Sono felice per te. Mi costa ammetterlo, ma sono davvero felice per te.
Da quando sono diventata grande ho capito che la mia vera ricchezza, se voglio possederne una, è una genuina felicità:
non mi basta essere felice di me stessa. Io voglio essere felice anche per te.
Mi spaventano le persone rancorose e invidiose. Mi spaventano quelli che nella vita pronunciano con costanza la frase “mi siedo sul fiume ad aspettare il cadavere dei miei nemici”.
Eraclito diceva: Pánta rhêi (πάντα ῥεῖ). Tutto scorre.
Il fiume che scorre indica anche lo scorrere del tempo e della vita. La nostra stessa attesa scorre mentre noi attendiamo il futuro senza compiere alcuna azione.
Tu stai seduto sulla riva del fiume, e forse ciò che ti passa davanti non è il cadavere del tuo nemico, ma il tempo della tua vita, che non potrà tornare mai più.
I nemici. Con quale coraggio e dignità parliamo di nemici?
Nessuno di noi dovrebbe pronunciare la parola ‘nemico’, se non vive in Siria o in Sudan o in qualunque posto del mondo devastato dalla guerra e dalla tragedia. Siamo sciocchi, non sappiamo usare le parole giuste. Manchiamo di riconoscenza verso il Caso, che ha voluto che nascessimo nella parte ‘giusta’ del mondo.
Sto male. Certe volte ho un male che mi sale da dentro, dalle viscere e dallo stomaco, dall’esofago. Una rabbia che vorrei poter pronunciare nella lingua di tutte le rabbie, per dire che non è giusto, che io mi sento migliore di te, che merito di più, che il successo mi spetta di diritto – non parliamo della felicità.
Ma non è vero. Non-è-vero.
Non conosco nessuna persona che abbia avuto successo per caso.
E’ difficile accettarlo, ma è profondamente vero.
Anche se mi rode immaginare che tu abbia successo pur avendo meno talento di me, il tuo successo non è solo aver avuto successo, ma averlo avuto perché sei stato capace di sfruttare le doti che avevi – anche fossero state poche.
Il tuo successo – un bel libro, un bel lavoro, un bel corpo, una bella famiglia, un bel gruppo di amici – il tuo successo è frutto del tuo merito, e la mia rabbia e la mia invidia non potranno mai portartelo via, e anzi: la mia rabbia e la mia invidia porteranno via qualcosa a me; mi porteranno via la pace, la felicità, il mio stesso successo – finché sarò concentrata sul tuo possibile fallimento.
E allora io ho cambiato idea. Quella morsa allo stomaco si è trasformata in ammirazione: hai ragione tu, sei più bravo, io ammiro il tuo lavoro. Voglio impegnarmi per farlo bene come te, e forse potrò riuscire a farlo meglio. Forse potrebbe accadere, se io mi dedicassi al mio futuro come tu ti sei dedicato al tuo.
Mi è costato molto arrivare a questo punto della mia vita, ma te lo dico sinceramente: sono felice per te. Sono felice della tua felicità. Sono felice che il tuo successo stia migliorando il mondo in cui tutti viviamo, anche il mio. Sono felice che tu mi abbia aperto la strada per imparare a cambiare, mostrandomi le istruzioni per fare bene.
Barbara, sto proprio approfondendo questo nella mia vita, proprio adesso, e non solo per quanto riguarda il lavoro, ma su tutto. Sono certa che non sia un caso che tu oggi scriva questo. Per me è l’ennesima prova di essere sulla strada giusta. Cambiando il punto di vista si ottiene un altro paesaggio, sicuramente migliore per noi e gli altri. Quando da dentro si sviluppa la gioia invece che il rancore non si può che ottenere niente che il meglio dalla nostra vita e il regalo più grande sarà anche trovare in noi le risorse adatte per realizzarla al massimo. E’ così che ti vedo, conoscendoti non posso che confermarlo.
Un abbraccio
Come sono d’accordo! Niente rancore, niente invidia, ci facciamo solo del male con sentimenti negativi del genere. E invece ci fa solo bene trasformarli in ammirazione e in un sincero “esser felici per gli altri”. Aggiungo anche che invece che invidiare i successi degli altri, bisogna imparare ad essere felici dei propri, anche se piccolissimi!
Grazie per questo post! Da un po’ di tempo mi sto allenando ad essere felice per gli altri ed è una cosa che ripaga! Tutta la rabbia e l’invidia ce la teniamo noi, come un macigno da portare sulle spalle! Essere felici per gli altri invece, fa davvero star meglio! 🙂
Quoto ogni riflessione! Inutile anzi dannosa perdita di tempo e non solo,aspettare cadaveri lungo il fiume!
Mi ritrovo in quello che hai scritto e lo hai messo a fuoco in un modo in cui io non avrei saputo farlo. Il mio pensiero ricorrente è che voglio invecchiare (o se vogliamo “crescere”) cercando di migliorare, di superare tanti blocchi, piccolezze e rancorini. Altrimenti che senso ha stare anni su questo pianeta se non si impara nulla? Mi fa paura e rabbia osservare quelle persone che dicono sempre male di tutti, che sprizzano invidia, pontificano insuccessi per gli altri. Le guardo e dico: devo stare attenta ogni giorno a non essere così.
un abbraccio!
Non potrei essere più d’accordo! È quello che penso da sempre e in ogni contesto… non serve a nulla usare il tempo per accanirci contro il “nemico” e rimuginare su fatti e persone 🙂
Allora facciamolo da oggi, ok? 🙂
Ho letto solo oggi questo post e non ho parole per ringraziare Barbara, la quale mi ha fatto sentire meno sola nella mia solitudine e nel costante senso di inadeguatezza che provo nei confronti di chi ce l’ha fatta. Hai ragione che pensare di essere i più bravi non porta da nessuna parte, e nemmeno ritenere – per questo – di aver diritto a quello che ha chi il successo l’ha raggiunto. Ammetterlo con se stessi è duro e doloroso, ma serve per togliersi di torno, almeno in parte, quel fardello di negatività che finisce per logorare e per nuocerci. Grazie ancora: questa è una lezione di vita che voglio fare mia a tutti i costi ♥