Non esiste macchina fotografica al mondo che possa eguagliare o anche solo avvicinarsi alla vista di un occhio umano. È per questo che tutte le fotografie, anche le migliori, hanno bisogno di post produzione per risultare al massimo delle loro possibilità.
Macchine e lenti, per quanto di ultima generazione e ultra innovative, hanno una limitata capacità di interpretare la luce e anche peggio fanno con i colori, che spesso nei nostri scatti risultato più spenti e meno belli rispetto a come li abbiamo visti mentre stavamo scattando.
Se vogliamo fare un paragone pratico: la post produzione è come il make up, che permette a ciascuno di noi di apparire al meglio. Migliora ma non stravolge tutto come farebbe un’operazione chirurgica, che qui potrebbe essere il foto ritocco. Insomma non si tratta di alterare i nostri scatti, ma solo di aggiungere quel tocco cosmetico in grado di ravvivarli e portarli il più vicino possibile alla realtà.
Come migliorare l’aspetto delle mie foto?
La post produzione non fa miracoli e una foto tecnicamente sbagliata, con una composizione che non funziona o con la luce sbagliata difficilmente potrà migliorare molto ma si può intervenire con grande soddisfazione su scatti ben costruiti e ottenere risultati molto belli e più ricchi di personalità di uno scatto grezzo.
Probabilmente ogni fotografo ha la sua routine di post produzione, qui voglio raccontarti la mia, che ho affinato in cinque anni di lavoro da fotografa e che ormai è diventata parte della mia cassetta degli attrezzi da lavoro.
Raddrizza le linee
Prima di tutto mi preoccupo di raddrizzare eventuali linee storte. Sono molte le linee che, in un’inquadratura, l’occhio dell’osservatore cercherà di mettere dritte – una su tutte, quella dell’orizzonte – rendiamogli la vita semplice. A me capita soprattutto di dover mettere dritti bottiglie, bicchieri e piatti, ma il concetto è quello.
Taglia l’immagine
Poi intervengo sul crop, cioè sull’eventuale taglio dello scatto per riequilibrare gli spazi. Di solito scatto con un’inquadratura leggermente più ampia rispetto a quella definitiva, proprio per avere margine di ridefinizione successiva.
Regola luci e ombre
Una volta ottenuta la composizione e l’inquadratura definitive mi occupo delle luci. Luminosità, contrasto e curve sono gli strumenti più utili e sono presenti in tutte le app di fotoritocco sia da desktop che da mobile. Regolo luci e ombre per valorizzare i dettagli più importanti e con le curve intervengo sul dettaglio per trovare il giusto compromesso tra il chiaro e lo scuro.
Lavora sul colore
Solo alla fine mi dedico al colore. La fase di definizione di luci e ombre, infatti, influisce anche su questi e richiederebbe un passaggio extra per settarli definitivamente. Lasciandoli per ultimo posso lavorare sulla vividezza e sulla saturazione dell’immagine e sul tuning delle singole tinte, senza dovermi più preoccupare d’altro.
Ogni app ha i suoi strumenti dedicati al colore. Vale sempre la pena di sperimentarli e conoscerli a fondo, perché il colore, soprattutto quando si tratta di foto che ci servono per vendere, è fondamentale. È importante che sia bello, che si faccia comprare e che sia coerente con l’immaginario che le nostre foto costruiscono intorno al prodotto.
Allo stesso tempo, però, il colore deve anche essere fedele alla realtà, perché l’aspettativa del cliente non sia disattesa al momento di ricevere ciò che ha acquistato. Gli strumenti dedicati alla definizione del colore sono quelli che vanno usati con maggior parsimonia e attenzione.
Uno dei parametri più importanti del colore è quello della definizione del bianco. Cioè fare in modo che il bianco della nostra foto sia bianco e non giallo, blu, verde o magenta, poiché questo altera anche gli altri colori e potrebbe rovinare l’aspetto finale dell’immagine. In molte app esistono dei tool automatici che possono essere molto d’aiuto e che si basano sul cercare una zona che sia “grigio neutro” all’interno dello scatto per aggiustare poi tutti gli altri colori.
Scegli i filtri (senza esagerare)
Infine, molte applicazioni di post produzione offrono anche degli strumenti extra che possono essere di supporto a questa attività. Alcune dispongono già di modelli di filtri (di cui è sempre bene non abusare!), altre permettono di lavorare sulla vignettatura degli scatti, cioè di quell’alone scuro o chiaro che spesso si crea intorno agli scatti per effetto delle lenti e della luce. Possiamo correggere o sfruttare questo effetto ottico per dare maggiore enfasi a certe ambientazioni.
Non esistono impostazioni o filtri che vadano bene per tutte le foto, dunque è meglio diffidare da preset e schemi predisegnati che mai potranno valorizzare ogni scatto allo stesso modo. Sono utili eventualmente e solo come base da cui partire ma in qualche caso potrebbero persino complicarci la vita.
Quali app utilizzare per la post produzione?
La più famosa è di certo Adobe Lightroom che esiste sia per desktop che per mobile e che, nella versione pocket, dispone di alcuni strumenti gratis e altri a pagamento, con abbonamento mensile.
Per mobile è molto utile e completa anche Snapseed di Google che è gratuita.
VSCO ha, pure questa, una serie utilissima di strumenti free e altri a pagamento.
Molti smartphone possiedono, in ogni caso, dei tool minimi di foto tuning a cui spesso si accede direttamente dalla galleria fotografica e che in molti casi hanno il vantaggio di conservare intatto l’originale per poterlo successivamente rimaneggiare, se occorre.
Non esiste lo scatto perfetto: fai più bella ogni tua foto
Per quanto blasonata o complessa possa essere l’app che decidiamo da usare, l’unica cosa certa è che non esiste la foto perfetta con un clic.
Ogni immagine – per quanto siamo abituati ormai a consumarle con voracità – è frutto di un lavoro di studio, costruzione e perfezionamento che può sempre essere migliorato, dunque non ci resta che metterci al lavoro e cominciare a fare più bello ogni scatto e cercare di ottenere sempre il meglio dalle nostre immagini.