Obbligo del POS e sanzioni per chi non si adegua

Ancora costi fissi (da aggiungere al vostro Business Plan): il POS!

Dal 30 giugno 2014, i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, per i pagamenti di importo superiore a 30 euro, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito. Tale obbligo, però, poiché la norma che lo ha introdotto non prevedeva sanzioni in caso di inadempimento, è rimasto in molti casi inosservato.

In queste ultime settimane le voci che prevedono l’arrivo di pesanti sanzioni sono molte e non serve dire che l’argomento è caldissimo, visti i costi dell’operazione non bassissimi.

Ma quali sono le sanzioni previste?

Innanzitutto è prevista una sanzione amministrativa di 500 euro per tutti coloro che non hanno ancora installato il POS, e l’obbligo di adeguarsi entro 30 giorni.

Il soggetto sanzionato dovrà poi comunicare, entro 60 giorni dalla notifica, l’avvenuto adeguamento, pena l’irrogazione di una ulteriore sanzione amministrativa (trascorsi ulteriori 30 giorni), questa volta pari al doppio di quella già comminata (mille euro).

Qualora nemmeno il secondo “avvertimento” dovesse bastare, la Guardia di Finanza avrà la facoltà di sospendere l’attività professionale, fino al completo adeguamento alla normativa vigente.

Sanzione pecuniaria iniziale di 500 euro e rischio di vedersi sospendere l’attività professionale? Aiuto!

In questo momento di crisi generale, in cui già la difficoltà ad incassare è sentita in tutti i settori, una disciplina sanzionatoria di questo genere risulta quanto meno dannosa, in particolar modo per i “piccoli” che in questo modo sono obbligati a pagare costi fissi di commissioni bancarie, riducendo ancor di più il loro margine di guadagno.

Lo scorso anno, infatti, il Ministero dello Sviluppo Economico aveva fatto uno studio stimando che i costi medi che un esercizio commerciale o un professionista sostiene per dotarsi di un POS variano da un minimo di 25-60 euro l’anno ad un massimo di 120-180 euro a seconda della tipologia di apparecchiatura prescelta. A questi, poi, devono essere aggiunti i costi variabili, che dipendono dal numero delle transazioni e dal tipo di circuito utilizzato.

Speriamo almeno che il Governo, come promesso, si impegni a favorire la riduzione dei costi, delle commissioni e dei canoni, nonché ad introdurre sgravi fiscali per coloro che sono tenuti all’utilizzo del POS.

E voi? Vi siete già adeguati ai nuovi obblighi? Avete voglia di raccontarci nei commenti qui sotto come lo avete fatto e quali soluzioni avete trovato?

Carlotta Cabiati

Triestina d'adozione, maestra di sci, velista, commercialista e mamma, aiuto le mie clienti a sopravvivere senza incubi al mondo delle tasse, assistendole in maniera professionale e attraverso nuovi strumenti digitali e innovativi, anche a distanza. La mia esperienza riguarda la consulenza fiscale e societaria, ma mi occupo anche di docenze e di rapporti tra contribuente e Agenzia delle Entrate (contenziosi, assistenza in sede pre contenziosa, ecc.). Mi piace lavorare soprattutto con le donne, libere professioniste e freelance, dove in qualche modo rivedo me stessa. Passioni, interessi, famiglia e il sogno di avere una attività propria.

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13 thoughts on “Obbligo del POS e sanzioni per chi non si adegua”

  1. Cara lauryn, il decreto legge fa riferimento alle ipotetiche sanzioni, ma l’obbligo del pos è introdotto dalla legge.

    • mi sai dire qual è la legge che vado a leggere? c’è molta confusione in giro. grazie!

      • sto cercando informazioni nella rete, e mi viene una tristezza indicibile…
        tra l’altro avendo clienti lontani o che comunque prediligono il bonifico (anche perché gli importi in genere sono spesso superiori ai 999 euro) l’obbligo del POS è una spesa inutile nel mio caso.
        la mia esperienza comunque è quella di una professionista che ha lavorato per 12 anni, di cui 10 in partita iva, ed ho poi preferito chiudere per i troppi costi rispetto al già basso fatturato. l’obbligo di un POS, se non ci fosse stata una fine, l’avrebbe decretata. devo ringraziare questo paese se da professionista sono diventata una che fa la webdesigner “per hobby”…
        l’emigrazione è il prossimo passo.
        nel frattempo mi interesso alla questione giusto per non diffondere notizie false nei confronti dei miei lettori. anche io ne ho parlato di recente nel mio blog ma ho dato per assodato quell’articolo già citato…non so che pensare di questa Italia che va a rotoli…

  2. e per chi lavora online e non ha uno studio fisico? E quando proprio gli serve (una volta ogni secolo) prende in affitto una stanz a aore in un co-working? Come ci si regola?

  3. Io vendo solo online quindi niente pos. Ma se mi venisse la voglia da fare qualche mercatino, mi siederei in poltrona e me la farei passare 🙂

  4. Io da più di un anno ormai uso un dispositivo che mi permette di far pagare con il bancomat o la carta di credito che non ha costo fisso ma una percentuale sul totale di ogni transazione (il 2,75%). Ce ne sono diversi ormai. Si paga il dispositivo una volta per tutte una 70ina di euro, 20€ di sconto se vi dà il link una persona che già lo usa – tipo io – e poi paghi solo se lo usi. Sono felice. 😉

    • Non è stato ancora ritirato ma sembra che lo sarà, come annunciato ieri, per fortuna, causa il fatto che oltre a non essere stata prevista la detrazione dall’imponibile prevista dall’art. 1 del disegno di legge, nonché l’opposizione di molte categorie professionali. Attendiamo fiduciose!

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