebbe comunque partecipato e per chi non avrebbe potuto farlo.
Potenzialità
La verità è che abbiamo di fronte uno spazio potenzialmente infinito all’interno del quale costruire relazioni reali, che agiscano in modo concreto nel mondo fisico, in modo da reimparare ad occupare spazio.
In questo modo potremo riprenderci anche quegli spazi fisici che da troppo tempo ci vengono negati senza alcuna giustificazione.