Clienti dall’inferno: chi sono e come gestirli

Come ogni inizio mese, anche ad aprile è scattato l’appuntamento con la #CBChat per cinguettare un po’ fra noi e raccontarci come stanno le cose nel magico mondo delle donne in proprio.

Il tema era caldo: i clienti peggiori, quelli che proprio ti fanno scontare con sangue e sudore ogni centesimo che guadagni con loro – e in ogni caso la cifra non ti sembrerà mai abbastanza perché ne sia valsa la pena.

Siamo subito tutte abbastanza oneste da ammettere che spesso il cliente infernale non arriva da noi per pura sfiga, ma perché c’è qualcosa di sbagliato nella nostra comunicazione e finiamo per attirarlo:

Quindi se ti viene il dubbio che sia successo anche a te, non disperarti, perché come vedi non sei la sola, ma corri ai ripari al più presto. Altro discorso vale invece per coloro che non rispettano né la tua professionalità né, forse ancora peggio, il tuo valore come persona, finendo per trattarti come se fossi un oggetto che hanno comprato:  

Il punto fondamentale, in questo caso, è bloccarli subito, e non permettere che vadano avanti con questo atteggiamento: come in ogni altro ambito della nostra vita, nel lavoro sei tu che stabilisci i paletti, e ahimè non sempre ci si trova davanti persone che hanno il senso del limite e di ciò che è giusto o anche solo educato. Il cliente ha sempre ragione, tranne quando ha torto: e trattarti come una piccola schiavetta nei campi di cotone è qualcosa che non puoi consentirgli. Non aver paura di affrontarlo: stai difendendo la tua dignità professionale.

Un altro grande classico che ti getta nell’abisso della disperazione?

Il lavoro andava fatto per ieri, loro te lo comunicano solo oggi e tu devi affannarti per fare quadrare il cerchio. Succede in tutti gli ambiti lavorativi, a giudicare dalle testimonianze delle cpiubiers: un male comune che non porta nessun gaudio. Ad allungare la lista ci sono i clienti taccagni, che cercano sempre di contrattare sul prezzo – e lì, sei proprio tu che devi avere il coraggio di rischiare di perdere il lavoro piuttosto che svenderti ; quelli che ne sanno più di te perché “l’ho letto su internet”; quelli che sottoscrivono un contratto con te, accettandolo, e poi ingaggiano un continuo braccio di ferro per cambiare le condizioni in itinere. E infine, loro:  

Quelli a cui non vuoi o non puoi mai dire di no, ma con i quali lavorare diventa un continuo patimento, per non parlare del rischio di compromettere profondamente il rapporto umano che ti lega a loro. Amici e parenti non sono, non dovrebbero essere, clienti, se non in casi specifici e con confini ben stabiliti. Ci va coraggio ad ammetterlo, ma, appena una di noi ha avuto il coraggio di farlo, ha scatenato un coro di approvazione che neanche in curva allo stadio…

E se proprio sei alla frutta e vuoi “licenziare” il tuo cliente come fai? Le voci sono diverse: c’è chi lo indirizza alla sua diretta concorrente (io), chi restituisce la caparra e rescinde il contratto, chi fa il lavoro quasi gratis e in tempi record pur di togliersi il cliente di torno, ma fai attenzione ai termini contrattuali, perché, come dice giustamente il nostro avvocato del cuore

Comunque, niente è impossibile: ma per fare attenzione a non rimetterci troppo in termini di salute e di denaro,  devi lavorare bene prima ancora di prendere il cliente, studiando il tipo di contratto migliore per il servizio che offri  e stando attenta a non farti fregare dall’onda dell’emozione del “Omioddio, hanno scelto proprio me!”: ci siamo passate tutte, è una sensazione stupenda che però rischia di trasformarsi in una gratitudine non necessaria. Ma la domanda da un milione di dollari è: si può prevenire anziché curare? C’è un modo per evitare i clienti peggiori? Qualcuna di voi ha sviluppato un istinto fenomenale come neanche Olivia Pope, ma per chi non si fidasse della sua pancia ecco i saggi consigli della nostra Fatamadrina:  

E le domande giuste, riassumendo quelle delle nostre adorabili cinguettatrici, sono più o meno queste: perché mi avete chiamata, cosa vi aspettate da me, con quanti soldi e in quanto tempo, che cosa vi piace dei miei lavori, chi sarà il mio referente, le aspettative sono allineate alle mie promesse?

Se sei agli inizi, e ancora ti sembra di dover ringraziare chiunque si rivolga a te, prova ad ascoltare i consigli delle nostre veterane: fidarti del tuo istinto, tenere sotto controllo il bisogno di soldi che hai, alzare i prezzi per scremare,  non farti carico dei problemi dei clienti,  non accettare qualsiasi cosa pur di lavorare e soprattutto ricordati: sei qui per divertirti!

Noi ti aspettiamo per la prossima #CBChat il 6 maggio alle 21.30: non vediamo l’ora di sentire la tua voce!

Beatrina Incorporella

Girl in progress, ancora, da sempre. L'unica costante della mia vita sono lettura e scrittura: da dieci anni sono una libraia, da almeno trenta una lettrice. Scrivo per dimenticare (e per ricordare), un po' sul serio e un po' per ridere. Sono bionda per vocazione, torinese di nascita, ironica per autoconservazione.

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5 thoughts on “Clienti dall’inferno: chi sono e come gestirli”

  1. Credo che i peggiori siano quei clienti che non rispettano te e il tuo lavoro perchè sei una donna, quindi inferiore secondo il modo di vedere il mondo.

  2. Io? in tre anni penso di averli beccati tutti…tutte le tipologie di clienti; e sono in piena fase di ‘recupero’ di compensi vecchi di un anno da cliente/amico/parente….e non so se ne salterò fuori viva o meno…ma ad oggi posso dire che preferisco non prendere il lavoro e uscire a cena una volta in meno che starci male o dover impazzire. per cosa poi?

  3. D’accordo con Rita, a volte gli amici sono i peggiori clienti che ci possano capitare… Vero anche quello che dice Rossella Boriosi…
    Grazie per i vostri consigli!

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