Linkedin ci piace o non ci piace? A molti “non ci piace” eppure il profilo lo facciamo “perché bisogna”. In questo articolo proverò a farvi cambiare idea e cercherò di mostrarvi LinkedIn da una prospettiva diversa e, spero, interessante.
Permettetemi solo un’introduzione veloce: come recruiter passo su Linkedin molto del mio tempo lavorativo, ça va sans dire.
La ricerca e selezione del personale (non tutta ma buona parte) si è spostata dagli annunci sui quotidiani al setaccio della rete più estesa al mondo in fatto di profili professionali, ed è caccia alle parole chiave per riuscire a intercettare proprio quel tipo di competenze che servono a quel tale cliente. Per molti lavoratori dipendenti aprire un profilo Linkedin significa replicare online il proprio CV (si spera aggiornato) e sperare di incappare nelle ricerca di qualche recruiter o di qualche HR manager a pesca di nuovi collaboratori.
Per chi si occupa di Risorse Umane invece è uno strumento di lavoro che entra nell’operatività quotidiana, al pari del gestionale e del calendario.
Usare LinkedIn se sei una freelance
Una freelance può sfruttare questo social network a proprio beneficio? Certo che sì. Ora vi spiego come, cercando di uscire dai soliti luoghi comuni e dai consigli più classici. Pensate a Linkedin come a una sorta di “sito” che promuove il vostro personal branding e la vostra reputazione professionale.
Ok, lo so che molte di voi hanno versato lacrime, sudore e fior fiore di euro sul sito personale e sul blog annesso, ma concedetemi un credito di fiducia e provate a pensare al vostro profilo LinkedIn come a una diramazione del vostro sito. Seguitemi: nel vostro profilo potete inserire tutte le informazioni professionali e personali che vi riguardano, potete pubblicare post e articoli, potete allegare contenuti esterni (link, video, slide), potete far parlare di voi i clienti e potete interagire con le persone e potete fare tutto in mezzo ad altri professionisti, tra potenziali clienti e/o collaboratori.
Non dovete dirottare le persone come fate sul vostro sito: su LinkedIn siete già in mezzo alla gente, vi basta “solo” costruire la vostra rete e consolidare e comunicare la vostra credibilità professionale. E per quelle di voi che non hanno un sito e nemmeno un blog è ancora meglio: potrete sperimentare su LinkedIn e iniziare a costruire lì la vostra reputazione, valutando con calma se è opportuno o meno attivare anche altri canali più impegnativi. Come dice Francesca Marano: siete proprio sicure che vi serva un sito? Pensateci!
Sviluppare il personal branding con LinkedIn
Questo è il primo utilizzo che mi sento di consigliarvi, innanzitutto curando i contenuti del vostro profilo personale. Non vi farò una lezione su come si crea il proprio profilo, vi basti sapere che le statistiche affermano che l’area più letta dopo il job title è il Sommario, l’area adibita a una presentazione personale sintetica che dovrebbe contenere la somma delle proprie competenze professionali, più che il riassunto delle varie esperienze maturate.
Quindi, è fondamentale che il vostro profilo personale sia completo e accurato. LinkedIn vi permette di inserire moltissimi contenuti e, come ho già accennato sopra, di allegare file, slide e video, sfruttate queste risorse e inserite le informazioni che creano valore attorno alla vostra attività lavorativa:
- avete parlato a un evento? Linkate il video e caricate le slide su Slideshare
- avete seguito un progetto importante? Create un case study e pubblicatelo come allegato scaricabile
- avete tenuto un corso di formazione che volete promuovere? Pubblicate un estratto delle slide che faccia da “esca”
Possiamo fare tante critiche a LinkedIn ma non quella di mettere limiti ai contenuti che vogliamo inserire. Se nel CV vi consiglio di essere sintetiche, puntuali e chirurgiche con le informazioni che inserite, su LinkedIn non dovete sbrodolare ma sfruttare la possibilità di arricchire molto la vostra presentazione (e naturalmente sul CV dovrete mettere un link al profilo LinkedIn, non serve nemmeno dirlo).
