Perché devi avere un budget personale, uno lavorativo e uno familiare

Nel caso in cui tu sia in coppia o abbia dei figli, scommetto che appena hai letto il titolo di quest’articolo ti è venuto naturale pensare: “Passi per quello lavorativo e familiare, ma nel personale cosa ci metto?”. Mentre se vivi da sola ti sarà venuto da far coincidere il budget personale con bollette, affitto/mutuo e poco altro, oltre ai doveri.

Ecco, diciamo che la vita da libero professionista presenta degli intoppi sulla strada della creazione di questi tre budget. Alcuni sono di ordine pratico, altri di ordine emotivo, e li vedremo insieme in quest’articolo. Prima, però, dobbiamo fare un po’ di chiarezza su cosa sia un budget e sul perché ti consiglio di impostare questi tre, se sei una libera professionista.

Che cos’è un budget e perché farne tre se sei libero professionista

Il budget non è altro che un programma delle tue spese: consiste in un elenco preventivo di voci di spesa per un determinato periodo di tempo (di solito si sceglie il mese). Dev’essere preventivo e non a posteriori, perché altrimenti non è più un budget ma un semplice stare dietro alle spese che ti travolgeranno senza alcun controllo.

Ti consiglio di farne tre (o due, se personale e familiare in questo periodo della tua vita coincidono ) perché tre sono le aree della tua vita che richiedono attenzione e soldi da poterci dedicare:

  • Il budget personale comprende tutte le spese che fai per te stessa e basta, come la palestra, i vestiti, i libri, un corso su un argomento che ti interessa e che non riguarda il lavoro;
  • Il budget lavorativo comprende quelle spese che vuoi affrontare per passare al livello successivo nella tua attività, come corsi, attrezzature, libri, ma anche gli investimenti pubblicitari e di marketing (ad esempio, le inserzioni su Facebook) ma anche le più noiose spese fisse;
  • Il budget familiare comprende quelle spese che dividi con il partner e che possono coinvolgere soltanto voi due o anche i figli, come le vacanze insieme, le uscite comuni, le bollette e le spese di casa (che si spostano nel tuo budget personale se al momento non le dividi con qualcuno).

Dopo aver chiarito i fondamenti e prima di dirti come puoi iniziare, passo subito ad esaminare le obiezioni più comuni: lo so che sei pronta a farmele e che ti ronzerebbero in testa per tutto il tempo…

Problema pratico: la tua casa coincide con il tuo luogo di lavoro

Per molte di noi, la situazione è questa: che sia per lavorare meglio o per risparmiare, o semplicemente perché ne avevamo l’opportunità e l’abbiamo colta al volo, il nostro posto di lavoro coincide con un angolo (se siamo fortunate, una vera e propria stanza dotata di porte) della nostra casa.

A livello di spese, risparmiamo di sicuro soldi (di spostamento, di affitto di un ufficio in un coworking) e a livello di tempo, vuoi mettere poter fare colazione e metterci al lavoro in quei tre minuti richiesti dal lavarci i denti (e sgranchirci, se ci va?).

In compenso, c’è una piccola rogna da sopportare. Sarà più difficile suddividere le spese familiari e lavorative relative ad esempio alle bollette, visto che usufruiremo in casa nostra di riscaldamento, luce, connessione a internet e varie.

Non facciamoci di certo fermare da questo. La cosa più semplice sarà probabilmente decidere un forfait che metteremo, in accordo con il nostro partner, per coprire i costi dell’ufficio casalingo e che comprende le varie voci di spesa e che si aggiungeranno al contributo “casalingo” che metteremmo di solito. Della serie: non fasciamoci la testa!

Problema emotivo: ti senti in colpa a concederti delle spese per te

Ho già parlato dell’aspetto pratico degli sfizi, per cui è difficile determinare quanto concederti se non hai un quadro generale del resto delle spese e delle entrate. Se invece il problema è più di ordine emotivo, perché ti senti in colpa a concederti qualcosa per te che non sia anche per la tua famiglia o per il tuo lavoro:

  • Ricordati che sei prima di tutto una persona con i propri interessi e le proprie passioni, ma anche la voglia di curarsi e coccolarsi, a prescindere da chi hai intorno;
  • Se ti accorgi di essere arrivata al punto da far coincidere tutta la tua vita con il tuo lavoro, ti prego, smetti il prima possibile, o saranno dolori dopo! Teniamo lontano il rischio di burnout.

Problema pratico: non hai entrate costanti/ hai molte spese impreviste

Nei primi tempi da freelance è normale avere entrate poco costanti. Dopo un po’ però dovresti essere in grado di fare una cosa: individuare un valore minimo di entrate, per arrotondamento, al di sotto del quale non sei più scesa da tempo e prenderlo come base per i tuoi budget. Lo stesso vale se hai deciso di mettere da parte dei soldi a cui attingere per le emergenze. Se invece il problema sono le spese impreviste, tocca chiedersi perché e da dove vengono:

  • Se le tasse ti piovono dal cielo per importo e periodo, forse è il caso di collaborare con un commercialista alla stesura di uno scadenziario fiscale;
  • In caso di spese impreviste per la salute/perché devi far riparare l’auto e spese simili, è il caso che tu pensi il prima possibile a mettere da parte un gruzzolo per le spese di questo tipo.

Problema emotivo: hai paura di non riuscire a rispettarne uno, figuriamoci tre!

Se sei entrata in una logica di perfezionismo, per cui al primo errore dichiari chiuso l’esperimento e dici ciao ciao al tuo tentativo di budget, questa profezia sarà auto-avverante. È normale, all’inizio (ma gli inghippi ci saranno anche dopo, forse soltanto minori), fare errori, sbagliare a segnare le spese, sforare.

Se ti dai un po’ di tempo ed eserciti un po’ di pazienza verso te stessa (lo so che a volte è la cosa più difficile del mondo!) ti prometto che dopo un po’ diventerai una maga del tuo budget, provando e riprovando.

Come fare un primo passo fondamentale: un compito per te

Dopo le obiezioni, facciamo insieme in quest’articolo un primo passo insieme: il compito che ti do è di provare a fare una lista delle principali categorie di spesa (alimentare, trasporti, salute, ecc.). Da lì, entra nel dettaglio ed elenca tutte quelle che sostieni normalmente.

Poi, prova a mettere delle etichette: lavoro/personale/familiare a ciascuna di queste spese.

Rifletti, problematizza, cerca la tua strada: non c’è giusto e non c’è sbagliato (c’è però il contro-intuitivo, se ad esempio metti la palestra nelle spese lavorative!), l’importante è che tu abbia davanti a te dei dati chiari su cui poter contare d’ora in avanti.

Se stabilisci la cifra minima di entrate su cui puoi contare, la strada è in discesa e puoi divertirti ad organizzare i tuoi primi budget!

Fammi sapere, se lo farai, com’è andata e quali difficoltà hai incontrato!

Chiara Sinchetto

Sono una Promotrice di consapevolezza finanziaria: aiuto a migliorare il proprio rapporto con il denaro, facendo scendere l'educazione finanziaria  e la finanza personale dal piedistallo per portarle nella vita di tutti i giorni e promuovendo una Finanza umanistica, che aiuti anche attraverso filosofia e letteratura.  Leggo e scrivo tanto, ho un quasi marito Ing. ed un Westie di nome Rufus.

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