Gli errori più comuni nel Personal Branding

Quando ho iniziato a occuparmi di Personal Branding per trovare informazioni e corsi guardavo sempre all’estero. Oggi se ne parla sempre di più anche in Italia, e ne sono molto felice, perché è un argomento in cui credo molto, e che può fare la differenza nel successo di ogni piccola imprenditrice.

A volte si parla di personal branding anche per cose che non lo sono, e improvvisando si finisce per commettere sempre gli stessi errori.

Ecco i più importanti da evitare:

  • Non mettere in risalto la tua PERSONALITÀ. Si chiama PERSONAL branding mica per niente, no? Hai la fortuna di essere una solo-preneur, quindi nella tua attività ci puoi mettere letteralmente la faccia: perché non comunicare chiaramente che tipo sei, qual è il tuo stile, in cosa ti differenzi da tutte le altre che fanno la stessa cosa che fai tu? Certo devi avere chiaro quali aspetti della tua personalità sono utili al tuo brand, ed evidenziare quelli. Ma non lasciare una simile ricchezza sul piatto.
  • Non spiegare bene quali PROBLEMI risolvi. Come ho già scritto altrove, il personal branding è l’unione della tua personalità e dei problemi che risolvi. Quindi tu che problemi risolvi? Perché dovrei avere bisogno di te, che cosa fai, come, e che vantaggi ottengo lavorando con te? Questo è il BASIC di qualsiasi brand, e se non ti preoccupi di comunicarlo in modo chiaro, nessuno sarà interessato a pagarti. Anche se il tuo sito è bellissimo e responsive.
  • Non hai un TARGET preciso in mente, ma ti rivolgi a tutti con tutto. Il troppo nel brand è sempre deleterio, perché il brand è specializzazione. Quindi: un cliente ideale ben in mente, poche offerte ma buone, al massimo a rotazione, e la capacità di filtrare tutte le idee che ti vengono in mente chiedendoti: è in linea con la mia mission? Rappresenta bene il mio brand? Altrimenti ti ritrovi a gestire un bazar, che è anche un posto bello dove passare, ma di fronte a troppa abbondanza si finisce per comprare poco, e guardare molto.
  • Sei partita dal fondo. Il personal branding NON E’ il tuo logo, il tuo sito, la tua presenza sui social media, la foto che hai messo su Facebook, il timbrino colorato che hai comprato per autografare i tuoi libri. Quelle sono tutte espressioni esteriori – ed estetiche – del tuo brand, ma non ne sono l’essenza. Altrimenti è come trovarsi tra le mani un pacco regalo bellissimo, confezionato a meraviglia, e scoprire che dentro non c’è niente.
 Colpevole di qualcuno di questi passi falsi? Ti servirebbe un chiarimento su uno di questi punti? Scrivilo nei commenti e ci penso io.

Gioia Gottini

Sono una coltivatrice di successi: aiuto le donne a mettere a fuoco i loro talenti, mettersi in proprio e farlo con successo. Potrei parlare per ore (e lo faccio) di: imprenditorialità femminile, individuazione dei propri talenti, branding, gestione del tempo, educazione ad alto contatto, self-help, piccoli piaceri quotidiani.

Sito | Facebook | Twitter | Instagram

7 thoughts on “Gli errori più comuni nel Personal Branding”

  1. Ehm…partire dal fondo✔️ non avere un target preciso ✔️ tutte le altre ✔️
    Il bicchiere mezzo pieno è che ci sto lavorando con impegno, quello mezzo vuoto e che non sono sicura di farlo nel modo giusto. In ogni caso da quando seguo C+B sento di avere un bel sostegno. Grazie per il vostro lavoro!
    Fabrizia

    • prego Fabrizia! Secondo me all’inizio un po’ di confusione è normale, e se ti ci metti con impegno andrà sempre meglio, e le cose diventeranno chiare. Noi siamo qui!

  2. Gioia, i tuoi post riescono ogni volta a inondarmi di dubbi e mi portano sempre a mettermi in discussione. Per me sono cose positive che mi aiutano a crescere, quindi ti ringrazio 🙂

    • Ah, meno male, Paola: infatti la mia intenzione non è mandare qualcuno nel panico, ma dare spunti di riflessione per fare scelte consapevoli. Grazie a te!

  3. Nei miei corsi di scrittura creativa ho avuto un po’ paura a metterci la faccia: dato che faccio parte di un’associazione culturale mi sono sentita più sicura a parlare, sui social e sul blog, alla prima persona plurale, come se dietro le mie lezioni ci fosse chissà quale staff. Risultato: manca l’anima (che per esempio TRABOCCA sugli spazi legati al mio beauty blog), si avvicinano solo coloro che mi conoscono già o mi conoscono per passaparola. Invece ho capito che quando parlo dell’associazione devo usare il noi, ma se invito le persone a provare una lezione di scrittura devo parlare sempre e solo a mio nome, perché è con me che instaureranno un rapporto diretto. Ho dedicato l’estate a studiare il tuo manuale (e mi è servito anche a capire che cosa stavo facendo bene, eh!) e ora è quasi tutto pronto per il nuovo debutto! 😉

Comments are closed.