Quattro lezioni di finanza

C’è un libro che mi capita di consigliare spesso: Padre ricco, padre povero: quello che i ricchi insegnano ai figli sul denaro di Robert Kiyosaky. È la storia (molto romanzata) di un imprenditore che racconta di quello che il padre “povero” (suo papà, preside di una scuola superiore) gli insegnava per avere un futuro sicuro e di come a un certo punto abbia deciso di seguire invece le indicazioni in tema finanziario tratte dagli esempi e insegnamenti di un padre “ricco” (un imprenditore papà di un suo compagno di classe).

Te lo consiglio perché aiuta a fare ragionamenti innovativi in materia finanziaria, che possono aiutarti ad avere un rapporto migliore (e più proficuo) col denaro.

Le principali lezioni che emergono dal libro sono quattro:

  1. Il ricco non lavora per denaro: “La classe medio-bassa lavora per il denaro, il ricco invece fa in modo che il denaro lavori per lui”

    L’autore racconta che il padre povero gli suggeriva di studiare molto per arrivare a trovare un lavoro sicuro in una grande azienda mentre il padre ricco gli diceva che avrebbe (anche) dovuto imparare come funziona il denaro per arrivare a farlo lavorare al posto suo.

    Il monito che ne ricevi è di fare in modo che il tuo focus primario non sia il guadagno ma il tempo, sia fisico che mentale. In un budget mensile di tempo devi sempre prevedere che ne rimanga da dedicare ai tuoi progetti imprenditoriali e a gestire le tue finanze e i tuoi investimenti (anche se all’inizio sono pochi ti servirà capirne il funzionamento per essere in grado di delegare quando negli anni diventeranno più sostanziosi).

    Quando si è freelance il proprio tempo è la vera moneta di scambio. Se la tua agenda si satura ti sentirai come se fossi nella ruota di un criceto, sempre in movimento per non andare da nessuna parte.

  2. Le nozioni base di economia: “Le persone ricche acquisiscono attivi, i poveri e la classe media acquisiscono passività, pur credendo di essere in attivo”

    Secondo l’autore l’insegnamento di fondo è imparare a conoscere la differenza tra attività e passività. Uno degli esempi che mi ha colpito di più riguarda l’abitazione: siamo abituati a considerare l’acquisto della casa in cui vivere uno degli obiettivi più importanti (per lo meno per me era un pensiero di riferimento), in realtà la casa è di per sé fonte di passività (bollette, tasse, spese di mantenimento). Si ha un attivo su una casa quando, ad esempio, se ne affitta una stanza e se ne ricava un reddito. Visto lo stallo del mercato immobiliare e dell’aumento di tasse e spese per chi è proprietario di un immobile vale la pena valutare se acquistare un appartamento (magari con mutuo) sia davvero la scelta migliore. Posso dirti che in famiglia da me ci siamo trovati proprio in questo periodo a fare questa riflessione e i numeri ci hanno portato a propendere per l’affitto. Quattro anni fa non avrei neppure affrontato questa analisi.

    Viceversa, ho un amico che ha comprato all’asta (e poi ristrutturato) un immobile in Florida e ora ogni mese riceve l’affitto dall’inquilino. Quello è un caso di abitazione che genera attivo.

  3. Cura i tuoi interessi: “Paga prima te stessa”

    Questa è una delle lezioni più difficili da applicare, secondo me. Accantonare regolarmente del denaro ti sembrerà all’inizio impossibile, ma il trucco è farlo a inizio mese o appena dopo avere ricevuto il pagamento di una fattura. Io per esempio di solito trasferisco immediatamente una parte dell’incasso nel conto di deposito così la “allontano dal bancomat”.

    Ho integrato questo concetto con quello dei “6 barattoli di Harv Eker” (ne parlerò presto qui su C+B) e negli ultimi 12 mesi sono riuscita ad accumulare un piccolo gruzzolo da investire, il budget per il marketing 2015, e a mettere da parte IRPEF e INPS che finirà negli F24 di luglio 2015. Un netto miglioramento rispetto agli anni precedenti!

  4. I ricchi inventano il denaro: “Allena il tuo QI finanziario”

    Questa lezione mi ha portato a decidere di creare (e perseverare per riuscirci) un prodotto fisico che potesse generare un guadagno con royalties o un principio simile. Ci ho impiegato un bel po’ di tempo ma assieme a un amico e collega proprio in questi giorni ci stiamo dedicando alla commercializzazione di un kit per facilitare l’innovazione in team e gruppi di lavoro. Ma conosco persone che dopo avere letto il libro hanno deciso di applicare questo principio agli investimenti immobiliari, o a quelli finanziari, come fonte di guadagno collaterale.

    La cosa importante è darti la possibilità di imparare anche in ambiti che all’inizio ti risultano ostici, esplorare potenzialità di guadagno che esulino dal semplice fare il tuo lavoro e venderlo. Ti assicuro che è possibile. Fino a un anno fa solo parlare di azioni, fondi e pensioni integrative mi metteva ansia, perché ero del tutto ignorante in materia. Ora non sono un’esperta ma sono riuscita a capirci qualcosa e ho scoperto che questo “qualcosa” è molto di più di quello che ne sanno molti altri!

