Tipi di grafici: come scegliere il grafico più adatto nella data visualization

Una buona visualizzazione dati deve mostrare le informazioni in modo chiaro, così da semplificare la comprensione dei dati. L’obbiettivo è far capire se ci sono tendenze, anomalie, in modo da rispondere a domande di marketing e business. Dopo aver raccontato che cosa significano e a cosa servono data storytelling e data visualization oggi approfondiamo la costruzione dei grafici. Tra i tanti tipi di grafici come facciamo a scegliere quello più adatto per mostrare al meglio il nostro lavoro?

Possiamo usare la data visualization per mostrare i risultati del nostro lavoro alle nostre clienti. La comunicazione visuale di dati in forma di grafici rende semplice e immediata la comprensione e consente di progettare meglio (e probabilmente più in fretta) le decisioni di business.

Ci sono tantissimi tipi di grafici a disposizione, quindi come faccio a scegliere quello più adatto?

Criteri utili per scegliere il grafico più adatto

Per ogni relazione tra variabili abbiamo a disposizione numerosi tipi di grafici tra cui scegliere. Ecco i criteri che utilizzo io per scegliere il grafico più adatto.

Il primo criterio a guidarci deve essere la rigorosità scientifica: conoscere, quindi, le leggi statistiche di base, le norme che regolano le variabili e come queste regole sono applicate ai grafici.

Il secondo criterio è l’analisi preliminare di alcuni fattori comunicativi: l’analisi del pubblico, includendo le esigenze, esplicite e implicite. Oltre a questo, è altrettanto basilare l’analisi del contesto e degli obbiettivi del progetto in cui i dati sono inseriti. Quando usiamo la data visualization nelle nostre reportistiche, infatti, dobbiamo sempre conoscere le persone a cui ci rivolgiamo e lo scopo dei dati raccolti.

Il mio consiglio, inoltre, è usare grafici diffusi e conosciuti, i cosiddetti grafici standard. Il grafico migliore è quello più adatto al nostro pubblico. Quando presentiamo un grafico ad altre persone, infatti, il nostro scopo è essere chiare. Un grafico standard sarà ben compreso e le persone non dovranno investire energie cognitive per interpretarlo. In questo modo si concentreranno sulle informazioni rilevanti.

Ho selezionato alcuni grafici molto utili e diffusi. Sono pochi, ma bastano per la maggior parte dei casi in cui ci troviamo nella nostra quotidianità professionale.

Per ogni grafico ho raccolto le caratteristiche principali e alcuni aspetti critici a cui prestare attenzione.

Tipi di grafici: quali sono e quando usare ogni tipologia

Grafici a linee: per rappresentare i cambiamenti nel tempo

Caratteristiche dei grafici a linee

Le serie temporali servono a mostrare come le metriche cambino nel tempo. Per presentare concetti come incremento, diminuzione, quindi tutte le variazioni in cui il tempo è un contesto rilevante.

Sulla linea orizzontale mostriamo il tempo, secondo l’intervallo che ci serve: mesi, anni o trimestri o qualunque altro arco temporale sia utile alla nostra rappresentazione.

Per esempio, possiamo usare il grafico a linee quando vogliamo vedere come sono andate le vendite negli ultimi mesi. Oppure per mostrare le visualizzazioni avvenute nei canali social nelle ultime settimane.

Aspetti critici dei grafici a linee

Nella costruzione di un grafico a linee è implicita una connessione fra i vari punti che non ha senso nei dati categoriali. I dati categoriali sono variabili di tipo qualitativo, per esempio i nomi dei nostri prodotti.

A volte è possibile visualizzare più linee contemporaneamente per mostrare il confronto tra diversi contesti. Prestiamo attenzione a non esagerare con il numero di linee temporali: il rischio di creare confusione visiva è sempre dietro l’angolo. Invece il nostro grafico deve essere chiaro e lampante al primo colpo d’occhio.

Grafici a barre orizzontali: per mostrare le classifiche

Caratteristiche dei grafici a barre orizzontali

Quando è necessario condividere delle classifiche, ovvero come una serie di valori sono ordinati tra loro, tra i vari tipi di grafici è meglio scegliere il grafico a barre orizzontali. In generale, i grafici a barre orizzontali mostrano la relazione tra una variabile numerica e una categorica.

Per esempio, possiamo mostrare la classifica dei servizi più venduti oppure l’ordine delle campagne marketing di maggior successo.

I grafici a barre orizzontali sono molto facili da leggere. Questo dipende da come i nostri occhi osservano gli schermi pc. La struttura del grafico a barre orizzontali è tale che i nostri occhi leggano prima le etichette. Così quando arriviamo a leggere i dati sappiamo già come interpretare le informazioni.

