In una presentazione ci sono tre elementi che si devono attivare al fine di creare un circolo virtuoso che funzioni. Ti ricordi quali sono? La speaker, cioè tu, le slide e il pubblico. Anzi, direi il TUO pubblico, quello che è venuto per ascoltarti. Quando il meccanismo funziona il messaggio che vuoi lasciare arriverà a destinazione, dritto e diretto.
Sul primo elemento potrai lavorare partendo dagli spunti sulla presenza scenica di Tatiana Cazzaro o da quelli per parlare in pubblico di Chiara Gandolfi, mentre sul design delle slide potrai lavorare in completa autonomia applicando alcuni dei consigli che trovi nei miei post precedenti: su questi hai il completo controllo, puoi modificare, rifinire fino all’ultimo ma in ogni speech l’incognita è il pubblico.
Domare l’incognita: tu non sei il tuo pubblico
In questo post cercheremo di farci le domande giuste per capire il pubblico e soprattutto per farlo diventare il TUO pubblico; quello che, uscendo dal tuo speech diventerà un testimonial appassionato del tuo messaggio di cambiamento.
Per creare una presentazione che interessi veramente al pubblico questa dev’essere focalizzata su di lui, in questo modo le informazioni che darai saranno veramente funzionali alla risoluzione del suo problema. Devi però aver ben chiaro che tu non sei il tuo pubblico.
Prima di scrivere il tuo discorso devi metterti nei panni di coloro che verranno ad ascoltarti, e solo così potrai creare una presentazione inserita nel contesto in cui si muove la tua audience. Ma come si fa?
I bisogni della tua audience
Durante la fase di ricerca per scrivere questo articolo ho intercettato una mappa dei bisogni dell’audience che può essere un buon punto di partenza per pensare in modo attivo al proprio pubblico. Sotto trovi una mia traduzione e interpretazione della mappa mentre qui trovi l’originale.
La mappa ha funzioni che possono aiutarti mentre stai disegnando la tua presentazione:
- Il contenuto: una volta definito il tipo di pubblico puoi inserire esempi e casi adatti a lui. Questo è un processo da non sottovalutare perché parlare la stessa lingua del mio pubblico favorisce una connessione. Essere connessi è il primo passo per avvicinarli all’idea che stai portando avanti. Per esempio, se mi trovo davanti a un pubblico adolescente e devo parlare di un brand sarà più facile che scelga Mc Donald’s piuttosto che Brunello Cuccinelli.
- Il tono di voce: ogni presentazione, anche se il contenuto può essere simile, avrà un suo tono di voce. Per spiegare cosa intendo rivisito le lucide parole di Luisa Carrada.
“Una [presentazione] credibile e autorevole ha un tono di voce preciso e coerente: chi ascolta sente e impara a riconoscere una voce.”
Il tono di voce, quindi, dev’essere il tuo: riconoscibile e rivolto a un pubblico specifico. Se il mio pubblico è di addetti ai lavori posso permettermi di usare termini tecnici e scendere in profondità su alcuni concetti, per contro se è più generico devo cercare di essere meno specifica e più trasversale.
- Preparati alle obiezioni: per me questa è la parte più stressante di ogni speech. Più il cambiamento che richiedo al mio pubblico è grande, più la resistenza sarà forte. Se sono riuscita a mappare le paure della mia audience, e a mettermi nei suoi panni, potrò avere non solo le risposte pronte ma convincerli fino in fondo durante il dibattito.
Che cosa sogna il tuo pubblico?
Trovo questa domanda particolarmente romantica e piena di prospettive articolate. Oltre a conoscere le caratteristiche socio-demografiche dell’audience: che età ha, che tipo di studi ha fatto, in che settore lavora e con che ruolo. Sarebbe importante collegarsi in modo personale a coloro che verranno ad ascoltarti, ognuno di noi ha una paura e se riesci ad intercettarla e a offrire una soluzione per sollevarli dal loro timore riuscirai a farli venire dalla tua parte.
Perché il tuo pubblico è in sala?
