Presentazioni efficaci con le metafore

Una delle strategie da mettere in pratica, per creare presentazioni efficaci, è quella di utilizzare le metafore per rendere accessibili i messaggi a chi ascolta. Facilitare al pubblico la comprensione del messaggio è il primo passo per far accogliere la tua idea e costruire un processo di comunicazione efficace.

Metafore, che cosa sono?

Le metàfore sono una delle figure retoriche che studiavamo alle superiori, la letteratura ne è piena e, come sostiene Alessio Beltrami, l’idea di per sé è semplice: sfruttare elementi conosciuti per spiegare ciò che è nuovo. Si tratta, quindi, di un processo di trasferimento di significato che avviene sia nelle metafore sia nelle similitudini, tutte figure retoriche adatte a rendere memorabili le presentazioni.

La parte complicata è quella di trovare delle immagini condivise dal pubblico (gli elementi conosciuti) e legarle al tuo mondo (ciò che è nuovo) e, quindi, far parlare queste metafore con la tua voce unica. Più sono calzanti alla tua realtà, più riescono a comunicarti in modo inaspettato e più diventano memorabili.

Usare concetti comuni, ad esempio, Sofia è una volpe… ha il vantaggio di far riconoscere subito a chi ti ascolta che stai parlando di una persona in cui la scaltrezza è un tratto distintivo; per contro difficilmente creerà un gancio in grado di catturare l’attenzione del pubblico. Prova a osare! Magari al posto di volpe basta che Sofia diventi una faina e, perché no, glitterata. Creare delle metafore può anche essere divertente!

In presentazione estendi le metafore

In una presentazione efficace la metafora che vuoi portare avanti dovrebbe anche essere messa in figura. Non relegarla al discorso parlato, ma rendila protagonista della scenografia alle tue spalle. Quando riusciamo a creare una comunicazione sinestetica, in grado di lavorare strategicamente su più campi sensoriali, il pubblico rimane immerso in una narrazione coerente tra ciò che legge, ciò che ascolta e ciò che guarda. Questo crea una partecipazione tale da farci risultare memorabili.

Se voglio utilizzare la metafora della ricetta I 5 ingredienti per… dovrò supportare la mia narrazione con un apparato visuale che riprenda il mondo della cucina e dialoghi con la metafora scelta. Gli ingredienti diventeranno i componenti base, le fasi di lavorazione saranno quelle imposte dalla ricetta e così via. Anche visivamente alcuni elementi richiameranno questa narrazione, come proposto da Elena Bobbola in questo talk ‘Perché l’abito fa il monaco?’

L’estensione della metafora può portare con sé alcune insidie. Infatti, dal punto di vista narrativo usare una metafora che abbracci completamente lo sviluppo di un talk può:

  • non essere sostenibile per tutta la durata del discorso;
  • erodere la potenza dei contenuti proposti.

Si tratta quindi di saper creare un equilibrio in cui la metafora ha lo scopo di tenere viva l’attenzione, senza essere fuorviante per il pubblico.

Rendi efficaci le presentazioni con le metafore

Per rendere meno ‘invadenti’ le figure retoriche posso utilizzarle per semplificare argomenti specifici. Sono infatti utili per rendere accessibili concetti difficili, avvicinandoli al pubblico. In due parole, servono a ‘farla semplice’ perché aiutano a:

  1. rendere accessibili concetti complessi;
  2. far scendere sul piano concreto idee astratte;
  3. far comprendere il valore dei numeri.

E, soprattutto, rendere memorabili le tue idee. Se la faina è glitterata, me la immagino proprio.

1. Usa le metafore per rendere accessibili concetti complessi

In questo articolo ho parlato di come disporre le idee in modo efficace, introducendo il grande tema della struttura del discorso: prendiamo quella a piramide che, per mia esperienza, è la più complessa da mettere in pratica.

