Incursione a casa di Giorgia Brunelli, Giovelab, artigiana che crea ceramiche ispirate alla natura e allo slow-living. Ti racconto della chiacchierata che abbiamo fatto e di come lei vive l’essere artigiana digitale.
Immagina una splendida casetta sulla cima di una piccola montagna, prati e boschi intorno e sotto un lago placido del colore dello smeraldo. Le finestre della casa sono grandi e luminose e affacciano proprio sopra quel lago. In estate è un tripudio di fiori e foglie tutt’intorno, un brulicare di vita, in inverno tutto è placido e tranquillo sotto la coltre del ghiaccio.
È qui che Giorgia ha il suo laboratorio di ceramica. Giorgia crea ceramiche dalle forme essenziali e pulite, alcune hanno impresso un chiaro messaggio, altre sono dipinte con leggerissimi fiori acquerellati. Sono le ceramiche di Giovelab, laboratorio artigianale trentino, vicino al lago di Caldonazzo.
Sono andata a farle qualche domanda sul suo lavoro, chiedendole del suo modo di fare ceramica, del territorio così caratteristico in cui vive e com’è la vita di un’artigiana di montagna.
Giorgia vive e lavora in mezzo ai boschi: il territorio, direttamente e indirettamente, è la sua prima fonte d’ispirazione. Il luogo dove vive e lavora è pittoresco, fuori dal comune e anche un po’ fuori da quella vita alla quale la maggior parte delle persone è abituata. Il bosco è un’entità viva e preponderante tutt’intorno, così come il lago lì vicino e credo sia questo il punto centrale del suo lavoro, come lei stessa ci conferma.
L’ispirazione alle sue ceramiche arriva anche dal concetto giapponese di Wabi Sabi. Wabi-Sabi sono due parole giapponesi, la prima porta il significato di “solitudine nella vita naturale”, una sorta di ascetismo al ritorno alla natura, Sabi invece significa “povero”, “freddo”, per usare un significato più contemporaneo potremmo dire “semplice”, “rustico”. Una delle caratteristiche secondo me più belle di questa filosofia è che può essere applicata sia alla vita che agli oggetti. Ed è così che ha fatto Giorgia, donando alle sue ceramiche quel significato di spontaneità, bellezza e imperfezione che il vivere in mezzo alla natura insegna ogni giorno.
Secondo Giorgia, una brava artigiana (o un bravo artigiano), deve avere un amore infinito per il proprio lavoro. Questo è fondamentale per intraprendere, avviare e continuare una vita artigiana, tutt’altro che semplice al giorno d’oggi; quello stesso amore che diventa determinazione quando le chiedo qual è il suo segreto per vendere. “Determinazione, coraggio, professionalità, creatività.”, così mi risponde.
Determinazione perché le difficoltà che si incontrano sono tante e abbattersi è all’ordine del giorno. Coraggio di intraprendere un’attività artigianale e voler vivere di essa, viste le difficoltà. Professionalità perché c’è tanta, tantissima concorrenza, ed è ovvio che in un mercato così saturo vince chi è più professionale. La professionalità è fatta di tante piccole cose, dal momento in cui il cliente decide di venire a visitare il nostro shop (che deve essere pulito, ben fatto, di semplice navigazione, con foto belle e accattivanti), fino al customer care, la cura per il cliente che inizia dal momento dell’acquisto e finisce quando il cliente è pienamente soddisfatto. La creatività, questa parola così inflazionata, in un’attività artigianale trova il suo punto di forza nell’unicità dell’artigiano. In un mercato saturo la nostra originalità deve essere al centro del nostro lavoro, il punto di forza di tutto ciò che facciamo. Essere esclusivi e unici sempre. E quel tratto distintivo deve essere riconoscibile subito anche da chi ci segue, dal nostro potenziale cliente.
