Lungamente atteso e confusamente articolato, il Decreto Rilancio ha introdotto (o rinnovato) tante misure, cercando di accontentare, con risultati diversi, un po’ tutti noi. Analizziamo insieme dieci delle previsioni più interessanti.
1. Bonus Inps per autonomi – Le regole di Aprile
Il bonus, ormai noto come “600 euro“, nato dal Decreto Cura Italia, trova rinnovo e rifinanziamento all’interno del Decreto Rilancio. Nel Cura Italia il bonus trovava applicazione relativamente alla mensilità di marzo. Il rifinanziamento riguarda sia aprile che maggio, ma con modalità differenti.
Per il mese di aprile l’indennità replica il mese di marzo. Addirittura senza ripresentare domanda coloro che avevano presentato la domanda per marzo hanno ricevuto (o riceveranno) l’accredito anche per aprile, sempre pari ad €600. I soggetti interessati sono: iscritti alla Gestione Separata Inps, iscritti alla Gestione AGO (che abbiamo scoperto essere Artigiani e Commercianti). Tali soggetti, attenzione, non dovevano essere né titolari di pensione né soggetti ad altra forma contributiva obbligatoria (i.e. contemporaneamente dipendenti).
Riporto qui le categorie più diffuse, ma ricordo che indennità e regole in parte coincidenti e in parte no riguardano molte altre categorie quali lavoratori nello spettacolo, colf e badanti, stagionali, lavoratori intermittenti, occasionali e venditori a domicilio, agricoli, per cui se appartenete ad una di queste categorie vi invito a confrontarvi con il vostro commercialista o, se vi va, a porre un quesito in calce all’articolo.
2. Bonus Inps per autonomi – Le regole di Maggio
Qui la questione si complica. Perché cambiano regole e importi e il procedimento si differenzia ulteriormente a seconda del soggetto destinatario del bonus.
Cosa accade agli autonomi iscritti alla Gestione Separata?
Buona notizia: l’indennità ammonta a 1.000€ per il solo mese di maggio. Cattiva notizia: non spetta più a tutti ma solo a coloro che rispettino certi requisiti.
Quali sono questi requisiti? Per i liberi professionisti con partita iva attiva al 19 maggio 2020 (es. sì per chi ha chiuso la partita iva il 20 maggio, no per chi l’ha chiusa il 18 maggio), sempre quando non iscritti ad altra forma contributiva obbligatoria o non titolari di pensione, qualora vi sia stata una riduzione sensibile del reddito.
Che reddito? Quello del bimestre marzo/aprile 2020 rispetto al bimestre marzo/aprile 2019.
Sensibile quanto? Almeno pari ad un calo del 33%.
Problematiche: in un mondo di contabilità perlopiù trimestrali, per questi soggetti l’assurdo bimestre marzo/aprile non è molto rappresentativo; inoltre, si parla di reddito e non di fatturato per cui andranno in modo molto sindacabile imputati anche i costi e gli ammortamenti (argh!); infine, i concetti sia di fatturato che di reddito lasciano il tempo che trovano per il professionista che fattura all’incasso, con tutta una serie di problematiche legate a lavori più o meno lunghi fatti nei due anni confrontati. Insomma, il criterio lascia molto a desiderare sia per quanto riguarda la sua rappresentatività che per quanto riguarda le sue modalità di calcolo.
Cosa accade agli autonomi iscritti alla Gestione AGO, ovvero ad artigiani e commercianti?
Solo cattive notizie, in questo caso. Il bonus per loro, infatti, non spetta a maggio, indipendentemente da reddito o codice Ateco. In modo molto discutibile sono stati esclusi da questo provvedimento per essere invece potenziali (ma non certi) destinatari del contributo a fondo perduto che analizzeremo nel prossimo paragrafo.
E cosa accade alle altre categorie?
Per lavoratori nello spettacolo, colf e badanti, stagionali, lavoratori intermittenti, occasionali e venditori a domicilio sono previste delle indennità, con regole diverse, sia per aprile che per maggio. A fare la fine degli iscritti AGO (cioè ad essere esclusi dal bonus di maggio) sono solo gli agricoli.
3. Il contributo a fondo perduto
Questa è una ulteriore indennità prevista dal Decreto per determinate categorie che, in riferimento al mese di aprile 2020, paragonato con il mese di aprile 2019, abbiano riportato un certo calo di attività.
A chi spetta? Spetta a imprese (anche società) e lavoratori autonomi (sì iscritti alla Gestione AGO dell’Inps, ovvero Commercianti e Artigiani, ma non a professionisti iscritti alla Gestione separata. No anche per i sempre trascurati professionisti ordinistici).
