“L’interesse composto è l’ottava meraviglia del mondo. Chi lo capisce, lo guadagna; chi non lo capisce, lo paga”.
Sembra che sia stato proprio Albert Einstein ad aver detto questa frase. Del resto parliamo dell’interesse composto, un concetto non facile da comprendere ma importantissimo, specie per la nostra pianificazione previdenziale.
Cos’è l’interesse composto?
L’interesse composto può essere definito come l’interesse calcolato non solo sulla somma iniziale ma anche sugli interessi accumulati nei periodi precedenti. Vedilo come una palla di neve che scendendo giù dalla montagna diventa sempre più grande perché accumula neve su neve: qui guadagniamo interessi sugli interessi creando un vero e proprio “effetto valanga”.
Tutte le cose hanno bisogno di tempo per poter crescere e lo stesso vale per gli investimenti. L’interesse composto è quell’ingrediente “magico” che può aiutare a creare nel tempo un capitale importante. Iniziare presto è fondamentale perché la verità è che quando inizi a investire a volte è più importante di quanto risparmi.
Facciamo un esempio
Angela, Barbara e Cecilia hanno 30 anni e presumibilmente andranno in pensione a 68 anni, ovvero tra 38 anni. Avendo un orizzonte temporale così lungo ha senso per loro investire nella linea di investimento più dinamica in modo da sfruttare al massimo i rendimenti dei mercati azionari. Assumiamo per semplicità che il rendimento medio sia uguale per tutte e pari a 6% all’anno.
Tutte e tre accantonano 5.000 euro annui e investono in un fondo pensione al fine di massimizzare il beneficio fiscale. Angela comincia da subito, Barbara a 32 anni e Cecilia a 35 anni. Tutte e tre versano lo stesso numero di contributi, Angela fino a 63 anni, Barbara fino a 65 e Cecilia fino al momento della pensione. Le somme e le modalità dei contributi versati sono quindi le stesse per tutte, ovvero EUR 5.000/anno per 34 anni per un totale di 170.000 euro: la differenza è nella tempistica.
La “magia” degli interessi composti
A 68 anni Angela avrà a disposizione (assumendo quanto sopra) un capitale lordo da poter trasformare in rendita di circa 739.000 euro, Barbara di 657.000 e Cecilia di 552.000 euro.
La differenza di capitale tra Angela e Cecilia è di ben 186.000 euro, in pratica una casa! E comunque il fatto di aver cominciato a contribuire due anni prima di Barbara le fa avere una somma superiore di circa 81.000 euro. E tutto questo avendo versato sempre 170.000 euro come le altre. Questa è la “magia” degli interessi composti. Appurato che le somme investite sono le stesse, la capitalizzazione degli interessi (ovvero il fatto che anno dopo anno anche gli interessi degli anni precedenti a loro volta rendono ulteriori interessi) per un periodo più lungo fa sì che chi prima comincia nel suo percorso di pianificazione ed investimento ne avrà maggiori benefici rispetto a chi rimanda nel tempo tale decisione.
Cosa fare?
Ora che sai come funzionano gli interessi composti comprendi anche che ogni anno che rimandi la contribuzione a un fondo pensione integrativo può costarti davvero tanto. È importante, sopratutto per noi libere professioniste, avere una buona integrazione della pensione di base. Lo sapevi che per noi i tassi di sostituzione (rapporto tra reddito pre-pensionistico e reddito una volta in pensione) della pensione si aggirano attorno al 40% in media? Per affrontare con serenità le tematiche finanziarie in vecchiaia bisogna cominciare a pensarci il prima possibile e dare tempo agli investimenti di far crescere i loro frutti. Quindi ecco cosa direbbe Albert Einstein sull’investimento: “Inizia presto e fai lavorare gli interessi composti!”