Hai presente quella sensazione di essere fatta male ogniqualvolta qualcuno ti fa notare un errore o ti rivolge una critica? Quella voce che, se un cliente è scontento del tuo lavoro, continua ad affollare la tua testa dicendoti che sei sbagliata, anzi, una vera fallita?
Ecco, questo post è per dirti che:
- Non sei sola. Quella che vivi è un’esperienza diffusa: molto probabilmente, almeno una volta nella vita, ognuna di noi si è sentita sbagliata per qualche frase infelice, un appuntamento dimenticato, un lavoro mal riuscito. Per aver commesso qualche errore, insomma.
- Il fatto che tu non sia sola non significa che non possa sentirti diversamente, né tanto meno che per sentire di poter andare bene, a te non sia consentito fare errori!
Come fare, dunque? Parliamone 🙂
Fregarsene non è la soluzione
Probabilmente, se io ti chiedessi come vorresti reagire dinanzi a un tuo errore, invece di sentirti tu stessa sbagliata, la tua risposta sarebbe: “fregandomene” (ho indovinato?). Come se il suo effetto non ti toccasse neppure, quasi fosse indifferente per te sbagliare o fare bene. Ma pensaci un istante: quanto è realistico?
Quando iniziamo una collaborazione, offriamo un servizio a qualcuno, persino quando intraprendiamo qualsiasi attività per cui le uniche persone a cui dobbiamo rispondere siamo noi, è naturale cominciare a costruirvi intorno un’aspettativa.
Del resto, ad esclusione delle attività che scegliamo per puro divertimento o come rimedio contro la noia, perché dovremmo mettere energie, tempo e impegno in qualcosa se non ci aspettassimo nessun ritorno? Pensando al lavoro, per esempio, non mi riferisco soltanto all’aspetto economico, ma anche alla soddisfazione, l’autoefficacia, il senso di realizzazione personale che ne possiamo ricavare.
Il punto, allora, non è evitare di crearsi aspettative, ma scegliere come gestire un’eventuale delusione delle stesse, in modo da non dover mettere in discussione tutta la propria persona. E il proprio valore.
Gli errori riguardano il fare, non l’essere
Chiariamo una cosa: nessuna è gli sbagli che fa – sei d’accordo?
La verità è che tutte possiamo fare scelte sbagliate, errori di valutazione, mettere in atto comportamenti controproducenti. A prescindere da quanto siamo competenti come professioniste e, soprattutto, persone di valore, per il semplice fatto che siamo – appunto – persone.
Riconoscere i nostri sbagli come azioni piuttosto che come pezzi della nostra essenza come persone, è il primo passo per ricordarsi che sbagliare non equivale a essere sbagliate.
Sbagliare? Si può!
In quanto persone, siamo tutte fallibili. Può sembrare un concetto scontato, eppure quando si riceve una critica, anche se costruttiva, persino se relativa a un errore o disattenzione oggettivamente individuabile, può essere difficile prenderne atto senza appesantire quel feedback di ulteriori rimproveri e giudizi negativi su di sé.
Come se sbagliare fosse possibile, sì, per tutti tranne che per sé stesse. Non trovi?
Concedersi il permesso di sbagliare, allora, diventa fondamentale per vedere quell’errore per ciò che realmente è: un (uno!) lavoro andato male, un’azione che non sceglieresti di nuovo, il frutto di un’incomprensione, un’esperienza da cui imparare qualcosa di nuovo. Insomma: un’opzione.
Gli errori a cui si può riparare
Non dimentichiamo, poi, che a molti errori c’è rimedio.
Fermati un momento a pensare alla responsabilità che ti riconosci quando commetti uno sbaglio, a prescindere dal fatto che il tuo cliente o qualcun altro te lo faccia notare. A come sei pronta a usarla per darti addosso e dirti che hai sbagliato tutto, e a quanta energia impieghi per lasciarti in quella sensazione di inadeguatezza senza (apparente) ritorno.
Prova a cambiare prospettiva: tieni conto del fatto che, in quanto persona, se non oggi prima o poi sbaglierai, e chiediti invece come vuoi impiegarla, quella energia.
Io ho qualche idea. Chiedi scusa per il tuo errore, assumendoti la tua parte di responsabilità se la riconosci. Proponi un’alternativa per rimediare, se realisticamente possibile. Usa quell’esperienza per diventare una professionista più consapevole e solida, invece che infallibile – che tanto, lo sai anche tu, quelle non esistono 🙂