Hai mai pensato che dentro di te sta dormendo un’eroina da fiaba?
Per risvegliarla però non serve l’arrivo di un principe azzurro: sei tu che puoi spezzare l’incantesimo.
La saggezza popolare dice che i figli dei medici sono sempre i più ammalati e le mogli dei sarti sono le peggio vestite. Ecco, questi adagi esprimono bene l’idea secondo cui spesso riserviamo le nostre competenze creative e i nostri talenti solo ai clienti, dimenticandoci completamente di rivolgerli anche a noi stesse. Alla lunga, non solo questo atteggiamento rischia di impoverire la nostra ispirazione, ma soprattutto rischia di renderci professionalmente meno autentiche ed efficaci, perché poco in ascolto dei suggerimenti che la creatività dà in primis a noi stesse.
Questa lapidaria e succinta autoanalisi di coscienza è sorta durante un break tra le sessioni di progettazione di un seminario per educatori della prima infanzia e genitori in cui imparare a scrivere fiabe personalizzate, per accompagnare i bambini nella crescita trasmettendo in forma narrativa anche i messaggi educativi più ostici. Sollevando gli occhi dalla tazza di tè, sature di teorie e pronte a sciorinarle a platee di volenterosi narratori, ci siamo dette: perché non scrivere una fiaba per parlare a noi stesse, per mettere in scena l’eroina che è in noi, i superpoteri che ci accompagnano nella vita lavorativa, i mostri con cui ci troviamo combattere e, soprattutto, il lieto fine a cui puntiamo? Magari questo potrebbe funzionare come coaching creativo ad aiutarci a visualizzare meglio chi siamo, dove vogliamo andare e come pensiamo di poterci arrivare.
La fiaba è infatti una forma letteraria potentissima, dotata di una struttura simbolica in grado di attivare le risorse profonde del nostro inconscio: i suoi stilemi, uniti al repertorio immaginario insito in ciascuno di noi, ci possono aiutare a mettere nero su bianco desideri, paure, potenzialità e obiettivi, traducendoli in un linguaggio espressivo capace di mobilitare le risorse motivazionali, creative e di lateral thinking che rischiano di essere soffocate dalle incombenze o censurate dalla nostra identità quotidiana.
Come scrivere una fiaba
Ecco quindi gli ingredienti per scrivere una storia ad hoc, che ti aiuti a focalizzare il tuo percorso lavorativo attuale e ad aprirti a una prospettiva futura:
- L’eroina. Come ognuno sa bene, non c’è fiaba senza eroe. Anzi, nel nostro caso, non c’è fiaba senza eroina. Come dev’essere l’eroina della tua fiaba? L’eroina sei tu, con le tue fragilità, le tue insicurezze, le difficoltà che ti trovi ad affrontare, ma anche con le tue straordinarie risorse creative e intellettive. Descriviti come preferisci, ma sappi che nel mondo delle fiabe ogni dettaglio è significativo: cosa indossi? Come sono i tuoi capelli? Che età hai?
- La rottura dell’equilibrio. Ogni fiaba inizia con una situazione di equilibrio iniziale che si frantuma: una madre che muore e viene sostituita da una matrigna, un padre che deve scegliere a quale dei suoi figli tramandare il suo regno, tre porcellini braccati da un lupo. Qual è l’evento che ha rotto il tuo equilibrio? Descrivilo utilizzando le immagini che preferisci, e non temere di spaziare con la fantasia: ricorda che ogni rottura, per quanto drammatica, è in realtà la molla che ti consentirà di trovare la felicità e di realizzarti.
- Il viaggio. Nel corso di una fiaba c’è sempre un viaggio, sia esso esteriore (Cappuccetto che si reca dalla nonna) o interiore (il pescatore che sviluppando l’astuzia inganna il genio della lampada). Racconta: quale viaggio ti attende? Vedi attorno a te vette da scalare o piuttosto città arabe dai vicoli intricati? Cosa ti aspetti di trovare alla fine del tuo viaggio?
- Gli aiutanti. L’uomo, e ancor di più l’imprenditrice creativa, è un animale sociale, il che spiega l’importanza di costruire attorno a sé una rete di affetti. Il medesimo ruolo è ricoperto all’interno della fiaba dagli aiutanti, che possono offrire doni magici (come la scarpina di Cenerentola) o semplicemente indicare la strada che l’eroe o l’eroina devono percorrere. Descrivi ora chi sono i tuoi aiutanti? Sono figure femminili o maschili? Saprai obbedire ai consigli dell’aiutante? Quale oggetto magico vorresti ricevere in dono?
- Il finale. Come abbiamo accennato in precedenza, il finale è una nuova condizione di equilibrio in cui l’eroe o l’eroina vede riconosciute le sue doti. Il viaggio ha compiuto una trasformazione: il protagonista è cresciuto e ha acquisito nuove abilità. Dove sei, come sei e quali nuove capacità hai ottenuto alla fine della tua fiaba? In quali contesti ti piacerebbe utilizzarle?

Quando avrai terminato di scrivere, starà a te decidere come usare la tua fiaba: puoi tenerla sotto il cuscino o tra i fogli della tua agenda. Puoi conservarla come un segreto o declamarla ad amici, parenti e colleghi: fa’ ciò che ti fa bene.
Perché il grande potere magico della fiaba sta nell’essere scritta, e raccontata a chi ne ha bisogno per crescere.
Articolo scritto in collaborazione con Elena Balzano.
wow mi hai convinta: proverò a scrivere la fiaba.
se non altro il finale posso sceglierlo io 😉
Contentissime Fioly di averti convinta! Ci piacerebbe raccogliere qualche passo delle vostre fiabe in una piccola antologia di principesse lavoratrici: le aspettiamo!
Buon lavoro!
Bellissima idea! 🙂
Buon lavoro dunque, principessa Giulia! 😉