Esercizi quotidiani con le parole: 5+1 passi per migliorare i tuoi testi

Come nasce un testo ben scritto? Dopo aver considerato alcuni spunti utili per comunicare connettendo in modo coerente offline e online, proviamo ad apprendere alcuni esercizi, buone pratiche che possono essere attivate, nel tempo, con una certa naturalezza.

La mia proposta è allenarci ogni giorno per crearci il nostro migliore bagaglio personale di spunti, letture e riletture, osservazioni e ascolti, in modo che si riversino in modo produttivo nei testi che scriviamo.

1. Leggi

Il primo passo necessario per poter scrivere è sempre uno: leggere.

Prendiamoci alcuni minuti ogni giorno per leggere dei testi, sia brevi sia estesi, entrambi sia online sia offline.

Prima leggiamo il contenuto velocemente e soffermiamoci solo sulla impressione iniziale.

In un secondo momento leggiamo in modo consapevole e cerchiamo di capire quali sono i testi che funzionano, quali sono gli elementi che ci colpiscono, che veicolano meglio il messaggio oppure, al contrario, creano distrazioni poco utili.

Leggiamo tipi diversi di testi: dalla email all’articolo di blog, dal post social al servizio giornalistico, dal racconto al romanzo. Spaziamo ed esaminiamo anche locandine, avvisi pubblici e altri testi di tipo informativo: potremmo fare delle scoperte interessanti. Più testi leggiamo, confrontiamo e smontiamo, più la nostra scrittura può migliorare.

Non da ultimo: leggiamo le parole dei poeti, non temiamo che possano distrarci dalla scrittura che utilizziamo per la nostra comunicazione. I poeti sono maestri di scrittura perché usano le parole in modi nuovi, mostrano immagini e colori attraverso le parole, scrivono portando suono, ritmo, musicalità.

Pensiamo alla nostra scrittura per comunicare come a uno strumento che non deve essere neutro, con le necessarie eccezioni per settori particolari o molto tecnici, ma che contiene la giusta componente di personalità e di profondità.

2. Ascolta

Ascoltare serve per acquisire anche la dimensione sonora delle parole del testo e allenare alla percezione del ritmo, della musicalità.

Se ascoltiamo il testo di un podcast, di una trasmissione radio o di una lettura di contenuti letterari, proviamo a concentrarci sulle immagini, sulle emozioni, sulle percezioni sensoriali che ci evocano.

Proviamo a chiudere gli occhi.

Quando pratichiamo questo ascolto consapevole utilizzando solo l’udito possiamo cogliere molti più dettagli e la nostra percezione è aumentata: attivare una selezione sensoriale ci aiuta a comprendere meglio gli elementi che potrebbero renderci vicini al nostro interlocutore o che risuonano di più con il nostro approccio, con la nostra sensibilità, perché è proprio questa che ci occorre mettere in gioco.

Non è necessario ripetere nel nostro testo esattamente quello che percepiamo in altri contenuti, ma proviamo a estrapolare dalla nostra esperienza personale, collegata alla professione, tutti quegli elementi che possono creare un terreno di dialogo con il nostro pubblico.

Alcuni di questi elementi ci sono di certo sono già noti, perché li utilizziamo quando ci relazioniamo con il nostro interlocutore durante le varie fasi di contatto: il passaggio successivo è razionalizzarli e portarli il più possibile a un livello alto di consapevolezza nella comunicazione scritta della nostra attività.

3. Osserva

Penso da molto tempo che camminare sia una buona metafora dello scrivere.

Quando camminiamo il nostro sguardo, se attento e curioso, percepisce tanti elementi che sono intorno a noi e che potrebbero rendere più ricca e interessante la condivisione del nostro percorso attraverso, ad esempio, la descrizione di colori, suoni, luci, ombre.

Allo stesso modo, osservare da una prospettiva nuova la nostra attività, come se dovessimo raccontarla a qualcuno, potrebbe mostrarci aspetti particolari anche molto concreti da portare poi nella nostra comunicazione.

La metafora del camminare è funzionale, perché uno sguardo preparato ci aiuta a percepire e a elencare i particolari che il nostro pubblico potrebbe gradire, e dai quali possiamo partire per creare i nostri contenuti.

Non solo è utile osservare i dettagli, ma anche riuscire a dare uno sguardo d’insieme allo scenario e al percorso perché tutti gli aspetti risultino coordinati tra di loro e facciano parte di un insieme coerente: tutto ciò che scriviamo o utilizziamo per la nostra comunicazione deve essere collegato da un unico filo conduttore.

In ogni canale che utilizziamo dobbiamo saper creare una atmosfera condivisa e diffusa, vale a dire che torni in tutti i nostri contenuti e che sappia parlare, con una voce riconoscibile, del nostro approccio, dei prodotti della nostra attività e dei nostri servizi, veicolando un messaggio chiaro.

Questa atmosfera e questa visione vanno pensate prima di partire con qualsiasi attività di comunicazione: se durante il percorso la direzione viene mantenuta, passo dopo passo i dettagli da comunicare ci verranno in mente con sempre maggiore fluidità.

Nell’intero processo i particolari devono sempre essere sempre collocabili, da parte del nostro pubblico, dentro un disegno di insieme: un percorso, un cammino dotato di una direzione.

