Credo molto nel ‘magico potere del riordino’, credo che il peso degli oggetti e degli impegni che ci portiamo appresso quotidianamente abbia un’enorme influenza sull’andamento della nostra giornata, un peso funzionale ed emotivo di cui non sempre siamo consapevoli.
Per questo ho letto con interesse Marie Kondo, una giapponese dolce ed affabile, ma a cui non mancano la determinazione e le idee chiare. Nel suo libro ‘Il magico potere del riordino, il metodo giapponese che trasforma i vostri spazi e la vostra vita’ indica una serie di suggerimenti sul come alleggerire le nostre abitazioni. Eccotene un bignamino con critica inclusa! 😉
La Kondo si muove per passione verso l’ordine e dice di aver dedicato più dell’80% della vita a riordinare. Posto che mi sembra una percentuale spropositata, consiglierei l’uso del suo metodo per ridurre questa percentuale al minimo, che ne dici di un 5-10%?
Il suo metodo parte dalla constatazione che le persone facendo ordine in modo radicale in casa finiscono con il cambiare drasticamente anche il proprio modo di vivere. Condivido appieno questo punto: l’aspetto fondamentale è che mettendo ordine nel passato prendiamo consapevolezza di ciò che conta davvero e lasciamo andare ciò che non ci serve. Domandiamoci quindi ‘di cosa voglio circondarmi nella mia vita quotidiana?’.
- Perfezionismo: Marie punta all'”ordine perfetto” che dice essere alla portata di tutti. Qui esprimo il mio dubbio sul fatto di puntare alla perfezione (irraggiungibile) e al livellare le persone (siamo tutti diversi, no?).
- Tutto, subito: non procedere lentamente e a step, ma metti in ordine tutto in una volta. La determinazione è sicuramente importante, tuttavia non credo che prendere di petto un intero grande progetto di riordino dia sempre i risultati sperati…
- Basta caos: far sparire la confusione dagli spazi fa sparire anche il caos dalla propria mente. Condivido al 100%.
- La scelta più facile: gli esseri umani tendono a scegliere la via più facile e cercano oggetti che li aiutino ad organizzare. Ma sfruttare al massimo lo spazio a nostra disposizione non è la cosa migliore: tanti oggetti hanno bisogno di tanta energia per essere gestiti. È senza dubbio più difficile decidere di liberarsi degli oggetti, ma l’effetto benefico è assicurato.
- Non ad personam: non modificare il metodo per adattarlo alla propria personalità. Questo per me è il punto più controverso e forse quello che affascina molto noi italiani, che ci sentiamo unici e abbiamo bisogno di soluzioni personali.
- Buttare tutto: prima di andare avanti finisci di buttare tutto. Se dobbiamo alleggerire facciamolo bene e alleggeriamo veramente. Però regalare una seconda vita ad oggetti e vestiti, invece che buttare, è più sostenibile e ci facilita il difficile compito di prendere le decisioni.
- Tu chiamale se vuoi emozioni: seleziona ciò che ti regala un’emozione. Se l’oggetto che prendi in mano non ti comunica niente, non ti è utile oppure ti scatena emozioni spiacevoli, perché tenerlo?
- Memories: se cominci dai ricordi sei destinata a fallire. Alcuni oggetti portano con sé memorie passate, se è difficile decidere il mio consiglio è di parcheggiarli momentaneamente (e limitatamente!) in una ‘zona di transito’ e continuare il lavoro.
- Scaricabarile: non rifilare agli altri membri della famiglia le cose di cui non hai bisogno. Allargherei il concetto a tutti, regala solo ciò che effettivamente pensi possa essere utile o apprezzato, tutto il resto è cianfrusaglia anche per gli altri.
- Fidati del tuo istinto e andrà tutto a meraviglia.
Buon riordino, konnichiwa!
Anche io ho letto il libro della Kondo, non per niente da coach mi occupo di space cleaning e declattering. A parte alcuni aspetti molto interessanti ed importanti, il mio dubbio generale è: ma noi donne europee abbiamo bisogno di regole così normative? E’ giusto dare le linee guida ma la casa deve comunque rispecchiare la nostra indole.
Daniela sono talmente d’accordo con te che c’ho scritto un libro!(è appena uscito: ‘Facciamo ordine – in casa, nel lavoro, nella vita – ed. Mondadori) Infatti penso che il nostro modo di vivere e pensare sia molto diverso e che le regole dogmatiche rischiano di non essere particolarmente efficienti per la mentalità degli italiani. Del resto la Kondo ha avuto un gran successo di vendite, quindi volevo mettere in rilievo i punti che mi sembravano particolarmente efficaci.
Ciao Sabrina
grazie per la tua risposta e soprattutto per il fatto che mi hai fatto sapere che hai scritto un libro in merito. Credo che il tuo punto di vista sarà sicuramente più in linea con lo stile di vita italo-europeo. E’ quello che aspettavo e sono contenta che “qualcuna” lo abbia scritto. Vado subito ad ordinarlo!
Grazie mille! 🙂 Non vedo l’ora di sapere cosa ne pensi del mio ‘metodo italiano! 😉 A presto
Il mio metodo consiste nel regalare (per una questione etica) le cose che non voglio più (amici, associazioni benefiche, mercatini dell’usato – e conservare ciò che non ho il coraggio di “lasciare andare” in una scatola. Dopo sei mesi riapro la scatola e passo in rassegna gli oggetti. Se non ricordo più perché li avevo conservati, me ne libero definitivamente. 🙂
Questo è un gran bel metodo! Non sempre è facile ‘lasciar andare’ e permettersi di non farlo a volte è un’ottima soluzione. Cominciare dagli oggetti a cui siamo emotivamente meno legati è più facile e dà subito quella motivazione che poi ti porta a procedere in maniera più rapida e a limitare lo spazio dei ‘ricordi’ ad una sola scatola, proprio come fai tu! 🙂
Letto il libro e, sostanzialmente piaciuto, coni dubbi che anche tu ci riporti. Io aggiungerei: se sei in una fase di cambiamento, riordinare ti farà bene e non il contrario. Nel senso che nessuno ama il riordino fatto in quel modo se non hai davvero deciso di cambiare vita 🙂
Ciao Rossella, in effetti il metodo Konmari è piuttosto drastico e quindi intraprenderlo significa già in qualche modo seguire il cambiamento. Tuttavia spesso ho assistito a fasi di ‘riordino’ molto più blande che però poi hanno portato a cambiamenti totalmente inaspettati e non ricercati, e naturalmente migliorativi. Questo mi fa credere che ‘fare ordine’ porti sempre e comunque nuove energie. 🙂