Uno degli aspetti più appaganti della condizione di freelance è la possibilità di gestire il proprio lavoro in autonomia – sei d’accordo con me? Che significa, in teoria, che puoi decidere quanto lavorare, in quali orari, come farlo e non farlo, con chi lavorare e con chi invece (ma-neanche-per-tutto-l’oro-del-mondo) no. È la libertà di scegliere il meglio per te stessa, perché – possiamo dirlo? – che ci pensi qualcun altro a scegliere al posto tuo proprio non ti va.
Eppure, ti ritrovi a fare i conti con la difficoltà di dire no alle richieste dei tuoi clienti, anche quando queste sono troppo per te: a volte eccessive o fuori luogo, a volte tante (troppe!) rispetto a quelle che tu puoi realisticamente soddisfare, a volte fatte da persone con cui non avverti quella sintonia che ti aiuta a lavorare bene, come piace a te. È difficile stabilire un limite, comunicarlo e poi mantenerlo anche, pena un forte senso di colpa e la paura di deludere il cliente e perdere quel pezzo di lavoro. Soprattutto all’inizio della propria attività, quando si cerca di accontentare tutti e in tutti i modi possibili: accettando scadenze disumane, lavorando più di quanto concordato, rendendosi disponibile per colloqui o incontri di lavoro in orari assurdi (Ah, nel mio caso, tutte storie realmente accadute! E nel tuo?).
Ecco come svanisce in un istante la possibilità di organizzare liberamente la propria attività, nel rispetto dei propri tempi, desideri, esigenze, valori, al punto che inizi a vivere la condizione di freelance più come una grande rogna, che come una opportunità di autorealizzazione a 360°, in cui sei tu a condurre (felicemente) il gioco.
Oggi scrivo questo post per dirti che, invece, si può recuperare tutta la bellezza di questa libertà. So cosa significa quando dici l’ennesimo sì giurando che sarà l’ultima volta, mentre sarebbe giusto, umano, naturale, realistico o anche solo semplicemente comodo per te, dire no. E poi anche quando ti accorgi che ci sei ricascata e hai oltrepassato il limite che avevi scelto di importi, dicendo “ok, lo farò” (mentre avresti voluto dire con tutto il cuore “ma non ci penso proprio”), perché la sensazione di fare un torto al tuo cliente rifiutando la sua richiesta è così forte che hai pensato che, in fondo, anche stavolta avresti potuto cedere (l’ultima però eh!).
Io dico che dire no senza lasciarsi schiacciare dai sensi di colpa e dalle paure di rimanere senza lavoro è possibile. Credo anche che non sia necessario rifiutare automaticamente tutte le richieste che non ti piacciono per sentirti una freelance libera di scegliere quando, come e con chi lavorare, e di comunicarlo in modo assertivo, senza timori e dubbi amletici. Ad esempio, puoi rinunciare a una notte di sonno beato per consegnare il tuo prodotto alle 8 in punto della mattina successiva, anche se ti sei ripromessa di prenderti più cura di te e dei tuoi tempi di riposo, purché tu sia consapevole di ciò che fai e del perché lo fai: questo sì, lo reputo necessario invece, perché solo così potrai evitare di sentirti schiacciata dalla situazione. Sarai stata tu a sceglierla, valutando il meglio per te (un compenso più alto che in questo momento ti è proprio utile, un’opportunità di collaborazione a tempo, la sfida che aspettavi per dare spazio a tutta la tua creatività e a ciò che ti piace fare).
Dunque, se ti accorgi che sei immersa in lavori che porti avanti con un senso di oppressione, frustrazione, affaticamento, obbligo e insieme di timore; se ti rendi conto di averli accettati in modo automatico, guidata dal senso di colpa e dalla paura delle conseguenze di un eventuale no; se ti ripeti che, in fondo, non hai altra scelta – perché altrimenti come fai a lavorare e portare a casa la pagnotta?; se hai la sensazione di aver perso di vista uno dei motivi per cui hai scelto di essere freelance, e cioè sentirti protagonista del tuo lavoro, fare ciò che ti piace nel modo in cui vuoi, gestire la tua vita nel rispetto non solo dei desideri altrui, ma anche (e soprattutto!) dei tuoi; prima di dire un sì che in realtà sarebbe dovuto essere un no, fermati un momento e concediti uno spazio di riflessione.
Ti offro qualche spunto da cui puoi partire:
- Accogli il senso di affaticamento e oppressione che vivi: riconoscilo, nominalo, tienilo in considerazione. Più lo ignori, oltrepassandolo, più agirai in automatico – come hai sempre fatto, continuando a sentirti affaticato e oppresso. Al contrario, accorgendotene e dandovi spazio, ti darai la possibilità di essere consapevole di come ti senti e vivi in quella specifica situazione. E a quel punto potrai chiederti: cosa voglio fare ora, tenendo conto di ciò che ho messo a fuoco?
- Considera il senso di colpa che provi verso il tuo potenziale cliente come un segnale che ti allerta che stai spostando tutta la tua attenzione e cura verso di lui o lei, togliendola completamente a te. Evitando di fare un torto al cliente e deludere le sue aspettattive (dicendogli no), rischi di fare invece un torto a te e deludere le tue, di aspettative? Mentre ti dedichi completamente alle sue esigenze, ti dimentichi di te e delle cose per te importanti? E vuoi anche continuare a farlo?
- Trasforma la colpa (verso il cliente) in responsabilità (verso te). Piuttosto che continuare a rimuginare su che persona spregevole saresti se dicessi no a un cliente, e che fai bene a sentirti in colpa perché lui, poverino, ci rimarrebbe male, ribalta la prospettiva e focalizzati sulle tue responsabilità: cosa vuoi per te? Come vuoi svolgere il tuo lavoro? Come vuoi condurre la tua vita da freelance? Ascolta le tue risposte e concediti la responsabilità di agire di conseguenza.
Se hai voglia di condividere la tua esperienza, i tuoi esperimenti, le tue riflessioni o se vuoi svelare a tutte il modo in cui sei riuscita a dire, finalmente, i tuoi no, lascia un commento al post: sarà bellissimo continuare la conversazione 🙂
Quanto è difficile dire NO. Ma sto imparando, davvero. Il bello è che sto portando il NO anche nella vita, cosa che mi è risultata spesso difficile. Il bello è che tutto gira. Ho scoperto che se rifiuto un lavoro (qualsiasi sia il motivo del momento), dopo bussa alla mia porta qualcosa di migliore in termini economici o di esperienza personale.
Via libera ai no detti con criterio!
Evviva Claudia! Grazie per avercelo raccontato 🙂
Ho una cliente che mi ha chiesto assistenza per suo figlio in giorni e orari scomodi. Per “allontanarla” le ho fatto un preventivo altissimo e mi ha detto che le va bene. Probabilmente nn jo più scuse x rifiutarla, ma anche se le trovassi, ho paura di non trovare qualcun’altra al posto suo. Eppure ho tante “richieste”, ma spesso nn si trasformano in clienti. Insomma sono nel panico.