La paura (di aver paura)

Siamo – quasi – tutte già tornate ai posti di comando, e, cariche di nostri buoni propositi per l’anno nuovo (eh sì, inutile girarci attorno: per le cpiubiers settembre è il Capodanno che conta!), ci siamo ritrovate come tutti i mesi a ciarlare su Twitter per la #CBchat di inizio stagione.

Il tema questa volta, tanto per cambiare, era un gigante: le paure da freelance. Quali sono? Come le combattiamo? Si parte, generose e agguerrite, pronte a metterci a nudo ma anche a farci una risata e a incoraggiarci a vicenda.

Si parte in quarta col domandone: di che cosa hai paura? E ce n’è per tutti i gusti: paura di deludere – te stessa e chi ha creduto in te – , di sbagliare e rovinare tutto, di non essere all’altezza, di non “esserci” abbastanza, di perdere i clienti. Anche un baldo giovinotto si palesa nel pollaio – rivelazione: anche i maschietti cbchattano, con grande e reciproca soddisfazione –  e mette sul tavolo una di quelle paurone da novanta in cui siamo certe che anche tu ti riconoscerai:

Non te l’aspettavi? In effetti il trend finora era stato legato a paure molto più emotive e personali, forse perché ci fa fatica, e ansia, dare voce a quei timori che non si acquietano con un semplice pat-pat. Anche le paure più pratiche però hanno un antidoto: lavorare sodo e – Marano docet – fare bene i conti! Ma la lista non finisce qui: c’è la paura di non raggiungere i propri obiettivi, di ammalarsi e interrompere il ciclo produttivo, di togliere troppo tempo a famiglie e affetti, che gli altri si accorgano che non siamo poi così brave, paura del confronto con la concorrenza e anche di annoiarsi. Ti sei riconosciuta in almeno quattro voci dell’elenco, ci scommetto. Perché, e questa ne è la dimostrazione, le cose che ti spaventano sono presenti nella vita di tutte le freelance. Non ti senti già un po’ meno sola? Del resto, come dice la saggia Valentina  

Ma bando al momento lamentini, è ora di passare all’azione: e qui abbiamo chiesto alle nostre girls il loro antidoto preferito per smontare la paura e passare all’attacco, che, lo sai, è poi la cosa davvero importante. Coltivare l’autostima è la parola chiave, e non serve solo per la prova costume, ma anche quando vai a spulciare il portfolio della concorrenza e ti viene da pensare ma io non sarò mai brava così! Errore gravissimo, perché, come dice saggiamente Gioia:

Il che vuol dire, in questo periodo di iper-condivisione da social, saper calibrare quello che vedi e senti. Ricordarti quanto lavoro c’è dietro a immagini e video che sembrano casuali e spontanei, non avere l’ossessione di esserci sempre e comunque, cercare di essere te stessa e non solo la versione “riveduta e corretta” che secondo te tutti si aspettano di vedere.

Poi, se ci pensi bene, non è che il resto del mondo sia sempre lì col dito puntato a guardare quello che fai: spesso, se ne frega. Non ti senti già meglio? E se proprio c’è qualcuno che ti detesta, consolati, la statistica è dalla tua: è impossibile piacere a tutti, soprattutto quando scegli di avere una visibilità maggiore.

E capita anche, a volte, che le paure si avverino: fai il passo falso, commetti l’errore, sbagli. Santo cielo, e adesso? Beh, è facile. Ricominci. Ti alzi in piedi, spolveri le braghette, controlli l’entità delle ferite e aggiusti il tiro. Potresti anche renderti conto che la paura di quello scivolone era molto peggiore di quello che poi è stata la caduta. E che, anche se gli altri ti hanno vista, il loro giudizio non è poi così importante:

Su una cosa ci siamo trovate tutte d’accordo: le possibilità sono infinite, se riesci a non perderti d’animo. Puoi provare altre strade, rifare i calcoli, aggiornarti. Ma quello che conta è andare avanti, anche se sei forse cresciuta in una mentalità che dava per scontata una vita lavorativa eterne e immutabile, scelta da subito e sempre identica. Ma come cantava 51 anni fa (ammazza!) un signore con la chitarra, i tempi stanno cambiando, anzi, guarda un po’, sono già cambiati: e tu – e noi – con loro. Del resto abbiamo deciso che i 40 sono i nuovi 30, hai voglia a evolverti ancora… Abbiamo chiesto alle partecipanti di farsi una promessa scaccia paura in diretta, come monito e incoraggiamento per il futuro. E devo dire che le promesse che si sono fatte le altre cpiubiers sono servite anche a me, a riprova del fatto che siamo tutte – davvero – ossessionate dagli stessi, stupidi fantasmi. Una su tutte

O anche

E su questo direi che tocca a te: anche se non ce l’hai fatta a partecipare alla #CBchat perchè non provi a farti una promessa, e a scriverla nei commenti a questo post? Avere un monito pubblico magari ti aiuterà.

Le nostre chiacchierate su Twitter sono sempre il primo mercoledì del mese alle 9.30 di sera, e per partecipare basta usare l’hashtag #CBchat, anche senza menzionare direttamente il nostro account. Ti aspettiamo, tutte: siamo curiose di conoscerti e ascoltarti!

Beatrina Incorporella

Girl in progress, ancora, da sempre. L'unica costante della mia vita sono lettura e scrittura: da dieci anni sono una libraia, da almeno trenta una lettrice. Scrivo per dimenticare (e per ricordare), un po' sul serio e un po' per ridere. Sono bionda per vocazione, torinese di nascita, ironica per autoconservazione.

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18 thoughts on “La paura (di aver paura)”

  1. Ne ho davvero bisogno; ho dovuto dopo 25 anni cambiare laboratorio, ancora non c’è nulla di definitivo, e temo di non farcela. Mi incoraggia che se sbaglio, poi mi rialzo e proseguo e che se non va più questa attività, ne troverò un’altra.

  2. Sempre molto accoglienti e incoraggianti, grazie 🙂 Io prometto a me stessa di smettere di pensare che partner di progetto, clienti e il prossimo in generale siano tutti lì pronti a fregarmi. È un inquinamento mentale che non voglio più!

  3. Prometto di non avere più paura di quello che so fare. Grazie sorelle C+B!

  4. Prometto di bandire la frase “tanto non ce la farò mai…” e di andare alla ricerca dell’autostima perduta.
    Grazie cpiubers! 🙂

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