Cercata, studiata, ambita, inseguita, talvolta sopravvalutata, l’ironia è un’arma potentissima che molti desiderano, tanti inseguono e pochi possiedono.
Praticare l’ironia è come camminare sul filo sospeso fra le Torri Gemelle. Come fece Philippe Petit, solo che se non si è funamboli del filo o delle parole, si corre il rischio di spiaccicarsi al suolo.
Petit, funambolo e maestro di ironia, agli agenti che lo arrestarono sotto le Torri Gemelle disse:
Quando vedo tre arance, faccio il giocoliere, quando vedo due torri, ho voglia di passare da una all’altra.
L’ironia è un’arma potentissima per la comunicazione. Permette di cambiare angolazione, raccontare e mostrare situazioni, persone, contingenze, eventi, in modo diverso, svelando anche grandi verità.
Ma facciamo un tour online per scoprire chi la destreggia con abilità, pur in ambiti diversissimi.
Le blogger: quando l’ironia è femmina
Elasti: Claudia De Lillo, giornalista e scrittrice.
Sono elastigirl ma per vivere scrivo e parlo alla radio. Ho tre hobbit, di sesso maschile, uno grande di diciassette anni, uno di mezzo di quattordici e uno piccolo di dieci e un marito part-time perché buona parte del suo tempo sta a londra, dove lavora (e dove probabilmente ha vite parallele con altre mogli e altri figli…). Mi trovate qui, su instagram, su facebook, su twitter ma anche il sabato su D La Repubblica e all’alba su Radio2 a CaterpillarAM.
Quando ha iniziato a raccontare la sua vita famigliare e domestica, Elasti non scriveva su Repubblica e non era a Radio2. Attraverso i suoi post, che ha poi portato anche sui social, oltre a una serissima rassegna stampa quotidiana, racconta della sua vita con un’ironia che si alterna a grande profondità. È a seguire per scoprire come una narrazione efficace possa partire dalle piccole vicende quotidiane.
Francesca Crescentini, in arte Tegamini
Scrivo delle cose, propago entusiasmi, pettino unicorni e compilo wishlist. Ho un Amore del Cuore, un Minicuore, un gatto gigante e un sacco di libri. Sono brava a ordinare al ristorante.
C’è altro? Per forza.
Francesca è traduttrice e content creator, e se vi state chiedendo cosa fa di preciso una content creator ecco qui, lei ve lo spiega passo passo.
Chi la segue lo fa soprattutto per sentirla parlare e raccontare libri, cosa che le viene assai bene. I libri sono suoi amici, nelle sue storie Instagram sforna personaggi e atmosfere come fa un pasticcere con gli choux al cioccolato. Infila racconti di libri in mezzo alle sue giornate, ma attenzione: il suo italiano è perfetto, a tratti forbito e aulico, a tratti pop e fantasy, mai sgualcito o approssimativo.
Ha la capacità di rendere ogni istante un piccolo evento da raccontare; dalla spesa al gioco del figlio Cesare, dalle posizioni del gatto alla cucina del marito.
Fortemente consigliata a professori e professoresse, dalle scuole medie alle superiori, per comprendere che per parlare di libri e cultura non è sempre necessario essere noiosi.
La torinese Enrica Tesio
Ha iniziato le sue narrazioni con un blog che non lasciava adito a fraintendimenti: Prima o poi l’amore arriva. E t’incula.
La sua bio in evoluzione è un piccolo capolavoro.
Ho 35 anni, ho due figli, un bimbo di 3 anni e una bimba di 10 mesi, ho due gatti, ho un mutuo, ho un lavoro. C’è anche un padre, una brava persona per carità, che però qualche mese fa mi ha lasciato. E da allora scrivo. Certa che l’amore, come dice Lennon, sia la risposta… ma a una domanda irrimediabilmente sbagliata.
Due anni dopo. Ho 37 anni, ho due figli [… ]
Cinque anni dopo (ho cominciato improvvisamente a parlare in terza persona come Hulk): Enrica Tesio è blogger […]
Oggi: ho tre figli, due gatti, un mutuo, un affitto, un amore, spero l’ultimo perché sto invecchiando.
La sua narrazione quotidiana è esilarante e tutte noi, donne, madri, tradite, amate, lasciate, accompagnate o single, ci troviamo un pezzetto delle miserie quotidiane delle nostre esistenze. Ci fa ridere e sorridere, talvolta ci commuove, e per questo la seguiamo e la apprezziamo.