Se dovessi spiegare la struttura a piramide direi che si tratta di un triangolo isoscele costruito da idee, da quelle disposte sulla base si estrapolano quelle che stanno sopra, fino arrivare all’idea principale (la soluzione del problema) che è posizionata al vertice. Non so tu che la leggi, ma io, mentre la scrivo, la sto trovando poco accessibile, faticosa.

Scelgo quindi di prendere un concetto complesso come ‘un triangolo fatto di idee’ e inserirlo in un perimetro narrativo più semplice e conosciuto. Grazie alla metafora architettonica della piramide (la struttura) e i blocchi di pietra (le idee), riesco a far cogliere con immediatezza il processo con cui si distribuiscono le idee in quel tipo di struttura. E, sono quasi certa, che quasi tutte pensiamo alla piramide di Cheope, perché è un monumento familiare nell’immaginario collettivo.

2. Usa le metafore per far scendere sul piano concreto idee astratte

Un altro scoglio per l’audience sono le idee astratte, ad esempio le misure. Gli esseri umani esperiscono la realtà attraverso i cinque sensi e hanno difficoltà a rapportarsi con l’astratto. Gli aggettivi grande o alto non danno nessuna reale descrizione di quello di cui sto parlando: Grande come? o Alto quanto?

Se invece affermo grande come un campo da calcio il pubblico visualizzerà subito un’immagine, si rilasserà e mi prestarà attenzione. In verità, non siamo certe di quante persone sappiano le esatte misure di un campo da calcio ma non è questo il punto, la chiave è aver disegnato un’immagine condivisa. Come abbiamo anticipato, questo immaginario dev’essere vicino al pubblico, per cui se metto in scena il talk in India, al posto del campo da calcio parlerò di un campo da cricket.

Lo stesso vale anche per misure piccole: posso parlare di 0,35 micron o di un capello tagliato in quattro. Il primo è più preciso e adatto a un pubblico di addetti ai lavori, mentre il secondo caso non è un’unità di misura in quanto ognuna di noi ha capelli di dimensioni diverse. La sua forza è che abbiamo creato un’immagine familiare che ci cattura e ci trasporta in un mondo concreto e conosciuto.

3. Usa le metafore per far comprendere il valore dei numeri

I numeri e le percentuali vengono messi in presentazione, di solito appoggiati senza nessun contesto. Per far percepire il valore di un numero DEVO inserirlo in un contesto, DEVO costruire un perimetro narrativo in cui la mente di chi ascolta possa muoversi senza fatica o difficoltà.

Propongo un esempio: Nel 2021 l’aumento della vendita di matite per occhi è stato dell’1%. Parliamoci chiaro un 1% non è il numero per il quale salti sulla sedia, la sensazione è più meh! invece che wow! Se, invece, mettessi in presentazione i pezzi venduti sarebbe un numero a 6 cifre e, allo stesso modo, non tutto il pubblico riuscirebbe a cogliere immediatamente il valore di questo numero.

Una soluzione è descrivere cosa puoi fare con quell’1% di matite per occhi. Se sommo la lunghezza di tutte le matite vendute riesco a completare il perimetro dell’Italia, isole comprese! Oh, l’Italia è grande, eh… In questo modo il numero acquista una forma contreta, ne si comprende il valore e può essere ricordato. Probabilmente verrà ricordata la metafora e non il numero, ma il lavoro fatto per raggiungere quell’1% verrà nobilitato.

Le metafore sono alleate fortissime per rendere le tue presentazioni efficaci: provale.

Buon lavoro e buon divertimento!

Il contenuto di questo articolo è nato da riflessioni maturate dopo aver letto la newsletter Total Anarchy #105 di Ann Handley, una vitaminica copy statunitense che ADORO e l’incipit di una mail di Alessio Beltrami, grand visir del content marketing, che afferma: Il potere dei contenuti è tutto nelle immagini che riescono a produrre.

Marie Louise Denti

Ciao! Sono Marie Louise Denti accompagno le imprese a trovare la loro identità visiva: progetto strategie di comunicazione concrete ed essenziali. Visual e slide designer: una vera e propria Slide Queen. Con entusiasmo. E bon fait.

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