La difficoltà più grande per un’artigiana che lavora nei boschi e quindi non sempre a stretto contatto con le persone, è sicuramente il farsi conoscere e i social in questo caso diventano fondamentali. Questo è il tratto distintivo di un’artigiana contemporanea, che, rispetto all’artigiana di un tempo, deve conoscere i social network, saperli usare, esserne parte attiva e integrante. Questo vale soprattutto se si vive isolati rispetto alla grande città, perché sono sempre di più i creativi che scelgono di vivere tra i monti, vicino ai boschi o in campagna. In questo caso i social diventano una vetrina sul mondo. È probabile che Instagram sia la prima cosa che vede il potenziale cliente, da Instagram il passo successivo è lo shop online che Giorgia ha su Shopify. Sia per Instagram che per le foto dello shop online, Giorgia usa la macchina fotografica e un iPhone, strumenti accessibili a tutti.
Quando è nato il progetto Giovelab, la paura più grande di Giorgia era l’idea di fallire e di non riuscire a portare avanti un’attività in proprio. Creare una propria attività comporta dei rischi: l’investimento in termini di tempo e risorse è tanto, le tasse da pagare pure e il fallimento, soprattutto all’inizio, è ogni giorno dietro l’angolo. È solo continuando a incaponirsi, a lavorare anche quando i successi non arrivano (perché non sono mai immediati), ad aggiornarsi sulle novità e sulle nuove tendenze, a migliorarsi ogni giorno, che si riesce a far fruttare un’attività indipendente.
Un’attività artigianale oggigiorno comporta anche tutta una serie di mansioni che esulano dal lavoro dell’artigiano in sé, ma che sono parte integrante dell’attività se questo vuole sopravvivere. Una delle parti più lunghe in un piccolo brand handmade, è proprio rispondere alle tante mail che arrivano ogni giorno, dalle risposte ai messaggi, spesso su diverse piattaforme. Ma rimane comunque una parte fondamentale perché è la nostra comunicazione diretta con i clienti. Non avendo un approccio vis à vis, rispondere alle email, ai messaggi su Facebook o Instagram è la nostra comunicazione primaria, importantissima ma che spesso diamo per scontata o troviamo noiosa.
Giorgia con il suo Giovelab è una di quelle artigiane del mondo digitale che è riuscita e continua a portare avanti un’attività handmade di successo. Spesso il traguardo per un piccolo brand artigianale è quello di vivere del proprio lavoro e per farlo è vitale mettersi sempre alla prova, darsi degli obiettivi, migliorare di giorno in giorno, lasciare la porta aperta alle novità e alle collaborazioni. Il prossimo obiettivo di Giorgia, per esempio, è espandere le vendite anche all’estero e scrivere un libro di fotografia d’ispirazione slow-living.
Lo “Slow-Living”, che nasce grazie al movimento dello slow food, è un approccio alla vita più lento, dove l’attesa, la contemplazione e la lentezza si fondono in tutti gli aspetti della vita. Abitare a contatto con l’ambiente naturale aiuta a vivere questa filosofia anche grazie all’impatto che ha su di noi il susseguirsi delle stagioni.
Giorgia ha una casa dove oggetti e arredamento di design convivono con oggetti handmade di altri artigiani. La cosa che mi è piaciuta tantissimo del suo ambiente, che si nota anche nel suo lavoro, sono i contrasti. Spiccano i mobili che costruisce suo marito miscelando materie diverse come il legno e il cemento, che, insieme alle ceramiche di lei, così delicate, formano un contrasto che si ritrova in tutto l’ambiente circostante, design contemporaneo e rusticità, arte e artigianato, il saper fare e il saper vivere, la natura e il contrasto di essa. E credo che questo concetto, cosi giapponese, così wabi-sabi, sia perfetto in una casa di montagna nei boschi del Trentino.
Puoi ammirare le ceramiche di Giorgia sul suo negozio online e vedere dove vive andandola a trovare virtualmente su Instagram e Facebook.