La cessione dell’Ecobonus e le detrazioni sui lavori in casa

C’è una recente novità sul tema dei lavori in casa che è ormai operativa ma ancora poco conosciuta. Molti dei lavori legati agli immobili prevedono la detrazione di una percentuale consistente delle spese nell’arco di 10 anni. Spesso e volentieri, le regole relative a questo tipo di lavori sono state modificate. Nel tempo, sono cambiati gli immobili e i soggetti aventi diritto alla detrazione, gli anni di durata del beneficio, e si sono ripetutamente evolute le tipologie di spese e gli adempimenti necessari per avere il diritto alla detrazione.
Si tratta sicuramente dei risparmi più amati e sfruttati dal popolo italico, e hanno permesso non solo a noi di recuperare molti dei soldi investiti ma alle imprese della filiera di lavorare proficuamente e allo Stato di rinnovare un parco immobili spesso “anziano”.

Tra le novità ce n’è una che interesserà molti, ed è la cosiddetta cessione del credito dell’Ecobonus.

In cosa consiste esattamente?
Cerchiamo di capirlo con un esempio. Se oggi comprassimo casa decidendo di eseguire dei lavori destinati alla riqualificazione energetica dell’unità abitativa (quale la sostituzione degli infissi esterni) per complessivi 20.000€, avremmo diritto a detrarne il 50% nel corso di 10 anni.
Quindi, a fronte dei 20.000€ pagati, nei successivi 10 anni, in sede di dichiarazione dei redditi, ne recupereremmo 1.000€ l’anno (se vi è capienza di Irpef, cosa che spesso non accade ai forfettari che non pagano Irpef ma imposta sostitutiva, a meno di avere anche altri redditi assoggettabili ad Irpef).
La grande novità è che per lavori eseguiti a partire dal 1° gennaio 2018 è possibile, in alternativa a questo meccanismo, cedere il proprio credito fiscale (quei 10.000€ che recupereremmo in un lungo lasso di tempo, 10 anni) a un altro soggetto, per esempio il fornitore dei servizi stessi, pertanto pagando a monte solamente i 10.000€ residui. Il sogno di molti, dei soggetti in regime forfettario in primis.
Il credito può essere ceduto non solo al fornitore dei servizi, ma anche ad altri soggetti privati (persone fisiche, anche se esercitano attività di lavoro autonomo o d’impresa, società ed enti), purchè collegati al rapporto che ha dato origine alla detrazione.
Per i soggetti cosiddetti incapienti, vi è la possibilità di cedere il credito anche a banche e intermediari finanziari, semplificando, di fatto, l’accesso alla cessione dell’ecobonus.
Il cessionario (colui che riceve il credito), lo può inoltre cedere a sua volta (fino a un massimo di due passaggi, quindi chi riceve come secondo destinatario il credito non può cederlo ulteriormente).
Il meccanismo è valido anche in ambito di lavori fatti nel condominio e per i lavori di tipo antisismico.

Cosa accadrà in concreto?
Bisogna innanzitutto trovare il soggetto disposto ad “accollarsi” il nostro credito, cosa non scontata. Per il povero artigiano che esegue i lavori potrebbe essere finanziariamente impossibile rinunciare personalmente al proprio guadagno immediato per incentivare il cliente all’acquisto. Pertanto, immagino che in questo caso i prezzi potrebbero subire dei comprensibili ritocchi al rialzo a titolo compensatorio.
Di fatto, però, è risolto in questo modo, perlomeno per questo tipo di spese, quelle legate al risparmio energetico, il principale svantaggio del regime forfettario, ovvero la rinuncia al sistema di detrazioni e deduzioni che, spettando solo ai soggetti Irpef, li vede esclusi in quanto soggetti al pagamento di una imposta sostitutiva dell’Irpef stessa.

Cosa se ne fa del credito ceduto il ricevente?
Il cessionario del credito (cioè chi lo riceve) dovrà utilizzare in compensazione il credito tramite F24. Il credito andrà compensato in 10 quote annuali di pari importo.

