Carissime c+b(s)
certe volte le cose non capitano mica per caso, anzi!
Infatti, per esempio, voi mi siete capitate in un momento davvero particolare della mia vita.
Particolare perché forse sono a una svolta. Forse è un momento in cui mi si stanno rivelando alcune cose, o forse -più semplicemente- sono io che riesco a vederle solo ora.
Di fatto, sono disoccupata da oltre due anni. Ossia da oltre due anni non faccio più un lavoro che per l’ennesima volta mi aveva scelta -e non viceversa-.
L’idea di mettermi in proprio mi si sta riproponendo da un anno circa con una certa frequenza; mi si ripropone con la stessa sfacciataggine del peperone o della cipolla crudi, che peraltro amo mangiare.
Ho sempre allontanato questa idea per evitarmi responsabilità, forse anche per il timore di muovermi in ambiti delicati e sconosciuti.
Ma non c’era mai stata, come ora, un’idea che ritengo piuttosto valida alle spalle.
Sarà che “il peperone” era decisamente tosto, ma ultimamente s’è fatto molto più arrogante, tanto da passare dallo stadio di idea a quello di embrione.
Ovviamente tutto questo è emerso a causa della mancanza di lavoro (e non da una passione che coltivo), che quindi mi vede costretta a trovare una soluzione per pagare i conti e per realizzare piccoli desideri (perché a stringer troppo la cinghia succede che o ci si spezza a metà o a si arriva ad un punto in cui si sbrocca e si compra l’inverosimile).
A causa del mio oltre modo variegato curriculum, che non mi permette di vantare specialità particolari ma solo tanta buona volontà e molta voglia di imparare, e della mia poca “freschezza anagrafica” non è affatto ovvio trovare un nuovo impiego.
Forse i lavori che ho fatto fino ad ora, non erano delle liane attraverso le quali me-povera-tapina-tarzan-imbranata mi potevo lanciare per percorrere spazi, ma erano il sipario di un palcoscenico lasciato spoglio da troppo.
La fatica che ho provato ogni volta che ho ricominciato con un lavoro nuovo, non l’ho mai interpretata come un segnale che forse quel che stavo facendo non era per me.
Perché testa dura, ostinazione e lavorare sodo a tutti i costi erano dei pregi qui (ed invece la vita mi ha fatto capire che modificare il proprio cammino non è scappare ma andare verso qualcosa di diverso).
Ho eliminato un sipario pesante e polveroso, pensando che probabilmente “questa cosa” potrei farla piuttosto bene (ancora uso il condizionale, ma arriverà il momento in cui per strada intonerò, a braccia aperte, “I believe I can fly”)
Vi ho scoperte e sono arrivata a questo momento in cui mi sono letta tutti i post pubblicati fino ad ora, cercando di assorbire quanta più “ciccia” possibile.
Sono molto confusa sul da farsi, su come cominciare, su come procedere e a cosa dare priorità. Se gli sforzi saranno vani o meno, se tutto questo avrà un senso.
Intanto grazie. Grazie per l’ascolto, per voler condividere il vostro sapere e le vostre esperienze anche con me.
Jackie.
Carissima Jackie dei nostri cuori,
grazie a te per questa lettera colorata ed evocativa.
Sei confusa, ed è normale, ma quando pensi al tuo “peperone”, sei almeno un po’ felice? Perchè quello può aiutarti a fare chiarezza mentre definisci il tuo progetto: se pensi alla tua idea di impresa creativa e provi una sensazione come d’amore e di entusiasmo, voglia di fare, cominciare, costruire, allora sì, questo matrimonio s’ha da fare!
Due anni di disoccupazione sono tanti, e duri, e sconfortanti: ma io ascolto in queste righe la voce di una donna ironica, coraggiosa e ancora indomita, più saggia di quanto era prima, ma non indurita e cinica. Sei fortissima, Jackie: e questo a volte è un po’ una rottura , perchè sarebbe bello fare le fragili e farsi trasportare dalla corrente, ma noi, amica mia, siamo nate per nuotare.
Come dicono le nostre sagge esperte di branding, marketing, pricing e tutte quelle cose buone e sante che finiscono in -ing, foglio di carta, penna glitter alla mano e scrivi. I tuoi talenti. Le tue competenze. I soldi che ti potrebbero servire. Gli spazi, i materiali. Chi ti aiuta? Quanto vuoi guadagnare? L’elenco è lunghissimo e a tratti non molto semplice da stilare.
Ma ne vale la pena: vedrai che da quell’elenco il tuo peperone diventerà un’idea con una faccia e un nome, e poi un progetto, e infine un adorabile Frankenstein che si regge sulle sue gambette!
Sono sicura che tu sappia volare, Jackie: stai solo facendo un po’ fatica a staccarti da terra, perchè questa è la parte più difficile.
Io ti mando tanti Cuori + Baci.
Tienici aggiornate, un abbraccione collettivo (e guarda che siamo tante!).
1 thought on “Di peperoni, liane e tanta confusione.”
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