Quattro libri per le vostre vacanze di Natale

Se dico Natale, la testa mi esplode di lucine seduta stante: inizio ad avere visioni di pandori, stelline, renne glitter, tetti innevati, zenzero e zamponi.

Ma soprattutto, inizio ad immaginarmi sul divano, avvolta in un’orrida e soffice copertina di pile, circondata da carte da regalo che non ho ancora smaltito per la raccolta differenziata e a cui penserò solo dopo, perché adesso la mia priorità è solo una: rilassarmi e leggere.

Il mio Fantasma dei Natali Passati racconta le storie che ho letto senza interruzione nei giorni di vacanza, passati i pranzi e le cene di rito: fra i regali che ho ricevuto nella mia vita, non potevano mancare pile di libri di ogni genere e spessore.

Se anche voi volete cogliere l’occasione, e già vi pregustate mattinate pigre e pomeriggi rilassanti in compagnia di nuove pagine, ecco qui quattro consigli di lettura per questo Natale 2017, direttamente dal mio cuore di libraia ma soprattutto di lettrice.

La ragazza con la Leica, di Helena Janeczek, Guanda editore.

Conoscete Gerda Taro? Questo romanzo racconta proprio di lei, che è stata la prima fotografa a morire su un campo di battaglia, il 26 luglio del 1937, subito dopo la controffensiva franchista della battaglia di Brunete. Gerda viene raccontata in questo romanzo con tutta la forza della sua passione politica e della sua fame di vita e di esperienza. Nata in Germania nel 1910, fugge a Parigi dopo l’avvento del nazismo, ed è qui che conosce Robert Capa, che se ne innamora perdutamente – dopo la sua morte, non sarà mai più lo stesso – ma, soprattutto, le insegna ad usare la macchina fotografica. In questo libro viene ricostruita non solo tutta l’atmosfera di lotta e fermento della Parigi degli anni 30, ma anche la storia di una ragazza che sognava in grande, che desiderava vedere e raccontare il mondo, le sue bellezze e le sue ingiustizie, e che aveva trovato nella macchina fotografica lo strumento perfetto per esprimere il suo talento e la sua voglia di essere parte di un cambiamento ideale.

Per chi ama i romanzi storici, per chi è appassionata di fotografia e per chi ha bisogno di sentirsi ispirata dalla vita breve e meravigliosa di una donna eccezionale.

Penelope Poirot fa la cosa giusta, di Becky Sharp, Marcos Y Marcos editore

La prima avventura di un’investigatrice che non è esattamente un’investigatrice, ma che – guardacaso – si ritrova coinvolta in misteri tinti di giallo che necessitano di una soluzione alla quale lei (sarà forse merito dell’illustre cognome?) riesce casualmente a contribuire…
Una villa nel Chianti, un affascinante giardiniere, ospiti ricchi e un po’ troppo attenti a non svelare i loro segreti e i loro legami. Se poi ci aggiungete una nevicata improvvisa e un delitto inatteso, avete tutti gli ingredienti per restare attaccate alle pagine e non mollarle fino alla fine. Al riuscitissimo personaggio di Penelope – svampita, ficcanaso, eccentrica, aristocratica – fa da perfetto contraltare la sua segretaria, Velma Hamilton: schiva, piena di spirito critico nei confronti della sua datrice di lavoro, e molto spesso vittima di perplessità sugli usi e i costumi del mondo ovattato in cui si ritrova suo malgrado.

Per chi ama i gialli, i personaggi femminili buffi e un po’ sopra le righe, e per chi ha voglia di una lettura divertente e ben scritta.

La ferrovia sotterranea, di Colson Whitehead, Sur editore.

Questo romanzo ha vinto il Pulitzer nel 2017, e se lo merita davvero tutto. È la storia di Cora, schiava quattordicenne in fuga da una piantagione in Georgia nella prima metà dell’Ottocento. È un’America dolorosa e crudele, quella che racconta Whitehead, quella in cui avere la pelle nera significava essere proprietà di qualcuno, dalla nascita alla morte, oggetto di sfruttamento e tortura, qualcosa da usare e da gettare via, una volta finito, senza rimpianti né ripensamenti. La fuga di Cora non è solo un viaggio per salvarsi la vita, ma anche – soprattutto – un percorso per imparare la libertà, per appropriarsi dell’inalienabile diritto di sentirsi umana a dispetto di un’esistenza in cui non sei mai stata considerata tale. L’obiettivo non è solo  sopravvivere, ma vivere, davvero, potendo scegliere ed agire in consapevolezza e dignità. Un libro che racconta cose tremende, ma che mantiene viva l’idea che sia necessario, per non morire, continuare a credere nella bontà, che da qualche parte, dentro qualcuno, continuerà ad esistere e darà dei frutti.

Per chi è alla ricerca di un posto nel mondo, per chi sta lottando e a volte non sa se ne valga la pena. Ma in generale, secondo me, per tutti quelli che hanno bisogno di immaginarsi liberi.

Dodici ricordi e un segreto, di Enrica Tesio, Bompiani editore

Per chi bazzica il web con una certa frequenza, Enrica Tesio è un nome noto: il suo blog ci fa compagnia da anni tutti i giorni, i suoi pezzi comici e commoventi vengono continuamente condivisi e rilanciati sui social, senza mai perdere in efficacia. Io sono particolarmente legata a questo romanzo perché ho avuto la fortuna di presentarlo da poco, e la chiacchierata con Enrica mi ha confermato che, dietro ad una storia bella e articolata, c’è anche una persona dotata di grande intelligenza, humor e quel pizzico di malinconia involontaria che regala spessore alle emozioni sulla carta. Si parla di un nonno e una nipote: Attilio sta perdendo la memoria, e Aura è la persona che ha scelto per conservare i suoi ricordi, prima che la malattia li spazzi via del tutto. Ma a sua volta Aura, che ha appena vent’anni, deve sciogliere un po’ di nodi: dopo un’esperienza come au pair in Irlanda, è appena tornata a Torino, e davanti a lei si stendono infinite possibilità, peccato che non abbia bene idea di che cosa farsene. E poi c’è Isabella, sua mamma, la figlia di Attilio: che l’ha avuta soltanto a diciotto anni, e sembra che, da allora, non sai più stata capace di crescere. Un romanzo che declina il caleidoscopio di situazioni che può nascondersi dietro la parola “famiglia“, che svela il potere del ricordo, che spesso e volentieri strappa un sorriso.

Per chi ha voluto molto bene a un nonno (o a una nonna), per chi si sente in bilico tra rigore e stupidera, per chi conosce il potere dell’accettare chi amiamo esattamente nel modo in cui è.

E adesso che avete i libri giusti, ricordate le istruzioni per l’uso: spegnete i cellulari, silenziate i mariti, sedate i bambini, ignorate le pile di piatti sporchi/panni da stirare/gatti di polvere che si rincorrono sotto i mobili.

Naufragate senza ritegno nel tutone e nella tazza di caffè fumante, le storie sono vostre amiche, e non vi giudicano, anche se avete i brufoli post-cenone e i calzettoni di peluche color melanzana.

Pensatemi, io starò facendo lo stesso.

Buona lettura e buon Natale, bellissime Cpiubiers del mio corazòn!

Beatrina Incorporella

Girl in progress, ancora, da sempre. L'unica costante della mia vita sono lettura e scrittura: da dieci anni sono una libraia, da almeno trenta una lettrice. Scrivo per dimenticare (e per ricordare), un po' sul serio e un po' per ridere. Sono bionda per vocazione, torinese di nascita, ironica per autoconservazione.

Sito | Facebook | Twitter | Instagram