La condizione “numerica” prevede che nel mese di aprile 2020 il fatturato sia calato di almeno un terzo rispetto all’aprile 2019. Il contributo spetta comunque, quindi anche senza calo di fatturato, per i soggetti che hanno iniziato l’attività dopo l’1.1.2019 o che abbiano sede in certi Comuni.
A quanto ammonta il contributo? Al 20% del calo di fatturato subìto per le imprese più piccole, meno (15% o 10%) per le più grandi, con una “franchigia”: il contributo minimo ammonta ad € 1.000 per le persone fisiche ed € 2.000 per le persone non fisiche.
4. Il bonus per lavori sale al 110%
Nella comprensibile esiguità dei bonus e contributi che spetteranno, di fatto, a molti di noi, questa misura potrebbe rivelarsi in assoluto quella destinata a incidere maggiormente nelle nostre tasche. Infatti, mi riservo di approfondirla con un articolo mirato nei prossimi mesi, quando tutti gli elementi saranno più chiari.
Al fine di sostenere l’edilizia e di generare un miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, con un notevole impatto positivo sull’ambiente e sui consumi energetici, il Decreto Rilancio prevede che l’aliquota di detrazione spettante per interventi di riqualificazione energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici e di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici sia del 110% (sì, ci rimborsano più di quanto spendiamo).
La finestra temporale: sono interessate le spese sostenute tra il 1° luglio 2020 e la fine del 2021.
Uno degli elementi più interessanti è che la detrazione sarà possibile in 5 anni (contro gli attuali 10).
Per avere diritto a cotanta detrazione i lavori devono essere consistenti, tali da far migliorare la classe energetica dell’edificio di due classi (o, se già elevata, di portarla alla massima). Inoltre, ancor più interessante, anziché detrarre in dichiarazione sarà possibile cedere il relativo credito di imposta al fornitore (una misura che era stata recentemente abrogata e che, quindi, uscita dalla porta rientra dalla finestra), che può a sua volta cederlo a un istituto finanziario.
Questa formula è sicuramente interessante, più che per il fornitore, che spesso tentennerà, se piccolino, ad accettare lo “scambio”, per i soggetti forfettari, perché sappiamo che l’imposta sostitutiva del regime forfettario non assorbe le detrazioni, pertanto cedere il credito si rivela per questi soggetti la scelta migliore.
Altri 6 incentivi in breve
Tante, troppe, le misure previste dal Decreto per poterle indicare tutte. Vi segnalo brevemente quelle che potrebbero interessare buona parte delle nostre lettrici.
5. Tax Credit vacanze
- Spendibile per soggiorni prenotati dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, questo bonus è commisurato all’Isee (infatti spetta per Isee fino a 40.000€, molto elevato rispetto ai requisiti standard. Ricordo che Isee non è reddito per cui non fatevi ingannare, sento spesso dire “io e mio marito abbiamo un reddito complessivo di 45.000€, non ci spetta nulla” non è così, provare per credere)
- Il bonus può arrivare a 500€, a seconda delle condizioni del nucleo familiare
- L’80% è scalato dal pagamento alla struttura (prenotazione diretta, no portali es. Booking, sì agenzie viaggi e tour operator), mentre il residuo 20% si recupera in sede di dichiarazione
6. Bonus mobilità
- Rimborsa fino al 60% della spesa per sistemi alternativi di mobilità (es. biciclette elettriche, biciclette non elettriche, monopattini, ecc.)
- Riguarda acquisti sostenuti dal 4 maggio 2020 a 31 dicembre 2021
- Le modalità di utilizzo saranno chiarite nelle prossime settimane, stay tuned (si parla anche di un possibile click day)
7. Il bonus baby sitter
- Misura rifinanziata per una cifra ulteriore, per chi aveva già ricevuto a marzo 600€ sarà possibile chiederne ulteriori 600€, mentre per chi non aveva chiesto nulla sarà possibile richiedere 1.200€.
- Può essere utilizzato per pagare una baby sitter, ma anche eventuali centri estivi
- Per chi paga una baby sitter la procedura è molto chiara e descritta in una guida-tutorial dell’Inps
- AGGIORNAMENTO 6/6 Da oggi richiedibile anche la seconda parte del bonus da destinare a baby sitter o centri estivi. L’importo può anche essere diviso tra le due possibilità. I 600€ possono raddoppiare per chi non aveva presentato la domanda in precedenza e il plafond complessivo di 1.200€ è di 2.000€ per gli operatori del mondo sanitario.