Dopo aver curato i contenuti della vostra pagina, per continuare a sviluppare e comunicare il vostro personal branding attraverso LinkedIn, create e pubblicate contenuti inerenti il vostro lavoro. Non peccate di autoreferenzialità, non siate sfacciatamente commerciali ma dateci dentro.
Sfruttate questo canale per divulgare informazioni sul settore in cui operate, unendo generosità e competenza tecnica. Fornite qualche informazione specifica del vostro ruolo, su come lo interpretate e lo vivete, commentate la tipologia di progetti che seguite pubblicando solo informazioni autorizzate.
Concentratevi sempre su quello che:
- può essere utile a chi vi legge
- vi rende appetibili sul mercato: fate capire “come potete essere utili”!
Avete due modi per promuovere questi contenuti:
- attraverso la pubblicazione di post brevi come fate su Facebook, comparirà nella timeline dei vostri contatti e di chi vi segue e verrà visualizzata anche dai contatti di chi metterà un like al vostro post. Il post può contenere un’immagine, linkare un video o contenuti esterni.
- oppure potete sfruttare la piattaforma di blogging di LinkedIn (LinkedIn Pulse) e pubblicare un articolo direttamente dalla barra di navigazione superiore, facendo clic su “Scrivi un articolo”. L’articolo comparirà nei feed delle notizie dei vostri contatti e sarà aggiunto alla pagina del vostro profilo personale. Se non avete un blog e siete incerti se aprirne uno, la piattaforma di pubblicazione di LinkedIn potrebbe rappresentare un’ottima palestra su cui fare esercizio per capire se un blog è davvero quello che vi serve e per iniziare a promuovere il vostro personale branding.
Infine potete sfruttare i feedback che può lasciare sul vostro profilo chi ha collaborato con voi: clienti e colleghi freelance. È quello che si usa fare anche nel sito personale: creare una pagina con le “recensioni” dei clienti. LinkedIn vi permette di fare la stessa cosa e sarà visibile a chiunque acceda al vostro profilo. Lo stesso vale per le skills e gli endorsements: su questi però sappiate che c’è meno entusiasmo di quel che si crede.
Oltre il personal branding
Chiudo segnalandovi altri due modi per sfruttare le potenzialità di Linkedin:
- intercettare possibili partner professionali: possono essere altri freelance o strutture professionali interessate a collaborare con voi (studi associati, società di consulenza, ecc…). Insomma, potete trovare “altre come voi” interessate a fare squadra o competenti su attività limitrofe al vostro ambito. Non sottovalutate questa possibilità: se uno dei mali del nostro lavoro è la solitudine, LinkedIn vi mette potenzialmente in contatto con altre persone che cercano di fuggire l’isolamento.
- osservare quelle/i brave/i: voi li conoscete, quelli che fanno il vostro stesso lavoro e che ammirate da lontano. Su LinkedIn potete seguirli sul piano professionale e imparare da loro. Non è copiare, bando alle remore da sindrome dell’impostore: si tratta della possibilità, meravigliosa e gratuita, di seguire quei professionisti a cui aspirate come modello. Capire come si muovono, come comunicano, a quali Gruppi partecipano, cos’hanno da insegnare.
Ricordatevi che come in tutti gli altri canali, anche su LinkedIn contano la bontà dei contenuti e la presenza attiva. Stare alla finestra non paga anche se avete mille contatti. Siateci attivamente, siateci aggiornate, siateci propositive, siateci con astuzia e con generosità. Siateci consapevoli che su LinkedIn le persone amano polemizzare, molto più che su Facebook: tenetene conto e poi buttatevi, vi divertirete.
…. molto interessante….. io che di lavori ne porto avanti due e molti diversi fra loro ancora non mi sono decisa a farmi il profilo perchè non posso eliminarne uno …. ma entrambi secondo me renderebbero il profilo caotico e avrebbero un effetto controproducente… sbaglio?
( ho un full-time in una zienda artigiana e ho un “secondo lavoro” come creativa online e non solo)