4. Allena

La componente dell’allenamento è fondamentale, perché se seguiamo i 3 passi precedenti (e i seguenti) durante attività di qualsiasi tipo che non sono connesse direttamente con la nostra comunicazione, ad esempio mentre facciamo la spesa, mentre camminiamo per strada, mentre leggiamo un libro o una rivista o visitiamo un sito per fare acquisti personali, ci abituiamo a poco a poco ad affinare il nostro occhio e i sensi verso quegli elementi che possono arricchire la nostra comunicazione nel momento in cui ce ne occupiamo operativamente.

Quindi allenamento non è solo scrivere ogni giorno qualcosa, pratica che rimane un passo necessario.

Allenamento è anche esercitare la nostra percezione, metterla alla prova, rendere concreto il nostro racconto con tanti elementi, come se il nostro pubblico li potesse veramente valutare con i propri occhi, toccare con le proprie mani mentre li narriamo.

Quando questi 5+1 passi diventano una buona abitudine ci troviamo a praticarli quasi in automatico e spesso ci arrivano più idee di quante potremo realizzarne: perciò procediamo subito con il punto 5.

5. Annota

A un certo punto, dicevamo, ci troviamo ad avere delle idee che si presentano in modo spontaneo: potrebbero essere dei modi originali o nuovi per descrivere un nostro prodotto o servizio, il desiderio di esprimere una emozione particolare che abbiamo provato con un cliente o in una fase di contatto oppure ancora nel corso di un progetto che ci ha particolarmente coinvolte.

In questi casi è importante poter disporre del supporto su quale prendere appunti o segnare le ispirazioni principali da cui potremo sviluppare, in un secondo momento, alcuni elementi della nostra comunicazione.

In questo modo gli spunti non vanno perduti, e possiamo utilizzarli quando lavoriamo alla nostra comunicazione.

Questa raccolta di annotazioni di idee e spunti ha quindi non solo il valore di custodire elementi utili, ma anche la funzione strategica di farci utilizzare al meglio tempo e risorse senza doverci ogni volta occupare da zero del contenuto da costruire.

6. Rileggi

Rileggere più volte lo stesso contenuto può essere una importante buona pratica da aggiungere ai 5 passi precedenti.

Non solo è utile leggere con attenzione e più volte i contributi di colleghe o di realtà simili alla nostra per ispirarci, per differenziarci o per cogliere quegli elementi che potremmo inserire in modo personalizzato nei nostri contenuti: questo non è copiare, ma cercare di comprendere sempre di più la nostra identità grazie al confronto con qualcosa che è diverso da noi.

È soprattutto utile rileggere a distanza di tempo i nostri stessi contenuti, per vedere se è necessario approfondirli, se possiamo trovare nuovi spunti, se occorre modificarli perché qualcosa è cambiato.

La rilettura fatta a distanza di tempo ci è sempre utile, perché è l’occasione anche per prendere qualcosa di già fatto, con l’obiettivo di aggiornarlo e riportarlo all’attenzione del nostro pubblico.

Può sembrarci che i contenuti, soprattutto quelli online e in particolare dei social, siano molto volatili ma in realtà non lo sono: per questo motivo occorre porre il massimo impegno per tenere tutto il sistema della nostra comunicazione in un cerchio di coerenza, capace di svilupparsi in una direzione chiara.

Se nel tempo ci fossero dei cambiamenti non temiamo di annunciare la nuova direzione: motivandola in modo adeguato possiamo gestire bene il passaggio e stabilire un nuovo percorso di comunicazione e di scrittura, per informare il nostro pubblico evitandogli il più possibile sorprese spiacevoli.

L’avventura quotidiana dello scrivere

I risultati, già a partire da queste piccole pratiche quotidiane, arrivano da subito e ci aiutano a realizzare una scrittura non solo sempre più consapevole, ma soprattutto più vicina e utile al nostro interlocutore.

A cavallo tra scrittura personale, collaborazione creativa e allenamento alla produzione di contenuti scritti è attivo il gruppo Telegram 1 Testo al Giorno, che funziona come un laboratorio di esperienze: ti invito a esplorarlo e a partecipare.

Per chiarimenti, informazioni e domande ti aspetto nei commenti. E buona scrittura!

Federica Segalini

Trova le tue parole scritte: sono disponibile ad accompagnarti nella scrittura in modo da rafforzare la tua efficacia e la tua autonomia. Dal 2003 mi occupo di tutto quanto è testo nella comunicazione online e offline. Ho lavorato 18 anni come copywriter e ghostwriter pura, poi ho iniziato a sconfinare. Trovi il mio percorso personale e professionale nel sito web www.NuoviConTesti.com.

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2 thoughts on “Esercizi quotidiani con le parole: 5+1 passi per migliorare i tuoi testi”

    • Grazie Cristina per il tuo commento. Sì, devo dire che lavorare sui processi della scrittura e intorno alla scrittura diventa quasi un approccio esistenziale. La scrittura è uno strumento potente, capace di connetterci a molti universi a partire dal nostro essere per poi aprirci agli altri. Questo approccio abbraccia e nutre anche, in modo molto concreto e tangibile, la dimensione professionale.

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