Una fra tutte: #harleyquinn
Mamma ho scelto il mio vestito per Halloween
– Bene quest’anno partiamo con anticipo, l’anno scorso ci siamo di nuovo giocati la carta “agglomerato di poliestere altamente infiammabile” preso dai cinesi…
– Ma se ero vestita da diavolessa…
– Sì sì ricordo benissimo, da diavolessa e infatti il fuoco camminava con te.
– Comunque voglio vestirmi da Arlecchin
– Una scelta vintage… ne avete parlato a scuola delle maschere tipiche?
– Forse.
– Pensa che a me le maschere tipiche hanno sempre messo tristezza.
– Ma no mamma Arlecchin e’ molto figa.
– Ma è un maschio.
– No, è una femmina, sta con quell’altro mascherato.
– Pulcinella? No, guarda, ha un nome da femmina Pulcinella ma è un maschio, tipo tua sorella che si chiama Andrea ma è una femmina. Comunque dopo aver scoperto che Titti di gatto Silvestro è maschio come l’Ape Magà non metto più la mano sul fuoco sulla sessualità di nessuno. Comunque hai bisogno di una tuta a quadri.
– Pantaloncini cortissimi e calzamaglia a rete, sulle cosce mi faccio dei tatuaggi con la penna.
– Mah mi sembra un po’ mignotta ‘sto Arlecchino. Mi pare abbia la mazza, nella posa tipica.
– Sì io la voglio rosa coi glitter. Devo trovare pure un reggiseno imbottito e una maglietta bianca.
– La drag Arlecchina.
– Mamma, lo pronunci male.
– Arle Ccchin va separato…
– Mi sorge un dubbio Marta, è da separare come Giò Ker per caso?
– Esatto!
(Mia figlia si vestirà da Harley Quinn, io da Panta Lon o Colon Bin, vediam)
Da seguire per sorridere un po’ e non sentirsi mai, mai, proprio mai… inadeguate.
I maestri del genere
Taffo onoranze funebri
Talmente bravi e conosciuti che vantano diverse imitazioni, sono i Valentino dei funerali; e la casa editrice Baldini+Castoldi ha pubblicato un libro scritto dal social medial strategist del brand.
Sempre sul pezzo, seguono e raccontano l’attualità con humor nero, possono piacere o disturbare, ma di sicuro hanno cambiato il modo di parlare di morte e funerali, sovvertendo schemi e tabù. Della morte si fatica a parlare, loro l’hanno piazzata sui social e attraverso essa parlano di vita e attualità.
Ceres
Una birra che non è solo da bere. Lascio a loro la parola, c’è poco altro da aggiungere.
Chi tratta temi seri con grande ironia
Le Slide Queen
Sono Elena Bobbola e Marie Louise Denti. Non sono animatrici per feste di compleanno di bambine in fissa con le principesse, cosa che si può pensare atterrando distratti sul loro sito. Sono curatrici di slide e il loro core business, per intenderci, sono le aziende.
Si presentano così:
all’anagrafe Elena Bobbola e Marie Louise Denti, ci siamo conosciute alla Rete al Femminile di Biellanel 2016 e da allora attraversiamo l’Italia – e non solo – per salvare il mondo dalle presentazioni brutte noiose e inefficaci. Ti aiutiamo a ideare, progettare, realizzare e consegnare delle slide uniche e memorabili. Insieme ai nostri clienti costruiamo presentazioni efficaci sia dal punto di vista della struttura sia dal punto di vista visivo, e portiamo in tutta Italia i nostri laboratori di formazione in presenza e online.
Il messaggio è chiaro e serio. Il loro mondo è rosa glitter, dopotutto loro sono le regine delle slide, non dimentichiamolo!
Casa Surace
Unici e inimitabili, stanno alla comunicazione video come gli spaghetti al pomodoro stanno alla cucina italiana; come Chiara Ferragni sta agli influencer, come la Mole Antonelliana sta a Torino.
Casa Surace è una factory e casa di produzione nata del 2015 da un gruppo di amici e coinquilini. Ma soprattutto una famiglia allargata da più di 4 MILIONI di fan sul web.
Eccoli!
Però attenzione: l’ironia è come la bagna cauda sul peperone. Squisita, se messa in giusta quantità, ma indigesta, se lo sommerge!
Insomma, l’ironia va dosata e gestita, non tutti possono osare tanto. Se non si possiedono gli strumenti giusti, meglio non correre rischi e allietarsi con chi ci sa davvero fare.