Metti un mercoledì sera d’inverno, con la neve nell’aria che non si decide a cadere, e un gruppo di fanciulle che cinguettano su un tema: ecco la nostra #CBchat del 4 febbraio!
Abbiamo parlato di concorrenza, quelli che in un gergo più figo chiameremmo “competitors“, insomma, chi fa quello che facciamo noi, con tutto il caricone da 90 di paure, ansie, complessi e arrabbiature che ne consegue.
Apre le danze Francesca, che, da brava mamma di questa community, ci rassicura subito con una perentoria verità:
La concorrenza non esiste #CBChat, ma non lo dico io, lo dice @ThisIsSethsBlog
— Francesca Marano (@MeetTheCohens) February 4, 2015
Siamo tutte più o meno d’accordo, anche se magari con meno sicurezza; la concorrenza esiste in senso materiale, ma, in realtà, se sei forte del tuo brand è probabile che non ti porti via clienti in maniera davvero significativa: chi sceglie te al posto di un’altra lo fa per quel qualcosa in più che tu hai e la tua concorrenza no. E infatti Mariachiara lo sintetizza così:
La concorrenza esiste: non subirla dipende da quanto sei unico nel tuo lavoro #CBchat — Mariachiara Montera (@Maricler) February 4, 2015
La parte più difficile, allora, non è soltanto non lasciarti scoraggiare dalla presenza di chi fa il tuo stesso lavoro, quanto avere ben chiaro chi sei e che cosa proponi. È per questo che fare chiarezza sul proprio posizionamento già nelle primissime fasi della tua attività ti aiuta a distinguerti e anche a debellare i complessi di inferiorità che – inevitabilmente – insorgono quando ti confronti non più solo con il tuo piccolo circolo di supporters, ma con un mercato più ampio e popolato.
Se poi anche la tua immagine è ben definita, e il tuo prodotto non imitabile se non con scarsi risultati, ciò che la concorrenza può toglierti è davvero minimo, nel quadro generale delle cose.
E se la concorrenza è sleale, per prezzi e proposte?
Anche qui, se fai un passo indietro e ripensi al tuo cliente ideale, la conclusione più sana per smaltire il travaso di bile che ti viene guardando ai competitors “cattivi” è ricordarti che con te, probabilmente, quel tipo di cliente non sarebbe durato tanto comunque.
#CBchat nel mio lavoro il cliente mi sceglie xché vuole me, se non siamo compatibili è come andare dal dentista quando fa male il piede.
— Nydia Teresa Cuevas (@nydiacuevas) February 4, 2015
Poi magari capita – come a Nydia – che un cliente che avevi perso torni con le orecchie basse perché si è accorto della differenza di qualità. E queste sì che sono soddisfazioni! Ma non dimentichiamo che c’è anche la concorrenza “buona”: cioè tutte le persone che fanno il tuo stesso lavoro, con le quali vorresti collaborare, alle quali guardi con rispetto e ammirazione e anche – ammettiamolo – con un pizzico di invidia. Riuscire a collaborare è sempre un’ottima strategia, ma, quando non è possibile, puoi provare ad usare queste sensazioni come stimolo per fare meglio: del tuo meglio, senza copiare, ovviamente!
#CBchat nel campo creativo io la concorrenza la trovo spesso stimolante. Non ci fosse credo saremmo tutti tristemente uguali. — Carmen Tortorella (@CaTortorella) February 4, 2015
Ecco, la verità è che sembriamo tutte un po’ troppo buone per essere vere, quindi Enrica, la nostra moderatrice, ci riporta con i piedi per terra: ma davvero quindi le concorrenti sono tutte potenziali collaboratrici o modelli positivi a cui ispirarsi? Certo che no! Forse tirare fuori il meglio da questo confronto, però, è il modo più sano per approcciarsi alla concorrenza senza uscirne a pezzi, in senso economico e morale.
Altro punto importante è la formazione: insegnare alle altre persone a fare il tuo stesso lavoro è qualcosa che può aumentare la concorrenza nel tuo ambito. Viene spontaneo, quindi, chiedersi se abbia davvero senso farla, e, tra tanti dubbi, una certezza emerge: formare qualcuno che faccia il tuo lavoro con la stessa etica che guida te è un modo per implementare quella concorrenza – sana e collaborativa, di cui sopra – che porta, in generale ad avere un mondo del lavoro più equilibrato e onesto.
Perché, diciamocelo: di davvero originale da inventare è rimasto poco, è difficile che ti rubino l’idea del secolo. Al contrario, può darsi che la tua onestà e professionalità contagino quanta più gente possibile che poi, ognuna a suo modo, le porterà avanti. Insomma, una versione molto imprenditoriale di un più romantico “share the love!“.
.@incorporella e spesso la differenza non è fatta da idee nuove, ma da modi e metodi 🙂 @BarbaraGarav #CBchat
— C+B (@cpiub) February 4, 2015
In quest’ora di chat su Twitter sono venuti fuori talmente tanti spunti interessanti che abbiamo anche un po’ sforato dal tempo previsto: ma è questo il bello delle chiacchiere fra ragazze, no? È per questo che ti aspettiamo alla prossima #CBchat del 4 marzo: si parlerà di conti, e non vediamo l’ora di sentire anche la tua voce! Puoi farlo collegandoti a Twitter tra le 21.30 e le 22.30, e ricordandoti di inserire l’hashtag #CBchat in modo che possiamo leggere i tuoi tweet al riguardo.
E ricorda: la Concorrenza spesso è scomoda, ma se la usi Bene può aiutarti a crescere!