Programmare il tempo libero? Non è un ossimoro: si può fare

Nell’ultimo articolo che ho scritto ti ho parlato di decluttering digitale. Come sta andando? Hai avuto un mesetto buono, quindi spero che tu sia riuscita a seguire qualcuna delle mie indicazioni per semplificarti la vita.

Nel frattempo io ho proseguito il mio viaggio per alleggerire il tutto ancora di più (per esempio ho fatto la scoperta dell’acqua calda: su iPhone esiste una modalità che si chiama “non disturbare”: puoi decidere di salvare alcuni numeri da cui ricevere chiamate, tutti gli altri trovano spento), ho cominciato a tracciare seriamente il mio tempo lavorativo per capire come snellire i processi (tranquilla, te ne parlerò!) e a creare delle to do list più sensate.

Perché programmare il tempo libero?

Oggi però volevo parlarti di un’altra cosa: il tempo libero.

Ah, io non ho tempo libero“, mi dirai tu. Sicura sicura? Se davvero non hai tempo libero è un bel problema, ma dovendo vigilare costantemente sui social noto che molte persone sinceramente convinte di non avere tempo libero partono come schegge a commentare i flame del giorno, anche più volte. Ok, magari lo fanno nei cinque minuti di pausa tra un’attività e l’altra, ma quei cinque minuti sono comunque tempo libero, e magari li stai vivendo malissimo.

Uno dei motivi per cui le persone si convincono di non avere tempo libero è che, quando ce l’hanno, fanno cose che non amano davvero. Se mi leggi da un po’, saprai che sono una fan della strategia. In tutto. E sì, forse è un po’ ossessivo-compulsivo da parte mia, ma quando faccio il planning della settimana io programmo anche le attività che porterò avanti nel tempo libero.

In questo articolo non voglio darti un metodo, perché magari tu non ami fare le cose che faccio io, ma mi piacerebbe che ti concentrassi sul processo che mi ha portato a trovare un equilibrio, anche se ancora precario, tra FOMO (per esempio quando tutti guardano una serie televisiva e io non so nemmeno se il f*go di turno è moro o biondo) e frustrazione (quando a me di quella serie televisiva non importa una cippa, ma accidenti, la guardano tutti!).

Impara a delegare

Ebbene sì, può aver senso farlo anche nel tempo libero. Perché non sempre ce lo viviamo da soli, e non è detto che abbiamo tutti le stesse esigenze.

Ti faccio un esempio: una coppia che conosco nel weekend va in bici. All’inizio litigavano un sacco, e non capivano nemmeno perché. A forza di dai e dai si svela l’arcano. Per lei decidere il percorso era uno stress: il motivo per cui ama la bici è che le permette di stare in forma, mentre lui vuole anche vedere bei paesaggi e da quando lui fa l’itinerario filano che è un piacere, in tutti i sensi.

La stessa cosa succede a me quando vado a mangiare fuori con il mio compagno. Non essendo il cibo al centro dei miei interessi, gli chiedo di segnalarmi tre posti in cui gli piacerebbe andare e alla fine io decido la meta finale, basandomi su criteri come l’instagrammabilità e il vino.

Prima di accendere Netflix… fai ricerca!

Queste piattaforme, non solo Netflix, lo sanno: a forza di binge watching e tentativi che andrebbero archiviati in partenza, ci passi un sacco di tempo (e un pochino lo fanno apposta, con la storia della continuazione automatica).

Una cosa tipica è essere colti alla sprovvista dal tempo libero: perché non guardare una serie tv, quella di cui tutti parlano? Magari dopo la prima puntata hai già capito che non fa per te, ma com’è possibile, piace a tutti! Ed ecco che le ore se ne vanno, e tu nemmeno le percepisci come tempo libero, visto che non ti sei divertita per niente.

Bene, lo so che si perde tutta la poesia, ma io ho risolto facendo un rigido processo di selezione alle serie che andrò a guardare. Una cosa importante è separare questo processo dal momento in cui andrai effettivamente ad accendere Netflix: perché quando sei lì è un attimo dire “vabbè, proviamo” e sciropparti cinque puntate senza convinzione alcuna.