Aspetti critici dei grafici a barre orizzontali

I grafici a barre orizzontali devono essere sempre ordinati. Un errore comune, infatti, è presentare grafici a barre orizzontali non ordinati. Questo crea confusione e richiede uno sforzo eccessivo al pubblico.

L’ordine si sceglie in base alle informazioni da evidenziare. Se la categoria più grande è la più importante, mettiamola per prima. Se invece la più importante è la più piccola, poniamo quella in alto. Accettata questa regola generale, è bene sapere che nella cultura occidentale risulta più immediato quando in alto sono posizionate le quantità maggiori.

Grafici a barre verticali: per evidenziare i confronti

Caratteristiche dei grafici a barre verticali

I grafici a barre verticali (o a colonne) sono ottimi per realizzare comparazioni. I nostri occhi, infatti, confrontano facilmente le lunghezze. Sono utili anche perché è facile vedere subito anche la differenza fra le categorie.

Per esempio, possiamo visualizzare il nostro pubblico in base all’età o a interessi specifici.

Aspetti critici dei grafici a barre verticali

È importante che l’asse verticale di questa tipologia di grafici parta sempre da zero. In caso contrario il confronto visivo risulta falsato e il grafico ingannevole.

Oltre alla lunghezza delle barre è importante regolare anche la larghezza. Non esiste una regola rigida, ma le barre dovrebbero essere più larghe dello spazio fra loro. Non bisogna però disegnare barre così larghe che il pubblico sia portato a confrontare le aree invece che le altezze.

Grafici a barre verticali impilate: per mostrare confronti complessi

Caratteristiche dei grafici a barre verticali impilate

Una variante dei grafici a barre sono i grafici a barre impilate. Consentono sia di confrontare i totali delle categorie sia di osservare il peso delle componenti per ciascuna categoria.

Aspetti critici dei grafici a barre verticali impilate

È bene prestare attenzione in quanto è difficile confrontare le sottocomponenti posizionate oltre la serie appoggiata all’asse orizzontale. Il nostro occhio fa fatica perché non c’è più la linea di base da usare come confronto.

Il pericolo di questa tipologia di grafici è che siano troppo ricchi sia per numero di categorie sia per colorazione, diventando caotici sul piano visuale.

Mappe coropletiche: per evidenziare i contesti geo-spaziali

Caratteristiche delle mappe coropletiche

Ogni volta che è necessario mostrare dei dati in cui il contesto geo-spaziale è rilevante possiamo usare un tipo di grafico particolare: le mappe geografiche. Le più diffuse sono le mappe coropletiche.

Per esempio, possiamo usare le mappe per osservare la distribuzione sul territorio delle nostre clienti oppure le aree dove vendiamo di più.

Le mappe coropletiche mostrano aree divise e colorate in relazione a una variabile. Questa tipologia di mappe permette di studiare come una variabile sia distribuita sul territorio.

Aspetti critici delle mappe coropletiche

Le mappe geografiche sono conosciute e potenti, ma sono anche un sistema complesso. Per questo bisogna fare attenzione a non arricchire eccessivamente la densità informativa.

Uno svantaggio è che le regioni con dimensioni maggiori tendono ad avere un peso maggiore nell’interpretazione della mappa. Questo potrebbe portare a una distorsione cognitiva.

Bisogna, inoltre, fare attenzione nella scelta della tavolozza dei colori per rendere la mappa chiara e ben leggibile.

Grafici a torta e a ciambella: meglio non usarli

Tra i vari tipi di grafici, quelli a torta e ciambella sono molto usati. Purtroppo, però, il nostro occhio fa fatica a confrontare le aree, quindi questi grafici sono poco leggibili. Sconsiglio di usarli, anche se sono esteticamente piacevoli.

Quando dobbiamo rappresentare una parte rispetto a una totalità meglio usare le mappe alberate. Sono grafici in cui le aree dei rettangoli rappresentano le proporzioni delle categorie rispetto al tutto. Questi grafici sono più leggibili perché i nostri occhi confrontare le lunghezze dei rettangoli e non solo le aree.

Conclusioni

Se tra i tanti tipi di grafici non sai come scegliere quello più adatto, parti dall’analisi preliminare del progetto, del contesto ma soprattutto del pubblico: quali conoscenze possiede? È abile nell’interpretare i grafici? Quali informazioni sono più rilevanti? Con le risposte a queste domande possiamo scegliere il più opportuno fra i grafici standard: sono facili da leggere e ti assicurano successo comunicativo.

Cristina Scaraffia

Sono una scienziata sociale con master di II livello in Data intelligence e strategie decisionali. Dal 2021 mi occupo di data visualization e data storytelling come consulente e formatrice freelance. Costruisco visualizzazioni e comunicazioni potenti che mostrino le informazioni nascoste nei dati per raccontare fenomeni nel modo più aderente possibile alla realtà.

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