Il cappotto giusto per te

L'importanza della moda

Brigitte Bardot diceva che ogni donna ha sempre il dovere di usare tutte le armi a sua disposizione ma sovente mi accorgo che la moda quasi mai viene considerata un mezzo per ottenere qualcosa di più che un appuntamento galante, e a volte neanche quello. La verità invece è che i nostri vestiti parlano, anzi i nostri vestiti strillano a gran voce, ininterrottamente, chi siamo a chiunque passi.

Dunque perché non prendere il coltello dalla parte del manico e decidere cosa vogliamo che i nostri abiti dicano di noi, della nostra professionalità e del nostro lavoro?

Nei prossimi mesi contribuirò a C+B con alcuni post in cui vi aiuterò a rendere l’armadio un’arma utilizzando un metodo nuovo anche nei criteri di scelta. Partirò sempre dalle attitudini e da cosa ci piacerebbe indossare/cosa ci fa sentire felici; mi concentrerò poi sulla moda e i nuovi trend e dopo, solo dopo, sul fisico di ciascuna, non perché non sia importante (sarò molto pratica su questo) ma perché le persone che vogliono sapere chi siamo sono più interessate alla nostra allure e al nostro modo d’essere che a scoprire quanta pancetta nascondiamo.

Il cappotto è il capo più visibile dell’inverno

(almeno dalle parti di Torino, dove vivo, è la stagione più lunga dell’anno) quindi non poteva che essere l’argomento del primo post!

Il cappotto secondo Serena Poletto Ghella
© Serena Poletto Ghella

Il colore e i materiali fanno la differenza

Quando pensiamo al cappotto scuro del rigido inverno nella folla informe della città raramente associamo questa idea a qualcosa di positivo per chiunque non sia depresso.

Ora non farò la battaglia contro il nero: tutte abbiamo un cappotto nero però se non ce l’abbiamo di sicuro non è questo l’anno giusto per comprarlo. I colori pastello sono il must di quest’inverno e regalano appena indossati la magia di un’immagine sofisticata e poetica qualunque cosa tu indossi sotto, i vitaminici invece sono perfetti per dare sicurezza prima di riunioni interminabili. Valentino fa sfilare lunghi cappotti verde loden, ribaltando la regola che il verde sia difficile da indossare…

Se invece non ti senti pronta a fare il salto nel colore allora dirigiti sicura tra le braccia dei blu, ormai ampiamente sdoganati anche abbinati al nero (il mio preferito in questo periodo è il bluette), oppure ai bruciati e ai neutri. Se il grigio per te è una religione punta sul piombo tra gli scuri o sul perla tra i chiari… però poi convertiti e abiura liberamente! Una parentesi la meritano i lavori per i quali la gente si aspetta dal tuo look quel qualcosa di particolare in più. Se è il tuo caso questo è l’anno giusto per finte pellicce o capispalla impreziositi da qualunque genere di perlina o incrostazione.

L’altra metà dalla scelta la fa il taglio del capo

Con la forma ad uovo siamo tutte, davvero tutte, magrissime. Ci piace vincere facile, è carina, non passa di moda e a gennaio ci metti anche un piumino ultrasottile sotto. Lo stesso vale per le linee ad A… Pensaci! Unico avvertimento per questo tipo di cappotti: è necessario valutare i materiali e il colore più che in altri casi perché saranno particolarmente determinanti. L’oversize è il vero cappotto dell’inverno: se il tuo lavoro ha bisogno di un’immagine da vera fashionista, sceglilo a occhi chiusi! Normalmente non richiede fisici da star, se invece mentre lo provi ti senti Cucciolo (quello dei Sette nani) è il momento di cambiare modello. Il cappotto a vestaglia e quello di taglio maschile sono generalmente donanti e connotanti di personalità. Il primo, romantico e femminile, morbido e con maniche a pipistrello, funziona egregiamente dal mattino alla sera. Con il taglio maschile occhio alla disambiguazione: c’è maschile e maschile, noi parliamo di Dick Tracy e diciamo che per portarlo è necessario saper giocare con la propria femminilità, avere un carattere ironico e qualche centimetro in più ma se fai parte di questa categoria sarà amore per sempre e spaccherete un casino.
Allungato, slim fit, fino al polpaccio, eccolo tornare tra gli ultimi trend insieme ai 90s per garantire alle più atletiche un look pulito e minimal. È quello che generalmente intendiamo come il cappotto re dei cappotti ma in realtà nasconde un segreto amarognolo… sta bene solo alle migliori!

Sei del partito del piumino? La novità si chiama puffer coat cioè… cappotto imbottito!

Un focus a parte merita il mio vero pezzo dell’anno: la giacca oversize, parka o bomber a tua scelta. Magari non ci farai l’inverno e non andrai alle riunioni più importanti ma potrai mangiare caldarroste guardando il foliage pensando di essere a Manhattan e questo fa bene alla salute.

Ti lascio una dotazione universale di siti per gli acquisti on line, utile e bastevole per soddisfare qualunque stile a prezzi decenti e senza pagare esose tasse d’importazione. Utile e bastevole anche per passare un imprecisato numero di serate senza annoiarsi. Zara e Cos sono decisamente raggiungibili ma usare la parte dello shop on line come catalogo potrà far scoprire capi non presenti in tutti i negozi, Asos è già un insieme di negozi da solo, meno raggiungibili in italia Top Shop, Urban Outfitters, American Apparel, e French Connection.

Serena Poletto Ghella

Sono una stilista, mi sono occupata per molti anni di comunicazione e anche oggi aiuto la gente a comunicare attraverso il modo di vestirsi. Nata in Canada nel 1976 ma troppo italiana per vivere lontana dallo Stivale, disegno a Torino il marchio di abbigliamento femminile che porta il mio nome. Non mi limito a concepire prodotti di moda: mi occupa di ricerca tendenze, offro consulenze d'immagine e insegno a riconoscere l'influenza della moda nella vita di tutti i giorni. Nel timore di avere troppo tempo libero mi interessa di semiotica e sociologia della moda.

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