Il segreto è googlare una volta al mese “nuove uscite Netflix”, farti un’idea e guardare i trailer su YouTube (o anche partire direttamente da lì). Se poi non resisti e vuoi scoprire se il tipo della serie popolare è biondo o moro, fatti incidere sulla tv questa frase: “Guardare solo la prima puntata non è un reato“, anche perché non ti mancheranno gli argomenti di conversazione (basterà spiegare perché ti sei fermata lì).

Attenta ai loop letterari

La stessa ricerca io la faccio per i libri.

Lì però ero entrata in un loop: qualsiasi thriller psicologico uscisse da una delle case editrici maggiori, lo compravo e lo leggevo. Raramente mi piaceva, e spesso avevo la sensazione di averlo già letto (non so se ci hai fatto caso, ma i thriller psicologici degli ultimi due anni in pratica partono tutti uguali già dai titoli: prendi le parole “gemelle” “sorelle” “amica” “vita” “perfetta” “marito” “moglie” “sconosciuta” “donna” “cattiva” “ragazza” “bugia” “bugiarda”, combinale insieme e hai già i titoli di una trentina di romanzi di quel tipo).

Ma non è l’unico loop possibile: alcuni amano il libro di un autore, e non si danno pace finché, leggendo tutta la bibliografia, non ne trovano uno all’altezza. Spoiler: non succede quasi mai, spesso i libri successivi sono una delusione e sarebbe meglio chiudere il rapporto (letterario) quando l’amore è al culmine. Altri devono leggere tutti i libri su un determinato argomento (e magari li trovano ripetitivi), altri ancora si fissano sull’editore…

Diciamo no ai loop letterari! Io ormai se trovo la parola “perfetta” in un titolo parto già prevenuta, e invece di comprarmi subito il libro leggo solo l’estratto, risparmiando, nella maggior parte dei casi, un sacco di tempo (libero).

Deve piacere a te, non al tuo vicino (anche se potrebbe aiutare)

Ho dei gusti particolari in fatto di musica. Dico particolari perché ho imparato con fatica ad essere più autoindulgente e non dire “orribili”. Ascolto musica da adolescenti, solo italiana, quando mi va proprio di lusso indie. Questa cosa è stata molto criticata, per esempio dalla mia vicina (che si lamentava del volume, ma quando il mio compagno suonava rock alla chitarra mica gli diceva niente…).

Dopo essermi comprata un paio di cuffie ho a lungo peregrinato da un mostro sacro del rock a un altro, mi sono fatta una cultura sul blues e persino sulla musica elettronica (che, sinceramente, mi faceva coltivare fantasie omicide) fino ad arrendermi: a me non piace.

Del resto esistono persone, per quanto mi risulti inconcepibile, a cui non piace Alessandro Borghi, e non vedo la stessa levata di scudi (forse perché così c’è meno concorrenza!): i tuoi gusti sono i tuoi, non devi sforzarti di avere i gusti di un altro, per quanto tu lo possa stimare.

È il tuo tempo libero, non il suo.

Ora mi tengo dieci minuti a settimana per provare cose a caso che gli amici che stimo postano sulla bacheca Facebook. Tutti gli altri cinque minuti di pausa sono gestiti per me dall’algoritmo di Spotify, che mi conosce e mi apprezza per quello che sono.

Conclusioni

Ora che hai scoperto che si può perdere tempo anche nel tempo libero, sono sicura che, anche se non ho analizzato il tuo caso specifico, potrai correre ai ripari, evitando tutte quelle attività ludiche che non fai perché ti piacciono realmente, ma perché senti un condizionamento di qualche tipo.

Fra un mesetto ti va di tornare qui e di raccontarmi se ti senti più leggera?

Anna Cortelazzo

Ho un passato televisivo da opinionista tifosa della Fiorentina, ma ora sono una gattara impenitente (il mio gatto deve il suo nome a Prandelli), e tra un felino e l'altro trovo il tempo per dare consulenze sulla gestione di social e siti web. Credo nella slow communication e nelle strategie a lungo termine. Insegno comunicazione all'università di Padova e scrivo per IlBoLive, la loro testata ufficiale

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