Altri 3 errori da evitare quando ci si mette in proprio

Ho già preso spunto una volta da questa domanda postata sulla nostra pagina Facebook perché è un tema infinito, sul quale vale la pena ritornare ciclicamente.

Questa volta vorrei soffermarmi su altri 3 errori classici di chi si mette in proprio: sono cose che avrei voluto sapere prima di aprire la partita iva, o meglio, 3 cose che sapevo perfettamente e ho scelto di ignorare. Spero che rileggerle qui ti convinca a non ripercorrere i passi di chi ci è già passato!

“Accettare qualsiasi cosa, anche se non è nelle tue corde al 100% o se non sai farlo al 200%.” Mariachiara Montera

All’inizio ho detto sì a tutto e a tutti!
Risultato: dopo 3 mesi da freelance volevo tornare in ufficio perché stavo lavorando, sottopagata, per gente che non mi piaceva poi così tanto e per progetti che non sentivo affatto affini. Nonostante sapessi cosa volevo fare (siti web) ho detto sì a: e-commerce, senza averne mai fatto uno, volantini, biglietti da visita, loghi, gestione pagine Facebook di altri.
Alcune volte mi è andata bene, ma una volta in particolare (e-commerce) mi è andata molto male e ci ho rimesso migliaia di euro. Lezione imparata.

“Non rispondere alle mail in tempi brevi (non dico immediati) e non prendersi cura dei clienti con un “grazie”, “auguri”, “ci sono”…” Valeria Viola

Confesso di aver sottovalutato il post-vendita, anzi continuo a non essere particolarmente forte su questo argomento. E invece è una cosa importante, perché se anche quel cliente non avrà più bisogno di te, magari curandolo un po’ si ricorderà di te al momento giusto, cioè quando qualcuno gli chiederà se ha un ____ (inserisci la tua professione) da consigliare. I guru americani parlano tanto di trasformare i fan in clienti, ma secondo me è altrettanto importante trasformare i clienti in fan.

“Non calcolare in maniera oculata TUTTI i costi di realizzazione/attuazione prima di effettuare il ricarico e stabilire il prezzo di vendita.” Ilenia Di Menna

Sante parole! Recentemente ho riguardato costi e ricavi della mia attività e mi sono accorta di non aver considerato nei prezzi le ore di chiamate con i clienti per la definizione dei progetti e per la formazione finale. Per te potrebbe essere un’altra voce: i ferri per una knitter, i bottoni per una sarta, i pennelli per una pittrice, i quadernetti per appuntare le sessioni con i clienti per una coach. Non importa quale voce ti stai perdendo per strada, meglio però cercarla e trovarla in fretta per correggere i tuoi prezzi. Il mio consiglio è prendere in mano gli estratti conto degli ultimi 6 mesi, carte di credito, paypal, e segnare tutte le spese che sostieni per la tua attività. Spoiler Alert: mandare avanti la tua attività, per quanto piccola, costa molto più di quanto pensi.

E tu quali errori aggiungeresti? Aiutami a compilare la lista degli errori da evitare come la peste!

Francesca Marano

Founder di C+B. Aiuto le sviluppatrici e gli sviluppatori a creare l’open web. Director of Engineering di XWP. In passato ho lavorato da Yoast, SiteGround e come freelance. Ho guidato due release di WordPress.org, 5.3, “Kirk” e 5.4, “Adderley“. Per intenderci, il software alla base di oltre il 40% del web. Insomma, sono brava in quello che faccio, ma resto approachable, come si dice in inglese. C+B è il mio "progetto di una vita", è nato per aiutare, divulgare e condividere, perché penso si debba essere generosi con le proprie competenze.

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5 thoughts on “Altri 3 errori da evitare quando ci si mette in proprio”

  1. Prima, da dipendente ero abituata a ricevere lo stipendio regolarmente, sempre lo stesso giorno. Due errori che facevo all’inizio da freelance (e che talvolta, con qualche cliente, facco ancora):

    – non fatturare tempestivamente il lavoro fatto: tra termini di pagamento, ritardi, ecc. il lavoro viene pagato mesi dopo la consegna.
    Adesso cerco di fatturare i lavori entro il mese della consegna

    – non sollecitare i pagamenti: una volta non mi osavo, mi sembrava di essere troppo attaccata ai soldi.
    Adesso lascio passare qualche giorno dalla scadenza prevista, poi sollecito cortesemente il pagamento. Qualche volta il sollecito cortese diventa infuriato…

    Ciao

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  2. Be’, il peggiore a mio avviso, è non riuscire a ‘confinare’ il lavoro in tempi e luoghi precisi. Mi spiego: ho lavorato sia da casa, parecchi anni, sia dall’ufficio. E da poco ho abbandonato la ‘scrivania a casa’ per dare il giusto luogo al lavoro. Il peggior errore che ho commesso è di credere di poter tenere sotto controllo il lavoro mentre sto facendo altro: compiti con i figli, cena, spesa…. mai sbaglio più grande. Oltre a disperdere tante energie, questo metodo ti fa sclerare e non stacchi mai. Da quando ho ricominciato a dare lo spazio che si merita al mio lavoro, ho iniziato a produrre di più e vivere molto ma molto meglio.

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