8. Credito di imposta per la sanificazione e l’adeguamento dei luoghi di lavoro
- Il credito di imposta per la sanificazione è previsto a favore di esercenti attività di impresa, arte, professione ed enti non commerciali che abbiano sostenuto spese per la sanificazione o per l’acquisto di dispositivi a norma. Consiste nel recupero in dichiarazione, sotto forma di credito di imposta (cedibile), del 60% delle spese sostenute nel 2020
- Il credito di imposta per l’adeguamento dei luoghi di lavoro spetta ad esercenti attività di impresa, arte o professione che operino in luoghi aperti al pubblico e che abbiano sostenuto spese per adeguare i luoghi di lavoro alle misure previste per il contenimento del virus. Consiste nel recupero in dichiarazione, sotto forma di credito di imposta (anche questo cedibile), del 60% delle spese sostenute nel 2020
9. Credito di imposta per la locazione
- Questa misura estende quanto previsto dal Decreto Cura Italia relativamente al credito di imposta del 60% per le locazioni (pagate) di negozi e botteghe
- La misura è prevista per tutte le tipologie di immobile diverse dall’abitativo destinate ad attività industriale, commerciale, artigianale, professionale, agricola o di interesse turistico
- La misura è però commisurata a un calo delle entrate di almeno il 50% per i mesi interessati rispetto all’anno precedente
10. Reddito di emergenza
- E’ una misura prevista dall’Inps per sostenere i nuclei familiari in situazione temporanea di difficoltà
- E’ necessario essere in possesso dell’Isee perché la cifra erogata dipende dalla scala di equivalenza Isee
- E’ erogato per due mensilità
- L’importo, non per individuo ma per nucleo familiare, può variare tra 400€ e 800€ per mensilità, elevabili a 840€ in caso di disabilità o di altri casi previsti meritevoli di una maggiore attenzione
Ciao Elisa, per quanto riguarda il bonus 110% ho una domanda. Io per esempio vivo da sola e pago ogni anno circa 2500€ di IRPEF 2500x 5 anni = 12500€
Questa è la cifra massima che posso detrarre/cedere o è superabile? Perchè quel gratis a me fa paura (e mi sembra surreale) Grazie mille.
Bravissima, ottima domanda. Esatto, bisogna fare grande attenzione alla capienza della propria Irpef, per questo risulta ancor più interessante la cessione del credito. Consiglio comunque di aspettare un pochino perchè dopo luglio usciranno guide, risposte a interpelli, circolari di chiarimento. Nel fisco, a mio parere, agire troppo presto è sempre un po’ rischioso, in questo momento rischiamo che il bonus cambi molto. Per cui teniamoci aggiornati, facciamo preventivi, aspettiamo un attimino. Perchè potrebbero realizzare che molti non hanno irpef a sufficienza e prevedere che il credito si rimandi al futuro per non perderlo. Però le info al momento sono ancora troppo poche.
Grazie mille della risposta. Attendiamo novità, perchè nessuno parla di questo limite e sembra che io possa fare lavori per 100.000€ ed averli a gratis e a me sembra strano che si regalino soldi così sopratutto in ambito edilizio dove posso spendere 100€ per una finestra o anche 5000€
Purtroppo spesso trovo errori nella gestione di questi bonus. Le persone pensano di usufruirne con il “fai da te”. Sono invece consulenze molto delicate con regole molto specifiche, difficile fare da soli a meno di occuparsene abitualmente o informandosi e studiando molto molto bene. Per cui sicuramente la lettura di articoli di giornali “generalisti” trae in inganno. Consiglio sempre di affidarsi a un professionista per usufruire al meglio di tutte le opportunità della normativa.
Ciao Elisa! Per quanto riguarda il bonus dei 1000 euro, io ho dei proventi da partita iva e altri da diritto d’autore (irpef). L’eventuale riduzione devo calcolarla sul totale delle entrate di queste due forme o solo sulla partita iva?
Ciao Anna, su una domanda così specifica è necessario fare una verifica accurata con chi segue la tua posizione fiscale, analizzando il tuo regime e la natura dei proventi occasionali. Inoltre ricordo che si tratta in ogni caso di reddito e non di fatturato per cui il calcolo deve tener conto non solo dei ricavi ma anche dei costi, e solo il commercialista che vi segue può verificare il caso specifico.
Ritengo, in ogni caso, che usciranno delle specifiche ulteriori in merito al bonus maggio nelle prossime settimane, perchè ci sono ancora diversi casi “incerti” che coinvolgono le nuove modalità di calcolo.