Ci sono delle procedure da seguire per attivare la cessione?
Sì, la cessione del credito va comunicata all’Agenzia delle Entrate nonché accettata da parte del ricevente. Cedente e cessionario troveranno all’interno del proprio cassetto fiscale i dati del credito oggetto di trasferimento.

Approfittiamo di tale novità per un breve “riassunto” del complesso delle detrazioni possibili relative ai lavori su immobili.
Non tutti sanno che l’Agenzia delle Entrate pubblica e aggiorna regolarmente delle ottime Guide Fiscali, dal taglio pratico ma completo, utili per aiutare chi si avvicina per la prima volta al mondo dei lavori in casa. Inserirò i link delle principali, nella loro versione odierna, ma visto il continuo evolvere della materia è sempre meglio verificare sul sito se ce ne sono di più recenti per evitare di seguire regole e orientamenti superati.

Le agevolazioni fiscali sulle Ristrutturazioni Edilizie

Di cosa si tratta? Le detrazioni più amate dagli italiani. Quelle che, prorogate da ormai diversi anni, hanno consentito a molti di noi di recuperare una parte importante delle spese effettuate per lavori di ristrutturazione di casa o di parti comuni del condominio. Anche per il 2019 la detrazione ammonta al 50% delle spese sostenute.
Chi può usufruirne? Soggetti debitori di Irpef (altrimenti purtroppo la detrazione è persa, per esempio nel caso di soggetti forfettari che non abbiano anche altri redditi.
L’agevolazione spetta in primis ai proprietari degli immobili o ai titolari di diritti reali e personali di godimento sugli immobili nel caso siano questi a sostenerne le spese.
Quali sono gli interventi agevolabili? Sono quelli elencati alle lettere b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001 ovvero relativi a manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia. Per il distinguo tra queste categorie rimando all’ampia casistica fornita nella guida dell’Agenzia delle Entrate indicata al termine di questo paragrafo.
Agevolazioni Iva: oltre alla possibilità di detrarre il 50% delle spese di questo tipo, per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria su unità immobiliari abitative l’aliquota Iva è ridotta al 10%.
In caso di acquisto, oltre che di servizi, anche di beni, l’aliquota al 10% spetta solo nell’ambito del contratto di appalto (es. compro dei pezzi dal soggetto che esegue i lavori –> tutto al 10%; compro dei pezzi online che poi farò montare ad altro soggetto –> sui pezzi l’Iva è al 22%. Ulteriore specifica va fatta per i beni significativi (infissi, caldaie, sanitari del bagno) per i quali l’Iva sarà solo in parte ridotta, per la parte equivalente alla manodopera (es. beni per 1.000€ e manodopera per 600€ –> Iva al 10% sulla manodopera, Iva al 10% sui beni per soli 600€ e sui residui 400€ dei beni iva al 22%).
Importo massimo degli acquisti: 96.000€.
Tempi della detrazione: 10 anni per tutti.
Pagamenti: bonifico nel quale devono essere presenti la causale specifica (articolo 16-bis del Dpr 917/1986), codice fiscale del soggetto che detrae la spesa, codice fiscale o partita iva del fornitore.
Cosa conservare: distinta del bonifico, fattura del fornitore e, importante, devono essere state regolarmente svolte le eventuali pratiche edilizie del caso.
IMPORTANTE: dal 2018 è obbligatorio trasmettere all’Enea i dati relativi ai lavori effettuati sugli immobili, così come già accade da diversi anni per i lavori per il risparmio energetico.
Ulteriori informazioni: Impossibile riassumere in un paragrafo la mole di materiale e di informazioni disponibili in questo ambito. Per ulteriori riferimenti rimando all’apposita guida dell’Agenzia delle Entrate, in questo caso aggiornata a maggio 2019, importante perché permette di capire innanzitutto a quali interventi specifici spettino le agevolazioni della normativa.

