Tra mail che abbiamo ricevuto e linee guida che abbiamo stilato mi sono accorta che ci sono dei termini che forse non sono chiari per tutte: ad esempio imprenditrice vs. freelance.
Dal punto di vista legislativo non sono la stessa cosa. Per farvela breve riporto le due frasi che ho trovato sulle rispettive pagine di Wikipedia:
Un imprenditore è una persona che istituisce e/o gestisce, in tutto o in parte assieme ad altri soci imprenditori, un’attività economica d’impresa assumendosi il cosiddetto rischio d’impresa.
Il libero professionista è un lavoratore che svolge un’attività economica, a favore di terzi, volta alla prestazione di servizi mediante lavoro intellettuale.
Traduzione: prima di intraprendere qualsiasi attività in proprio consultatevi con un commercialista o con gli ennemila appositi sportelli (a Torino il MIP, sono sicura che ci sono cose analoghe in tutta Italia, ne parleremo).
Ecco invece la mia personale interpretazione della catena alimentare professionale.
L’imprenditrice
Contribuisce al budget della famiglia, in misura differente, ma dal punto di vista ideologico è come se facesse tutto lei.
Vende se stessa e i suoi prodotti, anzi vive una totale comunione e immedesimazione con la sua offerta. Mastica personal branding, online presence e social media marketing. Si ripete come un mantra “il mio nome sarà un trending topic”.
Ha interiorizzato “Buttati e la rete apparirà” e non si scoraggia per gli eventuali insuccessi: sa che ad una salita segue sempre una discesa e quindi affronta il suo lavoro con forza e coraggio.
Ha sempre mal di testa perché le frullano dentro mille idee e un’agenda piena di appunti sul suo prossimo e-course.
La freelance
Di solito fa lavori in cui è necessario che lei sparisca per far brillare gli altri. La copywriter, la designer o la social media manager ad esempio. Crea bannerini, scrive cose argute, inventa slogan che fanno vendere a palate.
Guadagna mica male, è che a furia di far venire fuori gli altri è sempre convinta di non fare abbastanza. Non scrive sul suo blog perché deve scrivere per Marie, non retweetta con il suo account personale perché è sempre dentro a quello del cliente, è il classico caso di calzolaio scalzo.
Poi ad un certo punto capisce che può impacchettare le sue idee in un bell’ebook e diventa anche lei imprenditrice.
Ha sempre mal di testa perché le frullano dentro mille idee e un’agenda piena di appunti su come promuovere i suoi clienti esistenti e trovarne di nuovi.
La sognatrice
Di giorno lavora in qualche ufficio serissimo, di sera scrive, fotografa, crochetta, è una maga di Photoshop, twitta compulsivamente, la conoscono tutti. Compra tutti i corsi di marketing, seo, blogging, per essere pronta al grande momento. Quello in cui si metterà in proprio.
Può stare in questa fase dai 2 mesi ai 2 anni a seconda delle comunità di supporto che ha intorno: si va dal “ma cosa pensi, che siano tutti lì ad aspettare te” a “ma che idea carina, perché non apri un blog!”
Già, ma con le tasse come la mettiamo? Per il momento non si pone il problema, ma appena vede un e-course dell’imprenditrice che le spiega come gestire le finanze sicuro che si iscrive!
Ha sempre mal di testa perché le frullano dentro mille idee (e anche perché ha 20 blog aperti in 20 tab diversi) e una pinboard piena di siti e citazioni di ispirazione.
Ficoooo
Si può essere aspiranti un po’ per tutte e tre??? 😛
Il punto fermo è: ha sempre mal di testa. Ci siamo!!!! 😀
E come no! Anzi, qui la situazione è sempre fluida. Tipo oggi mi sento freelance, ieri mentre pensavo allo shop con le lane tinte a mano ero un po’ sognatrice… Quando non mi vede nessuno però mi sento imprenditrice 🙂
Meno male che Ambra ci darà consigli per migliorare il benessere, perché 1/3 del budget va in Moment.
Io sono una sognatrice con le lane tinte a mano nel pentolone 😛
Care, vi ho già scritto, siete il mio riferimento.. Insieme ad Amsterdam Mamas che mi ha fatto compagnia per un anno.. Cos’è una pittrice mamma expat, e tutto neo?? Cioè una che faceva altro, che ha voluto cambiare… E che ancora NON si guadagna la pagnotta?? vi seguo.. Per capire il passaggio da vorrei-ci sono quasi- a posso… 🙂 cioè capire se si arriva se arriverò a quel POSSO!! Maria
Eh il momento critico del passaggio: ci sono così tante cose da valutare, dalla burocrazia alla promozione, che spesso ci si blocca in questa fase più del dovuto.
Cosa deve fare un’artista ad Amsterdam per farlo di professione e non di hobby? Quale rete locale o online può supportarti nell’analizzare la tua nicchia? Insomma, come si esce dalla propria testa e si va alla pratica?
Non credere, cara Maria, sono le domande di tutte, anche di chi questo passo lo ha già fatto e ora deve andare a regime!
😀 Ah Ah Ah!
Bellissimo questo post!
Io sono nella fase sognatrice, decisamente! (Soprattutto le ultime due righe… ma assomiglio un po’ anche al disegno!)
A parte qualche amica voi siete la mia principale comunità di supporto, quindi… grazie 🙂
Grazie Giulia! Come avrai capito siamo state in tutte le fasi in diversi momenti della nostra vita, quindi continua a sognare, ma inizia ad agire, noi siamo qui per supportarti!
Sono una sognatrice che si sta incamminando sulla strada della freelance (translator) 🙂
Evviva! Noi qui tifiamo per te 🙂