“Padre ricco padre povero” è un libro di facile lettura, adatto a tutti ma secondo me particolarmente utile a freelance e piccoli imprenditori.
Ovviamente ci troverai una parte di testo sul tema degli investimenti immobiliari negli USA con riflessioni non più attuali quindi da non prendere come riferimento. Ma leggi il testo comunque per comprendere la forma mentis dell’autore. Ricorda, questo non è un manuale di istruzioni su cosa fare, ma uno spunto di riflessione per cambiare il modo in cui guardi alle finanze.

Per inciso, Kiyosaky per “ricco” intende colui che sa fare fruttare il denaro, non chi guadagna molto ma poi spende moltissimo per assecondare uno stile di vita che non si può permettere.

Ricco è chi può lasciare il “day to day job” per vivere di rendita, il che non significa per forza diventare milionari!

Silvia Toffolon

Aiuto a generare modelli e strumenti per la creatività per l’innovazione in azienda anche grazie a design thinking, visual thinking, edugame e narrazioni. Mi nutro di letture, design, colori, tessuti, fotografia, pensiero visuale, generazione di idee, mindfulness e risate. Ho creato Creography!

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9 thoughts on “Quattro lezioni di finanza”

  1. Mi è piaciuto molto questo articolo, comprerò sicuramente il libro che anni fa mi era già stato consigliato ma che avevo dimenticato visti il super affanno da freelance.
    Grazie

  2. Bell’articolo. Sicuramente di stimolo. Non so quanto sia d’accordo sul punto 2 con a seguito l’esempio della casa. Il punto 1 è vero, verissimo, ma fa la differenza tra ricco e povero. Se hai capitale accumulato puoi fare quel tipo di discorso, altrimenti giri come un criceto (non necessariamente in tondo: per chiedere prestiti, per accumulare capitale per un grande progetto, soffrendo in un lavoro stipendiato ma sognando la tua piccola impresa…). Incuriosita dal libro, lo leggerò. Spero di leggerti ancora.

    • Grazie!
      Il punto 2 si riferisce in particolare a chi non ha capitale e fa mega mutui e si indebita pensando di fare un affare.
      Il punto non è non comprare casa ma arrivare a farlo con una nuova consapevolezza. Se leggi il libro poi se vuoi approfondiamo 😉

  3. Adoro Kiyosaki, se ne avete la possibilità, vi consiglio anche il suo gioco da tavola “Cash Flow” si trova anche in italiano 🙂 L’ha creato proprio per allenare il QI finanziario divertendosi! Si fanno anche dei tornei in giro per l’Italia 😉
    Un altro autore fantastico da leggere è T.Harv Eker ( meglio ancora il suo seminario “The millionnaire mind” 3 giorni intensi meravigliosi).
    Kiyosaki+Eker, coppietta vincente 😀
    Grazie per l’articolo 😀

  4. Ciao Sandra,
    grazie a te per il commento! Abbiamo un po’ di esperienze in comune mi sa 🙂

    Conosco molto bene Cash Flow 101 e sì, è un gioco da tavolo che aiuta a cogliere gli insegnamenti del libro, per me è stata un’ottimo supporto al cambio di prospettiva 😉
    Ho fatto anche formazione all’intelligenza finanziaria usando proprio quello, se giocato consapevolmente è proprio una cartina tornasole del proprio rapporto col denaro, alcuni dei corsisti hanno fatto cambiamenti molto importanti.
    Però nella mia esperienza se non si è guidati ad usarlo nel modo corretto (non mi riferisco alle istruzioni) può essere un po’ frustrante o non portare fare quel passo in più per cui non mi sentirei di consigliarlo a tutte. Però so che è uscita la versione per tablet, visto il buon prezzo dell’app potrebbe valere la pena acquistarla http://www.richdad.com/apps-games/cashflow-mobile.aspx

    Ho partecipato anche il Millionaire Mind Intensive 🙂
    E visto che i “6 barattoli” mi hanno aiutato a fare dei passi successivi…nel prossimo post li spiegherò.

    Tu hai esempi pratici che vuoi condividere sugli apprendimenti da questa coppietta? 😀

    Grazie!!

    • Grandioso! Magari ci siamo anche incrociate 😀

      Da Kiyosaky direi che quello che mi ha aiutato molto è stato di uscire dall’ottica “dipendente is better” inculcato da generazione in generazione e vedere che sì, se si vuole davvero, si può uscire dalla ruota del topo e vivere meglio. Diverse cosette le avevo assimilate con l’esperienza ma il suo aiuto è stato molto più di “riprogrammazione” all’indipendenza.

      Da Eker, la chicca dei 6 barattoli mi ha aiutato tantissimo perché, facendo parte delle formichine, non davo importanza allo svago, cosa primordiale perché ho notato che le idee migliori mi vengono proprio in quei momenti di divertimento! La cosa più bella invece credo sia stato il gruzzolo del barattolo dell’apprendimento che mi aiuta comunque a tenermi aggiornata e a mantenere viva la mia passione 🙂

      Poi diciamo che avere da Eker i consigli su come far nascere una gallina dalle uova d’oro e da Kiyosaki i metodi per mantenerla viva e in buona salute è molto importante, sopratutto per i tempi che corrono 🙂

      Non vedo l’ora di leggere il tuo articolo su Eker 😀
      A presto.

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