A questa domanda ci sono due risposte secche:
- Ti conoscono o conoscono qualcuno che ti conosce, ti seguono, ti stimano, ti apprezzano. Sono quindi motivati a sentire il tuo discorso e probabilmente o sanno già di che parlerai o almeno condividono il tuo approccio al problema, sono i tuoi ‘amici’ in sala;
- Sono un pubblico prigioniero, sono ‘costretti’ a stare lì magari dal capo, dal loro professore e così via. In questo caso il pubblico non ha scelta e quindi sarà molto più difficile da convincere, dovrai essere molto più creativa nel coinvolgerli. Un esempio meraviglioso è questo video della sicurezza aerea della Virgin America: chi è più prigioniero di un passeggero su di un aereo? Il loro video sulla sicurezza è divertente e ti cattura!
Posso risolvere il loro problema?
Se ho analizzato bene il pubblico, avrò individuato le sue paure e nel mio discorso dovrò fargli fare un viaggio in cui dall’attuale situazione (di pena) loro possono raggiungere il come potrebbe essere. Una situazione diversa e più vicina alla loro aspettativa, il come potrebbe essere avverrà solo nel caso in cui loro accettino la tua tesi. Sul come potrebbe essere dovrai fornire degli approfondimenti concreti, pertinenti e significativi, sostenendo le tue idee con materiali e affermazioni provenienti da fonti esterne: citazioni di persone importanti del settore; dati tecnici e tutto ciò che può servire per rendere credibile la tua idea.
Come puoi raggiungere al meglio il tuo pubblico?
Il tempo del tuo discorso si divide in tre momenti ben precisi:
- Il pre speech in cui il pubblico arriva in aula o è già presente e tu arrivi in aula
- Lo speech vero e proprio dove tu parlerai
- Il post speech quando ci sarà il cambio di relatore o il pubblico defluirà verso l’uscita
Di solito ci si focalizza sul momento centrale ma, vi posso assicurare che per coinvolgere il pubblico possono essere importanti anche il precedente e quello successivo. Pensa quindi a come impostare l’aula e quali materiali di supporto alla presentazione fornire in anticipo o quali consegnare dopo.
Fai solo attenzione a non dare una copia delle slide prima che le abbia presentate perché si toglierebbe importanza alla tua performance. Invece consegnarle dopo, magari anche con l’handout come appendice, è un buon modo per far sì che il tuo discorso rimanga memorabile.
Che cosa vuoi che faccia il tuo pubblico?
Questo è il punto in cui, durante il tuo discorso, tu chiedi al tuo pubblico di compiere un’azione. Quella che io chiamo la famigerata call to action. Ma quali caratteristiche deve avere la CTA?
- Per ogni presentazione ci vuole una sola CTA, è contro producente sovraccaricare la platea con troppi elementi di azione
- La tua richiesta dovrà essere concreta, reale e tradursi in un’azione tangibile questo può essere un modo efficace per garantire il movimento in avanti della tua idea
- La CTA non dev’essere mai il messaggio finale, la call to action deve portare a un’azione e il messaggio finale di una presentazione non può essere una lista di cose da fare ma la motivazione al cambiamento
Come può resistere il tuo pubblico?
Il cambiamento è intrinsecamente difficile. Il tuo pubblico si ‘attaccherà’ allo status quo, a ciò che conosce già. Il fatto di aver analizzato la platea è di grande aiuto perché ti permette di non essere considerata una persona estranea a parlare di cambiamento. Ciò non toglie che, se il cambiamento richiesto è particolarmente grande, qualche resistenza in sala sicuramente ci sarà.
Come puoi fare a stemperare la resistenza del pubblico? Affronta le preoccupazioni del pubblico e apri un dialogo: fai domande per consentire ai partecipanti di affrontare i dubbi e per dare loro l’opportunità di chiederti di chiarire tutto ciò che potrebbe non essere stato chiaro. Ascolta la platea in modo empatico ti permetterà di capire come collegare i loro dubbi alla tua idea, condividi con il tuo pubblico degli ideali che vi accomunano e rilancia la tua idea in una visione condivisa.
La preparazione di uno speech è un processo lungo e articolato. Prenditi il tempo necessario per conoscere il tuo pubblico e fare le dovute valutazioni, durante il tuo discorso percepiranno che stai parlando a loro, il tuo messaggio non sarà solo d’impatto ma memorabile.
Sei pronta a cambiare il mondo con una presentazione memorabile? Secondo me, sì!