Le agevolazioni fiscali per il Risparmio Energetico

Di cosa si tratta? E’ stata prorogata anche per il 2019 la detrazione del 65% per lavori volti a migliorare l’efficienza energetica degli edifici. La percentuale di detrazione, però, scende al 50% quando è relativa ad acquisto e posa in opera di infissi e sostituzione di impianti di climatizzazione invernale. La percentuale è invece più elevata quando i lavori siano finalizzati alla riduzione del rischio sismico.
Chi può usufruirne? Soggetti debitori di Irpef e Ires che possiedono l’immobile oggetto di lavori a qualsiasi titolo e che ne sostengano le spese.
Quali sono gli interventi agevolabili e qual è l’importo massimo delle spese agevolabili?
Gli interventi interessati dalla detrazione sono:
– riqualificazione energetica di edifici esistenti volti a conseguire un risparmio energetico –> limite massimo 100.000€;
– interventi sull’involucro degli edifici –> limite massimo 60.000€;
– installazione di pannelli solari –> limite massimo 60.000€;
– sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale –> limite massimo 30.000€;
– altri interventi per il cui dettaglio rinvio alla guida sottoriportata.
Agevolazioni Iva: si applicano le medesime regole previste al caso delle ristrutturazioni edilizie.
Tempi della detrazione: 10 anni per tutti.
Pagamenti: bonifico nel quale devono essere presenti la causale specifica (art. 1, co. 344-347, L. 27/12/2006, n. 296), codice fiscale del soggetto che detrae la spesa, codice fiscale o partita iva del fornitore.
Gli adempimenti ENEA: entro 90 giorni dal termine dei lavori vanno trasmesse all’ENEA le informazioni contenute nell’APE e la scheda informativa degli interventi realizzati.
L’APE va redatta da un tecnico diverso da quello che ha curato i lavori.
La scheda informativa deve contenere i riferimenti del soggetto che ha sostenuto le spese, il dettaglio degli interventi eseguiti e il conseguente risparmio energetico generato e il dettaglio delle spese sostenute.
Cosa conservare: distinta del bonifico, fattura del fornitore e, importante, devono essere state rispettate le eventuali pratiche edilizie del caso ed effettuate le pratiche ENEA sopra descritte.
Ulteriori informazioni: anche in questo caso la vastità di informazioni è tale da non permetterne un riassunto esaustivo in poche righe. Per i primi approfondimenti rimando alla Guida al Risparmio energetico di marzo 2019 dell’Agenzia delle Entrate.

Il Bonus Mobili e Grandi Elettrodomestici

Cos’è? Una detrazione che permette il recupero del 50% della spesa sostenuta per l’acquisto di questi beni. Nel caso di acquisto di elettrodomestici la classe deve essere almeno A+ (A per i forni).
Condizioni: i beni devono essere destinati all’arredo di un immobile oggetto di ristrutturazione (anche piccola, non c’è un valore minimo della ristrutturazione).
Importo massimo degli acquisti: 10.000€.
Tempi della detrazione: 10 anni per tutti.
Pagamenti: bonifico (senza causale specifica), POS, Carta di Credito. Non sono ammessi assegni o contanti.
Cosa conservare: distinta del pagamento e fattura con descrizione completa.
Ulteriori informazioni: nella Guida al Bonus mobili ed elettrodomestici (aggiornata a maggio 2019).

Il Bonus Verde

Cos’è? Una detrazione che permette il risparmio del 36% della spesa sostenuta per la sistemazione del verde di aree scoperte private di edifici, pertinenze, recinzioni, impianti di irrigazione e per la realizzazione di pozzi, di coperture a verde e di giardini pensili.
Condizioni: può beneficiarne chi possiede o detiene regolarmente l’immobile e che ha sostenuto le spese oggetto di detrazione.
Importo massimo della spesa: 5.000€.
Tempi della detrazione: 10 anni per tutti.
Pagamenti: tracciabili.
Cosa conservare: distinta del pagamento e fattura con descrizione completa.
Ulteriori informazioni: nella Scheda sul Bonus Verde 2019.

Elisa Antolini

Veneta di origine, emiliana di adozione, sposata con un calabrese. La geografia è il mio forte, ma anche i numeri. Sono dottore commercialista e revisore legale, e lavoro soprattutto online, accompagnando “fiscalmente” progetti ed idee a diventare concrete realtà. Mi piace condividere con i clienti le mie conoscenze, perché solo capire di cosa stiamo parlando li farà diventare grandi e solidi.

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