Cosa hanno in comune naturopati, floriterapeuti, insegnanti di yoga, kinesiologi ma anche tributaristi, counselor, amministratori di condominio, fotografi professionisti ed interpreti (ma l’elenco è lunghissimo…)?
Sono tutte professioni per le quali non esiste un Albo o un Ordine cioè un Ente Pubblico posto “sotto l’alta vigilanza del Ministero della Giustizia” la cui funzione principale consiste nel garantire il cittadino circa la professionalità e la competenza dei professionisti che svolgono attività dedicate nel campo della tecnica, della salute, della legge. Le professioni “ordinistiche” sono solitamente quelle per cui è previsto un Esame di Stato per l’ammissione al relativo Ordine e quindi ad esempio: avvocati, medici, geometri, ecc.
Molte delle professioni “fuori albo” appartengono invece alla grande famiglia delle professioni non regolamentate. Si stima che i professionisti italiani che ricadono in quest’area siano più di 1,5 milioni e che le partite IVA coinvolte siano attorno alle 400mila (Fonte sole 24 ore). Un elenco completo purtroppo non esiste, la legge definisce dei criteri.
Le professioni non regolamentate sono legali? Assolutamente si! È possibile esercitare la professione e la Legge nr. 4 di gennaio 2013 (testo completo) conferisce a queste professioni una sorta di tacito riconoscimento.
Tuttavia occorre che il professionista “non regolamentato” presti molta attenzione a non sconfinare nel terreno delle professioni “ordinistiche” perché, in questo caso, si verificherebbe quello che legalmente viene definito “un abuso” ovvero una pratica commerciale scorretta e, quindi, si rischierebbe una sanzione molto alta. Nel caso del naturopata, ad esempio, si potrebbe avere abuso di professione medica, nel caso di Coach e Counselor abuso nei confronti della professione dello psicoterapeuta ecc. e, credetemi, i ciarlatani che non si comportano correttamente fanno SEMPRE più notizia dei bravi professionisti.
La legge parla anche del ruolo delle associazioni come strumento di aggregazione volontaria. Secondo il testo di legge il loro fine è valorizzare le competenze degli associati, diffondere il rispetto delle regole deontologiche e agevolare la scelta degli utenti nel rispetto delle regole di concorrenza.
Alle associazioni compete la promozione della formazione permanente, la vigilanza sulle condotte degli associati, l’istituzione di sportelli di informazione e di risoluzione delle controversie a beneficio dei consumatori, la definizione e il rilascio agli iscritti di marchi di qualità e di attestazione di professionalità.
Tutte queste funzioni servono principalmente a tutelare il cliente più che il professionista stesso. Si garantisce infatti al cliente che il professionista a cui si è rivolto sia in grado di soddisfare determinati requisiti individuati a monte dall’associazione.
L’adesione alle associazioni non è però obbligatoria: i professionisti che restano fuori dalle associazioni sono soggetti a minori vincoli, ma sono anche meno tutelati.
Cosa occorre quindi fare se si appartiene alla grande famiglia delle professioni non regolamentate?
Il mio consiglio, dettato dall’esperienza come libera professionista, è di iniziare ad informarvi chiedendo consulenza al vostro legale per capire se ci sono degli obblighi di legge a cui adempiere. Il secondo passo può essere quello di verificare quali siano le associazioni più attive nel vostro ambito cioè quali siano quelle che svolgono un lavoro di qualità e che forniscono all’associato una serie di servizi di valore quali: tutela legale, supporto in materia fiscale, corsi di aggiornamento, copertura assicurativa, supporto e informazione riguardo novità in materia di legge e relativi adempimenti, ecc. In ogni settore esisteranno più associazioni: a voi fare il confronto e scegliere quella che offre il miglior rapporto tra qualità-quantità dei servizi e prezzo. Alcune associazioni, inoltre, hanno già fatto richiesta di essere inserite nell’elenco del Ministero dello Sviluppo Economico.
Questo articolo non pretende di essere esaustivo e non ha l’ambizione di sostituirsi ad una consulenza legale, ma noi di C+B abbiamo pensato fosse utile mettervi “la pulce nell’orecchio”.