Ciao e benvenuta! Dicci in tre parole chi sei.
Ciao, sono Janet. Mamma, imprenditrice, immigrata.
…e che cosa fai?
Faccio visualizzazione e animazione 3D al computer. Lo faccio da quando ho finito il master 10 anni fa. Sono sempre stata un’imprenditrice, aprendo il mio primo studio in Messico e poi replicando in Italia con un’agenzia di comunicazione, Tipper, che sviluppa nuovi strumenti di vendita ad alto impatto emotivo, grazie alle potenzialità della computer grafica e del rendering.
Come si apre un’azienda in Italia se sei extracomunitario?
Il mio è un matrimonio misto, mio marito è italiano e io messicana. Dopo avere vissuto un po’ in Messico e un po’ in Canada, Stefano e io abbiamo deciso di costruire il nostro nido a Torino. Il passo successivo è stato quello di formare una società e devo ammettere che è stato più semplice di quanto pensassi. Anche senza cittadinanza non c’è stato alcun problema. È bastato portare la carta identità e pagare il notaio… diciamo che la parte difficile è arrivata dopo: quando mi sono accorta quante tasse avrei dovuto iniziare a pagare!
Hai figli? Sei riuscita ad usufruire delle agevolazioni legate alle maternità?
Non riuscivo ad immaginare la mia vita senza bimbi così, anche se le rate del mutuo ci mangiavano metà stipendio, nel 2008 nacque Janik e nel 2011 arrivò Kinam.
Ho goduto di 5 bellissimi mesi di maternità pagata e di 6 mesi di part-time che i miei soci, tutti maschi, hanno accordato di farmi prendere in modo privato, visto che per l’INPS non avrei avuto diritto a niente.

Come fa un’azienda ad organizzarsi in modo da pagare ad una propria socia la maternità?
Questo è stato possibile grazie alla nostra forma societaria, una s.n.c. (società in nome collettivo), dove i soci a maggioranza decidono come dividere gli utili.
Qual è stata la difficoltà più grande che hai incontrato?
Mentre per la maternità ed il parto lo stato sociale italiano è stato meraviglioso, quando ho dovuto confrontarmi con il sistema scolastico, la bolla di perfezione si è rotta. Burocrazia infinita, pochi posti, rette altissime. Alcune strutture belle con maestre in gamba, altre in cattivo stato, buie, con maestre somiglianti più a impiegate postali che ad insegnanti.
E come l’hai risolta?
In questa avventura mio marito è stato essenziale.
Per coniugare imprenditoria e famiglia serve un partner che faccia almeno la propria parte.
Non abbiamo aiuto dai nonni e la baby-sitter è fuori budget. Io devo andare ogni mattina in ufficio, e riusciamo a cavarcela solo perché mio marito ha un contratto che, anche se a orario fisso, gli permette di lavorare da casa. Io porto i bimbi all’asilo prima di andare in ufficio, e il papà alle 17.00, quando finisce il turno, corre a prenderli. Purtroppo scuola e orario d’ufficio sono due mondi non conciliabili.
Hai un trucco salvatempo, che puoi condividere con chi come te, è costretto a lottare contro l’orologio dal mattino alla sera?
I bimbi amano essere indipendenti. E io li spingo ad esserlo. Il loro abbigliamento è posizionato in basso e, almeno il grande, se lo prende da solo. Poi scandiamo i ritmi del vestirsi, fare ordine e lavare i denti, a suon di filastrocche. Le azioni di routine sono illustrate con disegni appesi al frigo e i bimbi le controllano quando è ora di prepararsi.
Come sta andando adesso il tuo lavoro?
Oggi il mio stipendio non basta per pagare tasse, materna e nido. Potrei risparmiare standomene a casa a fare la mamma, ma non riesco ad immaginarmi senza carriera. Amo il mio lavoro e sono convinta che questo sia il momento di investire. Pian piano cominciano a vedersi i frutti e arriverà anche il tempo della raccolta.
Quali strategie usi per incrementare gli affari, visto il periodo un po’ grigio?
Per portare avanti lo studio abbiamo concepito strategie per eccellere in nuovi mercati, ci siamo inventati nuovi prodotti e siamo entrati in un bellissimo club di imprenditoria, il Réseau Entreprendre.
Si tratta di un gruppo francese. Come si fa ad accedervi?
È un grande gruppo di imprenditoria francese che opera anche in Piemonte. Dà consigli e supporto ai neo-imprenditori organizzando eventi formativi, di networking e di accompagnamento con mentor. Affiancano per uno o due anni imprenditori di successo a noi, neo-imprenditori. Per partecipare basta presentare il proprio business-plan e se il progetto viene considerano valido si entra nel sistema di incubazione, in modo totalmente gratuito.
Consigliaci un libro, un film, una canzone o un’opera d’arte che mettano in moto la creatività!
Libro: “Besame mucho“, di Carlos Gonzalez. Film: “Una tomba per le lucciole” di Isao Takahata, il film che mi ha fatto capire che i cartoni animati possono trasmettere messaggi forti a un pubblico adulto.
Il post è davvero molto interessante, mi permetto giusto di notare un refuso: Una tomba per le lucciole non è di Miyazaki, ma di Isao Takahata, il confondatore con Hayao Miyazaki dello Studio Ghibli. 🙂
Grazie mille! Corretto! 🙂