Sono una lettrice patriottica e in genere prediligo gli scrittori e le autrici italiane. Questa volta però la scelta è caduta su Valérie Perrin e il suo romanzo Cambiare l’acqua ai fiori. Forse sono stata attratta dal titolo, che profumava già di primavera. Non sapevo che in realtà era un inganno… 🙂
La trama
La protagonista di questo libro è Violette Toussaint, che lavora prima come guardiana di un passaggio a livello e poi di un cimitero a Brancion-en-Chalon, in Borgogna. La sua casa al confine tra il regno dei morti e la città dei vivi è il passaggio obbligato per tutte le persone che hanno perso i loro cari. Nella casa di Violette c’è sempre un tazza di caffè o tè caldo pronto a riscaldare il corpo e l’anima.
Violette sa entrare in sintonia con le persone che soffrono perché anche lei ha vissuto la morte della piccola figlia, Léonine. Una morte tragica e misteriosa che solo alla fine del romanzo troverà una spiegazione.
Violette è orfana fin dalla nascita, non ha mai saputo cosa sia l’amore di un padre e una madre. Si sposa giovane e anche il suo compagno Philippe Toussaint è in realtà incapace di amarla e la tradisce continuamente. Lei però sopporta in silenzio: il lavoro e l’amore per la figlia sono la sua spinta vitale.
Quando, purtroppo, sua figlia muore, Violette riesce a superare questo momento grazie alla speciale amicizia con Sasha e con Célia. Entrambi le danno la possibilità di trovare il suo equilibrio e la pace interiore instaurando un rapporto speciale con la natura: con la terra e con il mare. Ecco che allora curare il giardino del cimitero, il suo orto e cambiare l’acqua ai fiori diventa per lei il modo per lenire il dolore. Violette, giorno dopo giorno, riuscirà a far pace con il suo passato e a superarlo. Non sarà così, purtroppo, per il suo ex-marito.
Il cimitero, luogo di dolore, diventa per lei una fonte di serenità e di incontri inaspettati: è proprio qui che Violette conosce Julien e inizierà con lui una nuova vita.
Perché te lo consiglio
Vedrai che all’inizio il libro ti sembrerà un po’ lento e denso di particolari, ma ti assicuro che dopo un po’ riuscirai a entrare nella storia e non vorrai più uscirne. Da un certo punto in poi il libro diventa un vero e proprio giallo e le vite dei personaggi si intrecciano continuamente. I salti tra il presente e il passato diventeranno indispensabili per comprendere la trama e le pagine correranno via veloci.
Con grande maestria, Valérie Perrin ha saputo costruire una storia che ne racchiude tante altre proprio come un grande mazzo di fiori che sprigiona mille fragranze. Piano piano l’autrice ti condurrà verso una sinfonia sempre più complessa, dolorosa e dolce allo stesso tempo. Le storie dei defunti si intrecciano con quelle dei vivi e alla fine anche tu dovrai ammettere che c’è sempre qualcosa di nascosto dietro la morte.
Ogni capitolo è introdotto da una breve epigrafe funeraria per indicarci che le parole scelte per descrivere i nostri cari non bastano: sono troppo poche per raccontare chi erano effettivamente. Ci sono cose che non abbiamo mai raccontato a nessuno, tutti noi siamo un fronte e un retro, un Giano bifronte, proprio come il guardaroba di Violette. Ha sempre un vestito colorato, a fiori, sotto il cappotto grigio o nero che indossa ogni giorno al cimitero. E così il tema della maschera pirandelliana e il famoso romanzo Uno, nessuno, centomila ritorna attuale più che mai.
Insomma, cara cpiuber, questo romanzo di sicuro è una lettura interessante che si è pure aggiudicato nel 2018 il Prix Maison de la Presse, con la seguente motivazione: “Un romanzo sensibile, un libro che vi porta dalle lacrime alle risate con personaggi divertenti e commoventi”. Sono proprio curiosa di sapere cosa ne pensi anche tu.