In questo articolo ti spieghiamo come funzionano i controlli fiscali nelle associazioni no profit. Come sappiamo, le associazioni no profit godono di un regime fiscale di favore, proprio per il fatto che si tratta di enti costituiti a scopi benefici, solidali, sportivi, educativi, ecc.
Proprio a causa del regime agevolato di cui godono e alle sempre più frequenti situazioni di abuso nell’utilizzo di queste forme associative, i controlli fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate si sono fortemente intensificati.
Questi controlli sono finalizzati a verificare che le associazioni rispettino i requisiti necessari per poter godere delle agevolazioni fiscali, oltre ovviamente a verificare il corretto adempimento degli obblighi fiscali e contabili.
Cosa si intende per ente non commerciale
Si tratta quindi di chiarire che cosa si intende per ente non commerciale e quali sono i tipi di controlli cui vengono assoggettate le associazioni.
Occorre ribadire che lo scopo principale di questi controlli è quello di individuare quelle associazioni che, apparentemente si presentano come enti non commerciali che perseguono finalità ideali (senza scopi di lucro) ma al contrario, hanno finalità commerciali, svolgendo vere e proprie attività economiche, che avrebbero dovuto essere identificate correttamente attraverso una società.
L’Agenzia delle Entrate ha, quindi, manifestato e annunciato la sua intenzione a svolgere la massima attenzione al settore no profit con la circolare 16/E/2016, contenente le strategie per la prevenzione e il contrasto all’evasione fiscale.
Per prima cosa ti ricordo che le associazioni si distinguono dalle altre forme giuridiche perché:
- perseguono finalità ideali e non economiche comuni a tutti i membri dell’associazione;
- hanno una struttura organizzativa aperta, ossia è possibile unirsi all’associazione semplicemente facendone richiesta e soddisfacendo i requisiti indicati nello statuto;
- prevedono espressamente il divieto di distribuire gli eventuali utili derivanti dalla gestione;
- hanno il divieto di esercitare attività commerciali in via prevalente.
Alla luce di queste sopra, che sono le caratteristiche fondamentali delle associazioni, l’Agenzia delle Entrate intende dedicare la propria attività ad effettuare due tipi principali di controlli:
- un controllo formale durante il quale verifica la documentazione in suo possesso e quella richiesta all’associazione, controllando quindi che lo statuto della associazione abbia tutti i requisiti previsti dalla norma, analizzando i bilanci, il modello EAS, ecc…
- un controllo sostanziale, durante il quale l’Agenzia delle Entrate analizzerà nella sostanza la attività svolta dall’ente, effettuando addirittura la perquisizione dei locali dell’Associazione.
Il controllo sostanziale sull’attività
Senza entrare nel dettaglio del controllo formale, dove il tuo consulente di riferimento saprà orientarti al meglio, vorrei centrare l’attenzione sul controllo sostanziale, più complesso e delicato.
Il controllo sullo statuto
Per prima cosa viene effettuato dall’Agenzia delle Entrate un controllo sullo statuto.
In questa fase viene verificato che l’Associazione rispetti le caratteristiche previste nel proprio statuto con particolare attenzione ai seguenti aspetti:
- democraticità della vita associativa.Tutti i soci devono poter partecipare alla vita associativa e tutti devo avere il diritto di voto in assemblea. A tal fine verranno controllati il libro soci, il libro delle assemblee, i verbali di assemblea e le convocazioni delle stesse;
- divieto di distribuzione degli utili. Dall’esito di questo controllo si può dedurre qual è il vero scopo perseguito dall’Associazione. In questo momento infatti, si individuano quei casi in cui lo scopo principale è di natura economica invece che ideale. A tal fine l’Agenzia delle Entrate controllerà i conti correnti, i bilanci ed eseguirà delle verifiche sui rappresentanti legali e sugli associati, in modo da verificare che i loro compensi corrispondano con le loro mansioni.
Verifica del rispetto degli adempimenti fiscali/contabili
In seconda battuta verrà in particolare verificato se l’Associazione adotta una contabilità separata per l’attività commerciale e per quella istituzionale, e sarà effettuata una verifica relativamente a tutti gli altri adempimenti fiscali e contabili cui è soggetta.
Esame dell’attività svolta
La normativa prevede che una Associazione possa svolgere, contestualmente alla sua primaria attività istituzionale, anche una attività commerciale (si tratta in questo caso di esercitare ad esempio una attività di bar contestualmente alla attività sportiva non dilettantistica ad esempio). Questa attività commerciale deve, quindi, essere di supporto alla attività istituzionale ma mai essere prevalente. L’attività principale deve essere quella istituzionale, cioè quell’attività necessaria a realizzare lo scopo primario dell’associazione.
In conclusione, la costituzione di una associazione non va presa alla leggera.
Bisogna essere sicuri di rispettare tutti i requisiti richiesti dalla legge, con particolare attenzione al requisito dell’assenza dello scopo di lucro ed essere consapevoli che comunque anche una Associazione potrebbe essere sottoposta ai controlli dell’Agenzia delle Entrate al pari di una Società.