Parti dal tuo carattere per un rapporto più sereno con i tuoi soldi

Noi libero professionisti portiamo sulle nostre esili spalle tanti fardelli: le tasse, le scadenze, la fatica, fare marketing anche quando siamo malati e soprattutto l’illusione che ci ha portate a scegliere questa modalità di lavoro, ovvero il non avere un capo. In realtà, non sapevamo che avremmo interiorizzato il capo più tosto del mondo, ovvero noi stesse nelle nostre vesti più perfezioniste e inflessibili.

Detto questo, c’è indubbiamente qualche vantaggio nell’essere libero professionista: ad esempio, la sensazione di stare facendo qualcosa di veramente utile, secondo le nostre regole, per gli altri. I soldi che guadagniamo diventano così il compenso per avere tirato fuori le nostre competenze e i nostri punti di forza e averli messi al servizio degli altri, aiutandoli e sentendoci realizzati e felici. Certo, non tutte le giornate terminano con un senso di gratitudine verso il mondo, ma in generale questa è la visione che sostiene chi vede il lavoro come vocazione e come realizzazione (se vi interessa approfondire, vi consiglio di leggere “Business model you. Il metodo in una pagina per reinventare la propria carriera“).

Se siete partite da voi stesse e dal vostro carattere per scegliere il  lavoro, perché non farlo anche con i soldi che guadagnate?

Con i tuoi soldi, parti dal tuo carattere

Il nostro rapporto con i soldi è spesso un campo minato in cui entrano in scena le nostre paure: c’è chi è ansiosa e ha paura di non guadagnare abbastanza, c’è chi ha poca autostima e crede di non meritare mai ciò che guadagna, c’è chi è disorganizzata e ha paura di guardare in faccia i numeri.

Insomma, se prima abbiamo parlato di punti di forza, qui entriamo in contatto con le nostre piccole difficoltà, dovute al nostro carattere. Avete mai pensato di partire proprio da qui, per migliorare il vostro rapporto con i soldi? Per iniziare, serve un bell’esercizio di consapevolezza: provare a tenere un piccolo diario finanziario in cui annotare tutte le emozioni ricorrenti che vi provocano i vostri soldi.

A volte potreste sentirvi frustrate, con la sensazione di lavorare tanto e stringere poco; altre potreste provare senso di colpa per aver speso senza fare attenzione i soldi che avevate guadagnato con fatica. Annotarvi tutto, scrivendo nero su bianco senza timore del giudizio ed essendo sincere con voi stesse vi aiuterà in una revisione mensile, in cui andare a rileggere ciò che avete provato e fatto quel mese. Poco per volta, vi renderete conto di sensazioni ricorrenti e potrete tirare le fila di quali sono le paure a cui siete più soggette, i tratti caratteriali che più vi ostacolano in un rapporto sereno con i soldi (vi sentite pasticcione/non all’altezza/poco pratiche). Potreste anche rendervi conto, se il vostro problema è di avere le mani bucate, che le spese che vi concedete vi servono per compensare frustrazioni e problemi: e qui veniamo al punto successivo.

Con i tuoi soldi, parti dai tuoi sfizi preferiti

Alzi la mano chi pensa che per avere un rapporto sereno con i soldi, la strada più veloce sia quella di eliminare in toto qualsiasi sfizio! Mi sembra di vedervi e di capire che siete tante: ma non è che, forse forse, questa convinzione nasce dal non avere un quadro chiaro di quanto potete davvero permettervi di spendere e in cosa?

Il problema è che questa decisione potrebbe tornarvi indietro come un boomerang: sul momento avete scelto una scorciatoia, ma alla lunga ce la fa chi si conserva il fiato per la maratona! Niente di più facile che ad un certo punto vi ritroviate stanche, depresse e anche annoiate, a chiedervi chi cavolo ve l’ha fatto fare di scegliervi un lavoro da libero professionista, visto che per voi esiste solo più il lavoro. D’altra parte, anche Jack Nicholson, in “Shining”, si ritrova a scrivere ossessivamente “All work and no play makes Jack a dull boy“.

Anche per concedervi degli sfizi, dovete partire da un quadro d’insieme: quanto guadagnate durante l’anno, quanto va via per le spese fisse e ineliminabili, che siano dell’attività o della famiglia/personali, quanto vi rimane di libero da destinare a ciò che preferite. Il fatto che siate all’inizio dell’attività non è una scusa: si può comunque trovare lo spazio per una cena fuori, una giornata di ricarica alle terme o anche solo un buon libro.

Basta partire da ciò di cui non potete fare a meno, da ciò che vi fa star bene, scegliendo con la vostra testa e con la calcolatrice in mano. Se ad esempio amate viaggiare ma pensate di non potervi affatto permettere un viaggio, provate a farne il vostro obiettivo dell’anno e a spalmare il risparmio sui mesi precedenti.

Con i tuoi soldi, parti dalle tue priorità

Arrivate a questo punto di questo piccolo viaggio nelle vostre finanze, dovreste avere chiaro soprattutto questo: quando si parla di voi e dei vostri soldi non esiste giusto e sbagliato (anche se ok, non vi consiglierei di non pagare l’affitto pur di comprarvi quell’abito costoso!).

Quello che dovete fare è individuare le priorità: magari per voi è importante, all’inizio, investire tantissimo nella vostra attività, molto più di quello che fanno gli altri, perché siete impazienti e potete arginare questo vostro lato fino ad un certo punto, perché dopo un po’ vi spazientite e amen.

Il mio consiglio è: non rematevi contro, la vita è già difficile da sola. Va bene lavorare su se stessi, cercare di migliorarsi, anzi è sacrosanto: perché, però, non essere almeno un po’ accondiscendenti verso se stessi, ogni tanto, e concedersi di venire incontro al proprio carattere scegliendo ciò che ci snatura meno e ci fa stare meglio?

Almeno ogni tanto, almeno per un po’: amiamoci di più, anche attraverso il modo in cui spendiamo i nostri soldi.

Chiara Sinchetto

Sono una Promotrice di consapevolezza finanziaria: aiuto a migliorare il proprio rapporto con il denaro, facendo scendere l'educazione finanziaria  e la finanza personale dal piedistallo per portarle nella vita di tutti i giorni e promuovendo una Finanza umanistica, che aiuti anche attraverso filosofia e letteratura.  Leggo e scrivo tanto, ho un quasi marito Ing. ed un Westie di nome Rufus.

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