Negli ultimi anni è esplosa la vendita online: dalla spesa consegnata a domicilio, al piccolo oggetto di artigianato sostenibile, (quasi) tutte abbiamo comprato, rimanendo sedute comodamente a casa o in attesa alla fermata del bus, almeno una volta nella vita.
Forse qualcuna in più negli ultimi due anni, complici le zone rosse e arancioni che per chi vive in un piccolo paese, come me, hanno limitato molto le possibilità di acquisto locale.
L’esperienza di acquisto per il consumatore è semplice: basta avere una rete internet, una carta di credito o Paypal, un indirizzo cui spedire.
Ma cosa succede quando siamo noi a vendere?
Se hai anche tu un’attività online (o se hai un’attività classica ma la pandemia ti ha dato la spinta finale a creare il tuo shop online), non ho dubbi che ti sarai premurata dal punto di vista tecnologico: il tuo sito integra la piattaforma di vendita, i clienti ricevono tutti i messaggi necessari (conclusione dell’ordine, pagamento, spedizione) e un avvocato ti avrà spiegato cosa serve per rispettare il GDPR (attenta alle novità in arrivo) e i cookies. Sai anche tutto di resi, spedizioni, customer care.
Ma puoi dire lo stesso della parte fiscale? Nonostante in rete si legga tutto e il contrario di tutto, sono ancora pochi coloro che sono informati delle pratiche corrette per vendere online emettendo i giusti documenti e dichiarando il reddito corretto. La spedizione va fatturata? E il mio reddito è l’incasso al netto o al lordo delle commissioni di Paypal?
Per questa ragione cercherò di chiarire una volta per tutte quali siano le pratiche corrette per gestire una vendita online.
Vendi solo online? È tutto più semplice!
Nel caso in cui tu venda esclusivamente online e a consumatori finali, godi di una serie di agevolazioni, in primis dall’esonero di emissione sia della fattura che del documento commerciale online.
Quindi niente fattura e niente scontrino.
E cosa devi fare? Devi comportarti come accadeva prima dell’avvento della fattura elettronica. Chi vende (esclusivamente) online è in regola annotando l’ammontare quotidiano delle vendite sul registro (cartaceo) dei corrispettivi. Nessun documento elettronico da inviare allo SDI, quindi, nessun registratore telematico da acquistare, nessun documento commerciale da emettere sul sito di Agenzia delle Entrate. Solo una annotazione riepilogativa e manuale, molto interessante non trovi?
Stamperai quindi dal tuo e-commerce la conferma d’ordine, preparerai il DDT e potrai spedire.
Ricorda, la spedizione è parte della vendita. Per esempio, se sei in regime forfettario, il tuo prodotto costa 50€, la spedizione 7€ e il cliente paga quindi 57€ ma tu ne ricevi sul conto 54€ e di questi 7€ li dai al corriere per il trasporto, trattenendo per te solo 47€, dovrai inserire nei corrispettivi la vendita per 57€. Sì, c’è una bella differenza, purtroppo, tra quanto ti resta davvero e quanto va a tassazione.
Cosa accade se è il cliente a chiedermi una fattura?
Questo può accadere perché magari il cliente ha partita iva e necessità di giustificare il costo. O magari è un privato e la fattura la chiede lo stesso. In tal caso la fattura va emessa per forza: cartacea, se sei in regime forfettario e non hai optato per la fatturazione elettronica, o elettronica negli altri casi.
E se volessi emettere lo stesso i documenti commerciali online (i vecchi scontrini per capirsi), magari perché mi è più comodo per monitorare gli incassi? Certo, puoi farlo, ma non sei obbligata.
Ho uno shop online, ma vorrei partecipare a delle fiere sul territorio, cambia qualcosa?
Sì, cambia tutto.
In tal caso, non vale più alcun esonero (per la parte di vendita “locale”). Se vuoi partecipare anche a fiere, mercati, eventi del territorio e/o dare in conto vendita i tuo prodotti ai negozi devi necessariamente emettere fattura e/o documento commerciale.
Il documento commerciale può essere emesso in tre modi:
- attraverso un registratore telematico, spesso molto costoso;
- attraverso il programma gratuito di Agenzia delle Entrate, che è anche molto comodo;
- attraverso alcune app che da smartphone trasmettono in automatico i corrispettivi all’Agenzia delle Entrate.
Qual è lo strumento migliore? Dipende dalle tue esigenze, dall’ammontare delle tue vendite e dal numero di transazioni che effettui. Parlane con la tua o il tuo commercialista per impostare al meglio il nuovo anno!
E se vendo videocorsi?
Valgono le stesse regole, però ricorda: se sei una professionista che non si è mai iscritta al Registro Imprese dovrai attivare la tua iscrizione come commerciante presso la Camera di Commercio della tua città, effettuare tutti gli adempimenti del caso con la tua commercialista, compresa la Scia per vendita online presso il Suap. Se vendi ai mercati locali e itineranti potresti dover presentare una Scia per ciascun evento.
Ricorda anche che, se sei una professionista iscritta a un Albo, spesso le nostre Casse di Previdenza non contemplano il reddito di impresa che questi guadagni generano, in tal caso meglio vendere i tuoi videocorsi tramite una società. Informati circa questo aspetto presso la tua Cassa.